Un nuovo farmaco apre prospettive terapeutiche per le bronchiectasie
Uno studio clinico internazionale, con il contribuito del team di Pneumatologia e Fibrosi Cistica del Policlinico di Milano e della Scuola di Specializzazione in Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Statale di Milano, ha dimostrato come l’innovativo farmaco Brensocatib sia in grado di modulare efficacemente l’infiammazione nei pazienti affetti da bronchiectasie.
I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine, saranno sottoposti alla valutazione dell’FDA.
Il trial clinico internazionale ASPEN ha dimostrato l’efficacia di Brensocatib, un farmaco innovativo che agisce sull’infiammazione delle vie aeree, elemento chiave nella progressione delle bronchiectasie, una malattia polmonare cronica. I dati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica The New England Journal of Medicine e i risultati sono stati raggiunti con il contribuito anche del team di Pneumologia e Fibrosi Cistica del Policlinico di Milano, diretta da Francesco Blasi, fra gli autori della pubblicazione, Prorettore ai rapporti con il Sistema Sanitario dell’Università degli Studi di Milano e Presidente del Comitato di direzione della Facoltà di Medicina e Chirurgia. Rilevante anche il ruolo dei medici in formazione specialistica in Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Statale di Milano. Un importante traguardo per questa malattia ancora senza cure specifiche approvate, che potrebbe rivoluzionarne la gestione.
Malattia di Alzheimer: regolare i livelli di dopamina riduce i sintomi nelle prime fasi della malattia
Uno studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma e condotto su modelli sperimentali, ha confermato che la stimolazione dopaminergica è efficace nel ridurre l’ipereccitabilità dell’ippocampo condizione alla base dell’insorgenza di epilessia e che può contribuire al progressivo danno cognitivo nella malattia di Alzheimer.
Uno studio dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, insieme alla Fondazione Santa Lucia IRCCS di Roma e condotto su modelli sperimentali, ha confermato che la stimolazione dopaminergica è efficace nel ridurre l’ipereccitabilità dell’ippocampo condizione alla base dell’insorgenza di epilessia e che può contribuire al progressivo danno cognitivo nella malattia di Alzheimer.
Roma, 18 gennaio 2024 - La malattia di Alzheimer è la prima causa di demenza nella popolazione italiana e oltre 600.000 persone convivono con questa condizione. Sebbene la diagnosi della malattia sia, ad oggi, esclusivamente legata ai sintomi riportati al neurologo dal paziente e misurati dal neuropsicologo, la ricerca sta proponendo sempre maggiori soluzioni per la diagnosi precoce dell’Alzheimer.
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