Ultimi Articoli

Idrogeno da biomassa: sviluppato un nuovo catalizzatore sostenibile al nichel-indio

Idrogeno da biomassa: sviluppato un nuovo catalizzatore sostenibile al nichel-indio

20 Febbraio 2025

Un gruppo di ricerca coordinato dal Cnr, in collaborazione con...

I papiri di Ercolano ai raggi X, gli studiosi di UniTo ricostruiscono il pensiero storico di Crisippo di Soli

I papiri di Ercolano ai raggi X, gli studiosi di UniTo ricostruiscono il pensiero storico di Crisippo di Soli

20 Febbraio 2025

Prende il via al Dipartimento di Studi Storici dell’Università di...

Cop 16: il flash mob del WWF

Cop 16: il flash mob del WWF

19 Febbraio 2025

In occasione della COP 16 sulla Convenzione Biodiversità, il 21...

Flessibili e biocompatibili, nuovi dispositivi piezoelettrici per medicina ed energia

Flessibili e biocompatibili, nuovi dispositivi piezoelettrici per medicina ed energia

19 Febbraio 2025

Un team dell’Istituto nanoscienze del Cnr, in collaborazione con le...

Bambino Gesù: un nuovo passo avanti per la cura del neuroblastoma refrattario o recidivante

Bambino Gesù: un nuovo passo avanti per la cura del neuroblastoma refrattario o recidivante

13 Febbraio 2025

Pubblicato su Nature Medicine uno studio che dimostra sicurezza ed...

KM3NeT rivela il neutrino più energetico mai osservato

KM3NeT rivela il neutrino più energetico mai osservato

13 Febbraio 2025

Uno straordinario evento, compatibile con un neutrino dell’energia stimata di...

Darwin Day: i benefici invisibili e gratuiti della natura

Darwin Day: i benefici invisibili e gratuiti della natura

12 Febbraio 2025

L’analisi di questi straordinari e affascinanti contributi è contenuta nel...

  • 1
  • 2
Giovedì, 13 Settembre 2018

 Alice Mado Proverbio, professoressa di Neuroscienze all'Università di Milano-Bicocca

 

Una serie di esperimenti ha evidenziato la possibilità di misurare la presenza di pregiudizi inconsci, registrando le risposte bioelettriche di errore durante la lettura di frasi che contrastano con gli stereotipi di genere, soprattutto nei maschi. La chiave? Il potenziale bioelettrico N400. Lo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca è stato pubblicato sulla rivista Brain and Language.

 

Milano, 13 settembre 2018 – Professione e stereotipi di genere: gli uomini hanno pregiudizi “automatici” più marcati rispetto alle donne. Misurando i potenziali bioelettrici cerebrali che derivano dall’attività mentale dei partecipanti, la sperimentazione portata avanti nei laboratori dell’Università di Milano-Bicocca ha evidenziato la presenza di risposte automatiche ampie e precoci in presenza di elementi che contrastano con gli stereotipi di genere, soprattutto negli uomini. I dati raccolti suggeriscono quindi una differenza di genere nella stereotipizzazione relativa all’occupazione.

 

Lo studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano-Bicocca (A.M. Proverbio, A. Alberio, F. De Benedetto, Neural correlates of automatic beliefs about gender stereotypes: males are more prejudicial, DOI: 10.1016/j.bandl.2018.08.006) è stato pubblicato sulla rivista scientifica Brain and Language. Lo scopo della ricerca: indagare le basi neurali della rappresentazione degli stereotipi e in particolare la presenza di pregiudizi di genere.

 

Figura 1 – Dove sono rappresentati i pregiudizi? Le aree cerebrali più attive nella rappresentazione degli stereotipi di genere erano la corteccia prefrontale mediale di destra e il giro temporale mediale di destra.

Nell’immagine, sezioni cerebrali (sagittale e assiale) che mostrano le regioni attive durante l’elaborazione delle frasi che violavano il pregiudizio di genere, secondo l’analisi swLORETA. Sono state ottenute sottraendo i segnali registrati nella condizione congruente da quella incongruente nella finestra temporale di 350-450 millisecondi post-stimolo, che corrisponde al picco N400.

 

Questi stereotipi di tipo occupazionale che riguardano la professione di uomini e donne non si formano in modo volontario e non riguardano la nostra concezione morale della società, ma sono rappresentazioni mentali in una certa misura inconsce ed inconsapevoli che si legano alle nostre aspettative, trovano la loro origine nella nostra esperienza di vita e nell’esposizione ai media. Secondo i ricercatori, le donne li recepiscono diversamente perché vivono alcuni di questi pregiudizi soggettivamente, sulla propria pelle, mentre gli uomini li osservano prevalentemente nell’ambiente esterno.

