Al di fuori di me

Fabrizio Giangrande 01 Ago 2012

 

La folla e l'esperienza religiosa sono i temi dell'interessante mostra fotografica dal titolo"Al di fuori di me" esposta presso il Museo di Roma in Piazza Sant'Egidio ed inaugurata il giorno 2 marzo.

L'esposizione curata da Diego Mormorio e promossa dall'Assessorato alle politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale - consta di 35 fotografie di grandi dimensioni realizzate da Andrea Pacanowski.

L'autore, proveniente da una famiglia di artisti e noto al pubblico per le numerose campagne pubblicitarie realizzate per oltre 20 anni in Italia ed all'estero nel campo della moda, dal 2008, dopo una lunga fase di sperimentazione, è approdato ad una inedita tecnica fotografica.

Tale complessa tecnica, che non prevede post-produzione, si basa sulla esasperazione del mezzo fotografico fino ad ottenere figure tridimensionali molto simili ad immagini pittoriche che realizzano uno stimolante connubio tra la fotografia e la pittura astratta.

 

 

Per quanto concerne i soggetti degli scatti, questi sono rappresentati da gruppi di fedeli cristiani, ebrei ed islamici riuniti in preghiera nei rispettivi centri di culto: Roma, Gerusalemme e Fes.

Andrea Pacanowski ritrae la dimensione religiosa nella nostra epoca. Una dimensione che appartiene alla sfera intima e personale di ogni singolo individuo ma che allo stesso tempo assume da sempre, e forse oggi più che mai in virtù degli effetti della comunicazione globale, il carattere di dimensione collettiva ed identitaria. Una visione che probabilmente lo stesso Pacanowski intende superare avvalendosi di un particolare e personalissimo artificio di tecnica fotografica, quello di "sfocare" in modo suggestivo i tratti somatici dei soggetti immortalati rendendoli indistinguibili l'uno dall'altro. La persona fisica del fedele perde le caratteristiche che lo identificano come appartenente ad uno specifico credo: rimane la persona, il credente, in un atteggiamento di preghiera.

Un modo forse per promuovere una riflessione sulla verosimiglianza delle pratiche religiose tra le grandi confessioni monoteiste, tralasciando le differenze che troppo spesso sembrano inesorabilmente dividere gli individui. Pacanowski sottintende ed auspica l'avvio di un necessario dialogo inter-religioso.

Una esposizione che induce alla riflessione e risulta assai interessante per un pubblico eterogeneo: per gli appassionati di fotografia attenti a nuove tecniche, per gli amanti della pittura contemporanea e per tutti coloro si interessano ai fenomeni sociologici ed a quelli di carattere religioso.

 

Fabrizio Giangrande

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Ultima modifica il Sabato, 06 Ottobre 2012 10:22
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