Vittori nello spazio con Wall-e

Quando la Walt Disney/Pixar gli ha chiesto di recitare un cameo nella traduzione italiana di Wall-e, l’astronauta Roberto Vittori ha accettato al volo. Il cartone animato campione d'incassi nel 2008, vincitore del Golden Globe come miglior film d'animazione dell'anno e candidato a sei Premi Oscar, è una tenerissima storia d'amore tra il robot-spazzino Wall-e - rimasto solo su una Terra ormai disabitata e ridotta a una gigantesca discarica - e la fascinosa sonda spaziale Eve.

Ma è anche una favola ambientalista sulle sorti del pianeta Terra. E un avvincente viaggio intergalattico nel futuro. Vittori si è appassionato immediatamente. Così, per un giorno, ha indossato i panni dell'attore, prestando la sua voce a un robottino in una piccola scena ambientata sulla navicella spaziale Axiom, dove l'umanità si è rifugiata."Wall-e? Una missione virtuale con un messaggio molto istruttivo", commenta Vittori, che attualmente si trova nella base spaziale della NASA di Houston dove si sta preparando a volare sullo Shuttle in una missione di breve durata sulla Stazione spaziale internazionale (ISS) prevista tra maggio e giugno del 2010. L'astronauta dell'Agenzia spaziale europea (ESA), uno dei cinque italiani ad aver volato nello spazio, ha infatti già al suo attivo due missioni sulla ISS, a bordo della Soyuz: la prima, nel 2002, con la missione Marco Polo dell'ASI; la seconda nel 2005, con la missione Eneide.


Come si sente un astronauta nei panni di doppiatore?
Beh, ho recitato solo poche battute, il mio coinvolgimento è stato soprattutto simbolico. Wall-e è un bellissimo cartone animato che si rivolge ai bambini, i protagonisti delle conquiste spaziali prossime
venture, e dice loro che lo spazio è il nostro futuro e che la Terra è preziosa e va difesa. Sono messaggi in perfetta sintonia con le agenzie spaziali europea e italiana. Tant'è che l'ESA parte ha
realizzato un nuovo sito web ispirato alle avventure di Wall-e
http://www.esa.int/esaCP/SEM8D1XIPIF_index_0.html


Da bambino, qual era il tuo cartone preferito?
Bambi, un altro capolavoro della Walt Disney. Lo ricordo benissimo, l'ho visto la prima volta che avevo quattro anni. Non c'erano neanche le cassette, al tempo. L'equivalente dell'alta definizione di oggi era il giornalino a colori. Sono passati quarant'anni e ti prepari a tornare per la terza volta
nello spazio. Il salto tecnologico è stato spaventoso. In un arco di tempo relativamente breve, un batter di ciglia nella storia dell'uomo, le attività spaziali hanno conosciuto una crescita esponenziale. Nel 1964, il mio anno di nascita, l'Italia lanciava il suo primo satellite, San Marco; tre anni prima il russo Yuri Gagarin era stato il primo essere umano a orbitare pochi minuti intorno alla Terra; nel 1969, il primo uomo metteva piede sulla Luna. Oggi gli astronauti orbitano permanentemente la stazione orbitante dal 1999. Questo rende la percezione degli impressionanti progressi che abbiamo fatto in questo campo.


Il cartone Wall-e fa un salto nel tempo di oltre 800 anni. Come immagini il futuro nello spazio?
Nella fantasia della Walt Disney, l'umanità si è rifugiata in una navicella spaziale, ha conquistato lo spazio come abituale dimora. Significa che tecnologicamente è stata in grado di farlo. Oggi appare una prospettiva ancora impensabile. Le distanze per raggiungere fisicamente altri pianeti, più lontani di Marte, sono troppo grandi, non abbiamo sistemi propulsivi adeguati.


Nel film, la Terra è diventata un posto inospitale per la vita...
Una visione esagerata? Non mi sento troppo ottimista. Vedo la terra andare in una direzione simile. Per evitare il peggio, è necessario salvaguardare le risorse dell'ambiente, ridurre il nostro impatto sull'ecosistema e limitare il consumo energetico. Ma questo potrebbe non bastare. Credo che dovremmo cercare nello spazio soluzioni al problema energetico.


Cioè lo spazio potrebbe fornici fonti di energia alternative?
Le risorse del nostro pianeta sono finite, mentre lo spazio ha risorse infinite. A livello teorico, sarebbe bello se riuscissimo a portare dall'esterno l'energia di cui abbiamo bisogno, senza sfruttare
le risorse della Terra, continuando a violentare gli ecosistemi. Penso all'energia solare, all'elio, all'idrogeno... Certo, non è facile, forse neanche fattibile. Ma vale la pena provarci. Le imprese spaziali ci possono offrire l'occasione per agire in anticipo ed evitare la catastrofe ambientale raffigurata in Wall-e. L'esplorazione dell'Universo magari non ha ripercussioni immediate, ma potrebbe anticipare sforzi che prima o poi saremo costretti a fare per necessità, quando avremo logorato le risorse del sistema terrestre. Per questo, investire nello spazio significa investire nel futuro.

Daniela Cipolloni

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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