Il conto oscuro delle galassie nane

Agnese Cerroni 21 Ago 2017

Un nuovo studio pubblicato sull'Astrophysical Journal Letters realizza un nuovo modello utile ad effettuare il censimento delle galassie nane vicine di casa e a comprendere il legame con la dark matter

 

E’ un grosso enigma di piccola taglia quello rappresentato dalle galassie nane vicine di casa, aggregazioni di stelle che “abitano” nei pressi della Via Lattea, la cui presenza potrebbe fornire la chiave per risolvere il più intrigante dei misteri dell’Universo, quello della materia oscura. Secondo gli astronomi, nel vicinato galattico mancano all’appello molte delle nane predette dai modelli cosmologici: la latitanza di queste congreghe in miniatura solleva molte domande legate alla componente oscura e al suo ruolo nei processi di formazione. La dark matter – ipotetica componente di materia non osservabile conosciuta solo per gli effetti gravitazionali che esercita su gas e polvere di stelle - infatti forma circa un quarto dell’Universo e gioca un ruolo cruciale nei processi di formazione. Perciò è così importante comprenderne il legame con le galassie.

Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista The Astrophysical Journal Letters, tenta di rispondere agli interrogativi elaborando una simulazione teorica in grado di spiegare come mai le nane rintracciate nei dintorni della Milky Way siano così poche e del loro rapporto con la materia oscura. Precedenti analisi avevano passato al vaglio diverse ipotesi, ma nessuna era stata in grado di giustificare il numero esiguo e le caratteristiche – massa, taglia e densità – emerse dalle osservazioni. Il lavoro degli scienziati, guidati da Andrew Wetzel, muove dalla rielaborazione delle dinamiche di evoluzione stellare che scandiscono la vita di una galassia ospite: studiando la fisica degli astri – inclusi i fenomeni che determinano la morte esplosiva delle stelle, ovvero le supernovae - è stato possibile comporre il modello più dettagliato e alla maggiore risoluzione di sempre di una galassia come la nostra. Così facendo, i conti tornano: la popolazione di nane residenti nei paraggi della Via Lattea (troppo tenui per esser viste con la strumentazione attuale) è in linea con le previsioni basate sulle conoscenze cosmologiche classiche. Il mistero della materia oscura continua ed è ben lungi dall’essere risolto, tuttavia ulteriori studi potranno aprire nuovi scenari per la comprensione di dinamiche in atto a due passi da casa nostra.

 

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