Una nube di cenere che si innalza dalla cima del vulcano. È questa l’immagine che, mai come in questi ultimi giorni, viene immediatamente in mente quando si pensa all’attività vulcanica. Durante la recente eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajoekull, tv e giornali ci hanno mostrato numerose immagini della colonna di cenere emessa dal vulcano. Molte delle immagini sono state riprese da aereo, molte altre acquisite da dispositivi montati a bordo di satelliti. Grazie alla grandissima diffusione di strumenti come Google Earth, è oggi noto a molti che immagini della superficie terrestre sono continuamente acquisite dai satelliti che orbitano intorno alla Terra a svariate centinaia di chilometri di altezza. Questi satelliti sono provvisti di sensori ottici, non molto diversi, come principio di funzionamento, dalle comuni macchine fotografiche.

Forse è meno noto che esistono altri satelliti che osservano la Terra utilizzando, invece della “luce”, una radiazione elettromagnetica a microonde simile a quella utilizzata per i telefoni cellulari o per riscaldare e cuocere pietanze nei forni, detti appunto “a microonde”. Uno dei vantaggi di tali sistemi è la capacità di acquisire immagini sia di giorno sia di notte, anche quando il cielo è coperto da nuvole o, come nel caso islandese, dalla cenere emessa dallo stesso vulcano, visto che in entrambi i casi le microonde riescono ad attraversale.

 

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