L'Occidente ama i topi? 

Guido Donati* 10 Set 2025

 

In Oriente, i gatti sono re. In Occidente, sono nemici.

Mentre nelle strade di Istanbul o Atene i gatti si crogiolano al sole, nutriti e accuditi da una comunità che li considera parte del paesaggio urbano, nelle nostre città occidentali la loro presenza è spesso vista come una minaccia. Qui, i gatti randagi sono sterilizzati, confinati in colonie controllate e, in alcuni casi, rimossi. Il loro crimine? Essere gatti. Essere predatori.
Invece, per combattere la piaga dei roditori, l'Occidente ha un'arma segreta: il veleno. Un arsenale chimico che avvelena non solo i topi, ma anche i gufi, le volpi, i cani e i gatti domestici che, ignari, si nutrono di carcasse contaminate. È un metodo che distrugge la catena alimentare, inquina l'ambiente e, in ultima analisi, si rivela meno efficace di un predatore naturale come un gatto.
È la grande contraddizione del nostro tempo: cacciamo via i predatori naturali, per poi usare veleni che distruggono l'ecosistema. È come se avessimo dichiarato una guerra ideologica ai gatti a favore di un approccio distruttivo e fallimentare.


I veleni: una minaccia invisibile
Il problema non si ferma alla fauna selvatica. I veleni utilizzati per i roditori, come gli anticoagulanti ad alta potenza, sono spesso genotossici e neurotossici. Quando finiscono nell'ambiente, possono contaminare le falde acquifere e il suolo. Di conseguenza, entrano nella catena alimentare e possono finire persino negli alimenti che noi consumiamo. L'esposizione a lungo termine a queste sostanze, anche in piccole dosi, può avere effetti devastanti sulla salute umana, come l'insorgenza di tumori e malattie neurodegenerative.

 

Foto di Hediye Dağkıran

 

L'eredità storica di una diffidenza antica
Il nostro approccio ai gatti non è solo una questione di efficienza moderna. Ha radici storiche complesse. Nel mondo occidentale, il rapporto con i gatti è sempre stato ambivalente. In alcune epoche storiche, in particolare nel Medioevo, i gatti furono associati a superstizioni, stregoneria e figure negative come Mefistofele. Questa visione ha contribuito a una storica minore tolleranza verso i gatti randagi. Mentre la percezione moderna è cambiata radicalmente, questa eredità culturale ha lasciato il segno, influenzando l'idea che la loro presenza non debba essere una parte naturale e incontrollata dell'ambiente urbano.
In Oriente e nel mondo islamico, al contrario, il gatto ha sempre goduto di uno status elevato, come simbolo di pulizia e compagno apprezzato, fin dai tempi del Profeta Muhammad e del suo amato gatto Muezza.
Forse, l'Occidente non odia i gatti, ma ha semplicemente perso il contatto con la saggezza millenaria che ha permesso a intere civiltà di convivere in armonia con la natura, capendo che la soluzione più sostenibile è anche quella più sana.


La saggezza orientale: i gatti come soluzione, non problema 
Nel mondo islamico e in molte parti dell'Oriente, il gatto è un simbolo di purezza e di cura. Non è solo un animale, ma un compagno che si guadagna il rispetto e il nutrimento. Le storie del Profeta Maometto che accarezzava i gatti o che tagliava la manica del suo mantello per non disturbare il suo amato gatto Muezza sono solo alcune delle testimonianze di un legame che dura da secoli.
Lì, i gatti non sono un problema, ma una soluzione. Si nutrono di roditori e mantengono l'equilibrio ecologico in modo naturale, senza bisogno di veleni o di interventi distruttivi. La loro presenza è vista come un'eredità culturale, un segno di compassione e di rispetto per tutte le creature.
In Oriente, la risposta a un topo non è un veleno, ma un gatto libero.


La favola del gatto libero e del gatto schiavo 
Il nostro approccio ai felini riflette una filosofia che va oltre la semplice gestione della popolazione animale. Riflette il nostro stesso rapporto con la libertà. I gatti che vivono esclusivamente in casa sono al sicuro dai pericoli, ma la loro vita è spesso povera di stimoli, caccia e avventura, rischiando noia e frustrazione. Al contrario, i gatti liberi affrontano pericoli, ma vivono una vita ricca di esperienze e indipendenza.
Non a caso, questa scelta richiama alla mente la favola di Esopo:
Un lupo magro e affamato incontra un cane domestico, ben nutrito e in ottima forma. Il lupo, ammirato, chiede al cane come riesca ad essere così prospero. Il cane risponde che vive una vita agiata al servizio di un padrone, in cambio di cibo abbondante e una cuccia calda. Il lupo, allettato, si prepara a seguirlo. All'ultimo istante, nota un segno scorticato sul collo del cane, causato dalla catena che lo tiene legato di giorno. Il lupo, vedendo che la ricchezza è pagata con la perdita della libertà, preferisce la sua vita di stenti ma indipendente e torna nel bosco.
La morale della storia è un inno alla libertà. Meglio essere liberi e magri, che ben nutriti ma schiavi. Allo stesso modo, stiamo forse condannando i nostri gatti a una sicurezza forzata che li priva della loro vera natura?

Una scelta ideologica? 
Mentre l'Occidente si dibatte con le conseguenze disastrose dei suoi metodi di derattizzazione, in Oriente si vive una simbiosi. Mentre noi combattiamo la natura, loro la abbracciano.
La domanda sorge spontanea: la nostra guerra ai gatti è una battaglia di efficienza o una dichiarazione ideologica? È la nostra incapacità di accettare la natura selvaggia all'interno dei nostri spazi urbanizzati?
La prossima volta che vedrete un gatto randagio nella vostra città, chiedetevi: lo vedete come una minaccia o come un alleato? La risposta a questa domanda potrebbe dirci molto di più sulla nostra cultura che sui gatti stessi.


Bibliografia 
Guido Donati 02 Set 2025 Bruce Willis and Frontotemporal Dementia (FTD): a comprehensive analysis

Guido Donati 02 Set 2025 Bruce Willis e la Demenza Frontotemporale (FTD): un'analisi completa Scienzaonline

Guido Donati 25 Giu 2025 The pulsating life at Quanhucun: between millet fields and earth houses

Guido Donati 25 Giu 2025 Quanhucun: Un viaggio nel neolitico cinese e il mistero dei gatti dell'antico granaio Scienzaonline

PR Forschungsverbund Berlin e.V. (FVB) 03 Mar 2021 RNA analysis unravels the cues for feline fertility and brings hope for endangered wild cats Scienceonline

CS Università degli studi di Milano 22 Gen 2021 Cani e gatti domestici non trasmettono il SARS-CoV-2 ma possono essere contagiati dai padroni Scienzaonline

CS Università di Pisa 16 Set 2020 Lucca prima città smart in Europa amica degli animali

*Board Member, SRSN (Roman Society of Natural Science)
Past Editor-in-Chief Italian Journal of Dermosurgery

Ultima modifica il Lunedì, 08 Settembre 2025 10:58
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