INFUCINA. La cucina a zero CO2

I grandi chef fanno tra di loro un esperimento, si tratta del “gioco dell’ultimo pasto”: è la tua ultima sera, hai un ultimo pasto a disposizione, cosa scegli di mangiare? Le risposte riguardano sempre piatti molto semplici: costolette d’agnello, spaghetti al pomodoro, ricotta fresca. Nessuno indica mai il menù degustazione di Alain Ducasse, o la straordinaria cucina di Ferran Adrià.
Tratto da “Infucina. La cucina a zero CO2”, a cura di AzzeroCO2


Recensione a cura di Veronica Rocco


Che cosa hanno in comune i peperoni spagnoli, gli asparagi messicani, i pomodori cinesi? Semplice, partecipano tutti alla fiera della globalizzazione alimentare, dove ogni nostro desiderio culinario diventa realtà . Eppure, giunti davanti al banco del supermercato, abbiamo l’impressione che l’eccezionale varietà di scelte a nostra disposizione si riduca, in fin dei conti, ad una scelta quasi obbligata, quella imposta dal mercato globale, con le sue patatine Mc Donald’s targate Monsanto e tutte rigorosamente uguali, per non parlare delle sue mele, rosse e croccanti, che sono una minuscola frazione del patrimonio genetico del melo (solo un secolo fa in commercio se ne trovavano migliaia di varietà diverse!).
Il percorso degli alimenti – dalla terra al supermercato, al piatto fino al bidone della spazzatura – ci fa capire quanto l’atto di mangiare, gesto vitale che accompagna l’uomo fin dalla sua nascita, sia diventato meccanico e inconsapevole. Sempre più spesso, ad esempio, acquistiamo prodotti senza sapere “cosa c’è dietro”, senza porci domande tipo “da dove vengono questi limoni?”, “quanti Km hanno fatto le ciliegie per arrivare fino al supermercato sotto casa nostra?”, “con quali materie prime è stata preparata la zuppa pronta nel barattolo?”. Le statistiche ci dicono che le abitudini alimentari dei popoli mediterranei sono profondamente mutate negli ultimi 40 anni. Il risultato? Secondo Josef Schmidhuber, economista senior della FAO, il cibo che mangiamo oggi è “troppo grasso, troppo salato e troppo dolce”.
I motivi di questa apparente negligenza sono tanti e spesso non dipendono solo dal consumatore. Pensiamo a quanti mediatori ci sono tra noi e il cibo che mangiamo: il marketing, la pubblicità, la distribuzione, il trasporto, il packaging, la proliferazione dei supermercati che hanno preso il sopravvento su negozi e botteghe. A questo va aggiunto anche il mutamento degli stili di vita e della struttura familiare tradizionale: le donne lavorano fuori casa, sempre più spesso le famiglie mangiano nei fast food.

Un caldo invito a riappropriarci di un gesto tanto antico quanto dimenticato come il mangiar sano viene da “Infucina. La cucina a zero CO2”, una guida pratica e utile alla cucina “a basso impatto ambientale”, a cura dell’associazione AzzeroCO2 , che ci aiuta a riscoprire il piacere della buona tavola proponendo piatti della nostra tradizione a base di prodotti locali, freschi e di stagione.
A chi di noi non è mai capitato di chiedersi in che modo possiamo contribuire a ridurre l’impatto ambientale della nostra “società del benessere”? La guerra di cifre che si combatte ogni giorno intorno ai temi dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici rischia di farci sentire impotenti nei confronti di una realtà che ci appare troppo spesso immodificabile perché basata su “forze occulte” e strane alchimie economico-finanziarie.

 

Molto, però, dipende anche da noi. Il nostro contributo quotidiano alla lotta contro l’inquinamento, infatti, nasce da gesti semplici, che possiamo fare senza troppe rinunce, semplicemente vivendo più in sintonia con la natura e i suoi ritmi biologici.
“Infucina. La cucina a zero CO2” nasce dall’idea che la globalizzazione del gusto e la preparazione di cibi standardizzati da New York a Bangkok, caratterizzati da sapori artificiali e uniformi, contribuisce ad aumentare l’inquinamento globale. Dietro ogni piatto confezionato, dietro ogni pasto frettolosamente consumato nella mensa aziendale o nei fast-food si nasconde una vera e propria attività industriale che non ha nulla da “invidiare” ad altre fonti di inquinamento come le centrali termoelettriche o il traffico delle nostre città.
Nei Paesi industrializzati, circa il 15% dell’energia totale consumata dalle economie domestiche (la cosiddetta “energia grigia”) viene utilizzato per l’alimentazione. Questo dato non tiene conto solo dell’energia usata per cucinare, ma anche dei consumi energetici derivanti dalla produzione, dalla lavorazione e dal trasporto degli alimenti, che costituiscono i due terzi dell’energia totale e sono responsabili dell’emissione di gas nocivi nell’ambiente.

