Una nuova ricerca, pubblicata sulla rivista The Astrophysical Journal Letters, tenta di rispondere agli interrogativi elaborando una simulazione teorica in grado di spiegare come mai le nane rintracciate nei dintorni della Milky Way siano così poche e del loro rapporto con la materia oscura. Precedenti analisi avevano passato al vaglio diverse ipotesi, ma nessuna era stata in grado di giustificare il numero esiguo e le caratteristiche – massa, taglia e densità – emerse dalle osservazioni. Il lavoro degli scienziati, guidati da Andrew Wetzel, muove dalla rielaborazione delle dinamiche di evoluzione stellare che scandiscono la vita di una galassia ospite: studiando la fisica degli astri – inclusi i fenomeni che determinano la morte esplosiva delle stelle, ovvero le supernovae - è stato possibile comporre il modello più dettagliato e alla maggiore risoluzione di sempre di una galassia come la nostra. Così facendo, i conti tornano: la popolazione di nane residenti nei paraggi della Via Lattea (troppo tenui per esser viste con la strumentazione attuale) è in linea con le previsioni basate sulle conoscenze cosmologiche classiche. Il mistero della materia oscura continua ed è ben lungi dall’essere risolto, tuttavia ulteriori studi potranno aprire nuovi scenari per la comprensione di dinamiche in atto a due passi da casa nostra.