L’Agenzia Spaziale Italiana compie venti anni

La Storia dell'Agenzia Spaziale Italiana non coincide con l'intera storia della politica spaziale italiana. Ma potremmo dire ne è un'inevitabile quanto diretta conseguenza. L'Agenzia Spaziale Italiana è stata infatti fondata nel 1988, con la necessità di fornire uno strumento adeguato e mirato all'attività che l'Italia ha svolto nel settore Spazio fin dalla fine degli anni 50.

L'Italia ha investito, infatti, considerevoli risorse nel settore spaziale già da allora e dispone oggi di un bagaglio di esperienze, sia sul piano scientifico che industriale, tale da consentire alle strutture produttive e di ricerca di essere soggetti primari delle iniziative di conoscenza e utilizzazione dello spazio.

Non a caso nel 1964 inizia la conquista dello spazio del nostro paese con il lancio del satellite “San Marco”, per lo studio della bassa atmosfera terrestre, nell’ambito di una collaborazione tra il Centro Ricerche Aerospaziali dell’Università di Roma e la NASA. L’esordio di questa serie di satelliti che troveranno naturale base di lancio nel centro italiano di Malindi in Kenia, avviene nella base statunitense di di Wallops Island in Virginia. San Marco vanta un primato che evidenzia il ruolo italiano nella grande avventura della conquista dello spazio: è stato infatti il primo satellite europeo ad essere lanciato e il terzo al mondo, dopo Stati Uniti e l'allora Unione Sovietica.
Nel 1977 era la volta di SIRIO, satellite sperimentale pre-operativo per telecomunicazioni nelle bande 12-18 GHz, completamente realizzato dall’industria italiana per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che allora coordinava anche le attività spaziali.
La costante crescita di importanza del settore spazio, del ruolo italiano e la necessità di una sua razionalizzazione, sono state, appunto, alla base della creazione dell'Agenzia Spaziale Italiana, fondata nel 1988.
Il ruolo dell’Italia è importante anche a livello europeo. Il nostro paese, infatti, ha aderito nel 1964 alle organizzazioni spaziali europee: ELDO (per la costruzione dei lanciatori) ed ESRO (per la realizzazione di satelliti scientifici) ed è stato nel 1975 fra i Paesi fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Attualmente è il terzo Paese, dopo Francia e Germania, a dedicare maggiori risorse finanziarie ai programmi dell’ESA.

Nel 1984 l’Italia è tra i paesi che maggiormente sostengono in Europa l'idea degli Stati Uniti di avviare un programma per la costruzione di una stazione spaziale internazionale. La realizzazione della ISS (International Space Station) rappresenta oggi il più grande programma di collaborazione internazionale mai effettuato dall'uomo e forse la più grande impresa dell'uomo dopo la conquista della Luna. La ISS sta diventando una realtà e l'Italia svolge un ruolo di primo piano nella realizzazione di questa grande infrastruttura spaziale.

Nei suoi vent’anni di storia l'Agenzia Spaziale Italiana ha segnato importanti e significativi successi nei diversi comparti del settore spaziale dalle telecomunicazioni e navigazione, all’osservazione della terra alla tecnologia e scienza.

Il primo satellite di telecomunicazione è il Sirio nel 1977, seguiranno Italsat F1 e F2 rispettivamente nel 1991 e nel 1996. In ambito ESA l’Italia è tra i principali sostenitori del settore telecomunicazioni e navigazione satellitare, sia livello economico che industriale. Da menzionare il lancio del satellite Artemis (2001) e dei primi due satelliti della costellazione Galileo, Giove A (2005) e Giove B (2008).

Nell'aprile del 1994 con la prima missione X Sar e in agosto la seconda, il nostro paese mette a frutto il proprio lavoro nel campo dell'Osservazione della Terra, caratterizzato anche dalla partecipazione alla missione Shuttle SRTM del febbraio 2000 che segna la prima mappatura tridimensionale globale del pianeta. Ma il fiore all’occhiello del nostro paese si chiama Cosmo-SkyMed. Nel 2007 l’Agenzia Spaziale Italiana e il ministero della Difesa, mettono in orbita dalla base californiana di Vandenberg i primi due (giugno e dicembre) dei quattro satelliti che comporranno la prima costellazione satellitare con copertura globale e ognitempo al mondo di Osservazione della Terra. Cosmo-SkyMed è un progetto tutto italiano e rappresenta il programma più importante fin qui realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana. Un sistema satellitare, Cosmo-SkyMed che potrebbe rappresentare l’ossatura del sistema europeo GMes e che, con i satelliti argentini SAOCOM e i satelliti francesi HELIOS II, rappresenta la massima realtà mondiale nel settore dell’Osservazione della Terra.