Ecco, dunque, i consigli di AzzeroCO2 per “azzerare”, o quantomeno limitare, i consumi
energetici dentro la nostra “fucina” alimentare: rispettiamo il ciclo delle stagioni, mangiando alimenti freschi; scegliamo colture biologiche, che non hanno subito trattamenti “intensivi”; acquistiamo solo prodotti che possiamo reperire nella nostra zona e che non devono “atterrare” sulla nostra tavola dopo aver percorso migliaia di Km in aereo. Oggi, infatti, l’industria alimentare è in grado di esaudire qualsiasi nostro desiderio, ma a quale prezzo? Trasportare i cibi ai quattro angoli del pianeta non è un miracolo della tecnica ma un danno ambientale: “per trasportare a Firenze un kg di ciliegie dall’Argentina – scrive AzzeroCO2 - in volo per una distanza di 12.000 Km, si emettono 16,82 Kg di CO2. Il trasporto su strada in città di 1 Kg di ciliegie locali, prodotte in stagione in un raggio di 100 Km, emette 0,28 Kg di CO2” .
Un altro consiglio di Infucina è quello di sostenere la “filiera corta”, saltando gli intermediari e acquistando i prodotti direttamente dagli agricoltori. Uno dei metodi più efficaci è quello dei cosiddetti “Gruppi di Acquisto”: un gruppo di consumatori si mette d’accordo per comprare grossi quantitativi di generi alimentari direttamente dal contadino, risparmiando così sul prezzo finale.
Il libro fornisce anche una serie di accorgimenti che ognuno di noi può mettere in pratica ogni giorno a casa sua: dalla scelta degli elettrodomestici all’acquisto di prodotti confezionati in imballaggi riciclabili; dalla spesa online con consegna a domicilio ai metodi di cottura.



PERCORSI GASTRONOMICI
Infucina ci accompagna attraverso i suoi itinerari del gusto. Sono 4 come le stagioni
dell’anno e ognuno propone ricette semplici ma appetitose, all’insegna di alimenti che in quel periodo  sono “al top” della loro forma e della loro reperibilità. Con una sola raccomandazione: non esistono prodotti disponibili tutto l’anno!
Tre sono gli elementi-chiave delle ricette selezionate da AzzeroCO2: particolare cura nella scelta degli ingredienti, metodi di cottura brevi, territorialità. La preparazione delle ricette è accompagnata da consigli utili su come conservare gli alimenti, notizie storiche e curiosità sui cibi della nostra tradizione.
I menù di Primavera dischiudono i sapori delicati delle fave, degli asparagi, dei fagiolini e dei cardi. L’ Estate, stagione calda e luminosa, predilige la leggerezza delle insalate a base di farro e orzo, accompagnate da piselli, pomodori, peperoni e melanzane.
L’ Autunno è il tempo dei legumi, dei cereali, delle cipolle e delle zucche, ma anche degli agrumi dalle intense tonalità aranciate. I menù sono a base di polenta, funghi e fichi. Infine, l’Inverno ci porta in tavola il sapore dei broccoli, del cavolo, della verza, ma anche quello della rapa, del cedro e della frutta secca da consumare davanti al camino.
…Infine, una curiosità: nel ‘700 i siciliani chiamavano il pomodoro pumaramuri, ossia pomo d’amore. Il motivo è duplice: non solo ricorda nelle sue forme le curve del seno femminile, ma in passato era considerato un potente afrodisiaco!


Link consigliati:

http://www.azzeroco2.it/
http://www.slowfood.it/
http://www.legambiente.it/
http://www.kyotoclub.org/
http://www.ambienteitalia.it/


Note:

  1. Se nell’Unione Europea il principale fornitore di prodotti agroalimentari per l’Italia è la Francia, con il 16,5%, seguita da Germania, Spagna, paesi Bassi, crescono le importazioni dal Brasile e dall’Argentina. Fra i paesi emergenti, aumentano le importazioni da Cina e Thailandia, che mostra un incremento delle vendita verso l’Italia del 35% (fonte: Il commercio con l’estero dei prodotti agroalimentari, sintesi 2006)
  2. AzzeroCO2, creata da Legambiente, Kyoto Club e dall’Istituto di ricerche Ambiente Italia, nasce con l’intento di promuovere iniziative volte a contrastare l’emissione di gas serra e a sviluppare progetti all’insegna dell’efficienza energetica.
  3. AZZEROCO2 (a cura di), “Infucina. La cucina a zero CO2” XL edizioni 2008

 

Ultima modifica il Martedì, 06 Marzo 2012 14:37
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