La lunga ombra del COVID sul cervello e sulla memoria
Uno studio, coordinato dall’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Centro “Aldo Ravelli” della Statale, l’ASST Santi Paolo e Carlo e l’IRCCS Auxologico, ha evidenziato possibili disturbi cognitivi un anno dopo il COVID. È la prima ricerca in ambito internazionale che ha esaminato in modo combinato le alterazioni cognitive, il metabolismo cerebrale a una distanza così ampia dalla malattia. La pubblicazione su Journal of Neurology.
Alterazioni del metabolismo cerebrale e possibile accumulo di molecole tossiche: secondo una ricerca coordinata dall’Università degli Studi di Milano, gli effetti del COVID si ripercuotono sulla memoria anche a distanza di un anno. Questa è la conclusione a cui è giunto lo studio che ha valutato le conseguenze cognitive (memoria, attenzione, linguaggio…), il funzionamento del cervello e, in un caso, anche la deposizione di molecole tossiche nel cervello, in un gruppo selezionato di pazienti che a distanza di un anno dalla malattia lamentavano ancora disturbi e stanchezza mentale.
Rondine: creato il primo pangenoma e pubblicato il genoma di riferimento di questa specie iconica
Uno studio guidato dall’Università Statale di Milano pubblicato su Cell Reports riporta il genoma completo della rondine e apre la strada all’identificazione dei geni che controllano importanti caratteri quali la migrazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. La mappatura completa del genoma e la costruzione del pangenoma, cioè l’allineamento della sequenza completa di più individui della stessa specie, rappresentano un nuovo standard di riferimento per gli studi sul futuro di questa specie.
E’ stato pubblicato su Cell Reports un articolo scientifico che riporta la caratterizzazione del genoma della rondine (Hirundo rustica). Il risultato è di così elevata qualità e completezza da costituire il genoma di riferimento per i ricercatori di tutto il mondo.
Lo studio, condotto da ricercatori dei dipartimenti di Bioscienze e di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con importanti laboratori stranieri, in primis il Vertebrate Genome Laboratory della Rockefeller University, ha sfruttato le più innovative tecniche di sequenziamento e di assemblaggio di genomi. Ciò ha permesso di ricostruire con grande accuratezza e completezza gli 80 cromosomi che costituiscono il patrimonio genetico della rondine. Il lavoro di ricerca non si è limitato a descrivere la sequenza del DNA della rondine ma, utilizzando milioni di sequenze di DNA disponibili per popolazioni di rondini da tutto il mondo, è stato costruito un catalogo di tutte le varianti genetiche identificate fino ad ora. Combinando tutte queste risorse, i ricercatori sono inoltre riusciti a costruire uno dei primi “pangenomi” per una specie selvatica.
Long Covid: identificati nuovi target molecolari correlati alla perdita dell’olfatto
Un nuovo studio italiano, a cui ha preso parte il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia Vittorio Erspamer della Sapienza, rivela nuove vie molecolari coinvolte nella diminuzione o perdita dell’olfatto nel long Covid. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Brain, Behavior and Immunity
La disfunzione olfattoria (OD), nota anche come anosmia o iposmia, ovvero la perdita o riduzione dell’olfatto, è uno degli effetti a lungo termine dell’infezione da Covid-19.
Un nuovo studio interamente italiano, frutto della collaborazione fra la Sapienza Università di Roma (Prof.ssa Roberta Lattanzi; Dott.ssa Daniela Maftei, Dott.ssa Martina Vincenzi del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia “Vittorio Erspamer”) il CNR (Dott.ssa Cinzia Severini, Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare, presso Dipartimento di Organi di Senso, Sapienza Università di Roma) e l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata (Prof. Nicola Biagio Mercuri, Prof. Francesco Maria Passali, Dott. Tommaso Schirinzi) ha individuato nuove vie molecolari coinvolte in questa manifestazione patologica della sindrome post-Covid. I risultati del lavoro sono stati pubblicati sulla rivista Brain, Behavior, and Immunity.