Nel settore della scienza in questi anni si svolgono le missioni Tehetered ('92 e '96), mentre nel 1997 si dà il via alla missione Cassini/Huygens destinata al sistema di Saturno dove è giunta nel luglio del 2004 mostrando da subito di andare oltre le più ottimistiche previsione da parte degli scienziati, fornendo una quantità di informazioni che molto permetteranno di comprendere il nostro sistema solare e la sua storia. Sono anni di successi che trovano nel satellite Beppo Sax il simbolo. Questo satellite astronomico, rientrato nell’atmosfera nell’aprile del 2003 il mistero dei lampi di raggi gamma, tanto da meritarsi un prestigioso premio internazionale, il Premio Rossi e dare vita a nuove e promettenti missioni, come il satellite Swift, satellite NASA nato in collaborazione con l’ASI e frutto dei risultati di Beppo Sax, lanciato nel novembre del 2004 e soprattutto alla tutta italiana missione Agile che ha raggiunto la sua orbita a bordo di un vettore indiano nell’aprile del 2007. Satellite che è stato realizzato sulla base della piattaforma MITA che ha avuto il suo lancio di qualifica nel 2000.
Il 2003 è l’anno di Marte, con la missione Mars Express dell’ESA a cui l’Italia, con l’ASI contribuisce in maniera più che rilevante e assai significativa dal punto di vista scientifico. Sono infatti gli strumenti realizzati in Italia a mietere i principali successi, rilevando non solo presenza di acqua e vapore acqueo, ma anche di metano distribuito in maniera tale da far ipotizzare sia prodotto da micro-organismi quali batteri. I primi risultati di questa impresa marziana caratterizeranno sia il 2004 che il 2005, proprio ad opera delle strumentazioni scientifiche italiane, quali il radar Marsis e lo spettrometro PFS. Risultati che fanno ben sperare per il radar ShaRad lo strumento principe, voluto dall’ASI, per la missione NASA Mars Recoinassance Orbiter, lanciata nell’agosto del 2005.
Il 2004 esordisce con un’altra grande impresa italiana. La sonda Rosetta e il suo lander Philae, lanciati da un vettore Ariane, iniziano il loro decennale viaggio verso la cometa Churimov-Gerasimenko, dove il trapano SD2, gioiello della scienza italiana, per la prima volta nella storia, preleverà campioni del nucleo di una cometa. L’appuntamento è per il 2014, l’attesa è lunga, ma se i risultati saranno pari a quelli della Sonda Cassini-Huygens, sarà un’attesa ben ripagata.
Lo stesso anno l’Italia dello spazio intraprende un altro viaggio verso il pianeta Venere: infatti a bordo della sonda europea Venus Express sono italiani due dei sette strumenti scientifici.

Ma l’Italia dello spazio è anche una storia di astronauti e capacità tecnologica oltre che scientifica. Nel 2001 si compie l’unione perfetta. Un Italiano, Umberto Guidoni approda, primo europeo (ancora una volta l’Italia apripista europea) sulla Stazione Spaziale Internazionale. Lo fa con uno dei tre moduli (Raffaello) che l’ASI ha fornito alla NASA per rendere operativa la Stazione Spaziale Internazionale. Il livello tecnologico italiano è tale che nel nostro paese si realizza oltre il 50% del volume abitabile di quella che è stata definita la grande casa comune dello spazio. Assieme a Raffaello, Leonardo che per primo esordisce nel marzo 2001 e Donatello. Guidoni non è il primo italiano nello spazio, il battesimo fu di Franco Malerba, nel 1992 con la prima missione Tehetered, seguito dallo stesso Guidoni e da Maurizio Cheli nel 1996, con la Tehetered 2. Nel 2001 Umberto Guidoni apre la strada ai cugini europei sulla Stazione Spaziale Internazionale. A ripercorrere le sue orme, a distanza di un anno, Roberto Vittori che però seguirà, primo italiano, il percorso dalla base russa di Baikonur, a bordo di una Soyuz, e non dal Kennedy Space Center a bordo dello shuttle come i suoi predecessori. L’Italia però, in questo istante, sta colmando una lacuna, sta aprendo ad est, attivando un nuovo canale con la Russia, forte di un rapporto straordinario e di lunga data con gli USA. Vittori ripeterà la sua esperienza da Baikonur anche nel 2005, sempre con destinazione la Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2007 è la volta di Paolo Nespoli, quinto italiano nello spazio, terzo a bordo della ISS. Una missione complessa che ha come principale obiettivo di agganciare alla stazione il Nodo II, Harmony, ancora di fabbricazione italiana, grazie ad un accordo NASA-ESA-ASI. Nespoli avrà il compito di coordinare le attività extraveicolari della missione che saranno, per la prima volta, ben cinque.


Francesco Rea

Capo ufficio stampa Agenzia Spaziale Italiana

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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