 

Come hanno fatto i ricercatori a raggiungere queste conclusioni? A tutti coloro che hanno partecipato alla sperimentazione sono state presentate centinaia di frasi in italiano, tra le quali alcune costruite ad arte per creare determinate aspettative e poi confermare o violare pregiudizi di genere come l’associazione in campo professionale di forza fisica e potere agli uomini, e di empatia, delicatezza e cura del prossimo alle donne. Alcuni esempi di frasi non congruenti con questi pregiudizi, con personaggi maschili, erano: “Preparò il sugo e si fece la barba”; “Lasciò il pattinaggio artistico quando divenne padre”; “Stese i panni e raggiunse la moglie”. In modo speculare, con personaggi femminili: “Il notaio sta allattando”; “Cadendo dal tetto, l’antennista si è quasi ammazzata”; “L’ingegnere ha macchiato la sua gonna”.

 

Statisticamente è stato individuato un picco nel potenziale elettrico N400: quando la frase terminava in modo da rivelarsi incongruente con lo stereotipo di genere si attivavano varie regioni cerebrali, alcune delle quali coinvolte anche nella rilevazione delle violazioni semantiche e sintattiche, quasi come se si trattasse di un errore grammaticale. Le differenze maggiori, rispetto alle reazioni riscontrate di fronte a frasi neutre o congruenti con gli stereotipi, sono state osservate nei partecipanti maschi: la risposta automatica a N400 era infatti particolarmente precoce, dai 250 ai 400 millisecondi.

 

A livello anatomico, le regioni cerebrali maggiormente interessate da queste risposte bioelettriche sono la corteccia prefrontale mediale, coinvolta anche nella rappresentazione del pregiudizio etnico, la corteccia temporale mediale destra, che gestisce vari tipi di informazioni sulle persone (aspetto, voce, che cosa fanno tipicamente), e la giunzione temporoparietale, che è legata all’attribuzione di una mente agli esseri animati.

 

La ricerca è stata condotta su un campione formato da 38 partecipanti, 19 maschi e 19 femmine, presso il Bicocca ERP Lab in condizioni di isolamento da luci, rumori e altre interferenze, registrando i potenziali evento-correlati (Event-related potential) mediante elettroencefalografia, con una cuffia tecnologica dotata di 128 elettrodi. Nel corso delle rilevazioni, i partecipanti erano ignari del reale scopo della ricerca ed erano prevalentemente impegnati a riconoscere frasi che contenessero nomi di animali, pensando che lo studio sperimentale vertesse appunto su questa capacità. I dati raccolti sono stati poi confrontati e integrati con la tomografia a bassa risoluzione swLORETA.

 

«Un ruolo rilevante nella formazione degli sterotipi è giocato dai media tradizionali – commenta Alice Mado Proverbio, professoressa di Neuroscienze all’Università di Milano-Bicocca – e per i più giovani soprattutto da contenuti del Web come i video on-line. La continua esposizione a contenuti gender-biased, in cui la donna appare più frequentemente associata al ruolo di vittima o di puro oggetto estetico, piuttosto che ad esempio di manager, scienziata, persona dotata di forza, capacità e coraggio, contribuisce fortemente a creare una rappresentazione alterata, soprattutto nella mente maschile che ha meno elementi soggettivi e autobiografici per essere in disaccordo con lo stereotipo».

Pubblicato in Neuroscienze


I ricercatori del Dipartimento di Fisica, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia e l’Istituto di Nanotecnologia del Cnr, hanno dimostrato che è possibile realizzare ritratti utilizzando batteri geneticamente modificati come “vernice” vivente e la luce come pennello
Utilizzando un ceppo di Escherichia coli geneticamente modificato, i ricercatori del Dipartimento di Fisica, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia e l'Istituto di Nanotecnologia del Cnr, hanno osservato come questi batteri si accumulano laddove lo spazio di movimento è ridotto, proprio come accade alle auto che nel traffico cittadino si raccolgono in aree dove la loro velocità diminuisce. Sfruttando questa capacità, il team ha realizzato riproduzioni quasi perfette di immagini complesse, come a esempio la Gioconda di Leonardo.

Pubblicato in Medicina

Medicina

Paleontologia

I fossili raccontano la fine di un’era glaciale di 300 milioni di anni fa

I fossili raccontano la fine di un’era glaciale di 300 milioni di anni fa

14 Gennaio 2025

Un team internazionale di scienziati di cui fanno parte l’Università degli Studi di Milano...

Geografia e Storia

Conchiglie fossili: testimoni che raccontano i cambiamenti climatici del tempo profondo

Conchiglie fossili: testimoni che raccontano i cambiamenti climatici del tempo profondo

07 Febbraio 2025

Un team di ricercatori dell’Università Statale di Milano ha analizzato dal punto di vista...

Astronomia e Spazio

La “ragnatela cosmica” della materia oscura che forma l'Universo fotografata da ricercatori di Milano-Bicocca

La “ragnatela cosmica” della materia oscura che forma l'Universo fotografata da ricercatori di Milano-Bicocca

31 Gennaio 2025

Le prime immagini ad alta definizione della “ragnatela cosmica” che struttura...

Scienze Naturali e Ambiente

Cop 16: il flash mob del WWF

Cop 16: il flash mob del WWF

19 Febbraio 2025

In occasione della COP 16 sulla Convenzione Biodiversità, il 21 febbraio...

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery