La coppia intrappolata - Agganci nevrotici

Springer-Verlag Italia Srl
di Daniela Di Battista

Il rapporto di coppia dovrebbe essere improntato all’amore e al reciproco rispetto ma in alcuni casi, e più spesso di quanto si crede, si trasforma in una spirale di frustrazioni e di rivalse. Ma come si arriva a instaurare una relazione di questo tipo? Non si tratta del frutto del caso, ma dell’“aggancio nevrotico” tra due persone con strutture di personalità particolari, che giocano ciascuna un ruolo ben definito: da una parte il succube, con un orientamento di personalità dipendente, ossessivo-compulsivo e autofrustrante, dall’altra il dominante, con un orientamento di personalità paranoide e narcisistico. In questo nuovo volume, l’autrice descrive questa peculiare dinamica di coppia, illustrando alcuni casi ricavati dalla sua esperienza clinica e delineando i possibili approcci terapeutici. Completano la trattazione il test “Sei in una coppia da ‘aggancio nevrotico’?” che può rappresentare un utile strumento di riflessione per chi pensa di trovarsi “agganciato” o in una situazione a rischio, e una griglia di lavoro di impostazione cognitivo-comportamentale per la pianificazione terapeutica a uso del professionista psicologo.

Dott.ssa Di Battista, il suo nuovo saggio “La coppia intrappolata” reca un sottotitolo molto eloquente: “agganci nevrotici”. Quando e con quali modalità la relazione di coppia si trasforma in un rapporto che reca danno e frustrazione?
Possiamo riconoscere una relazione di coppia che reca danno e frustrazione quando uno dei due componenti della coppia cerca di prevaricare sull’altro manipolandolo e cercando di plasmarlo con una lettura della realtà che non corrisponde a quella vera; quando le incomprensioni, i sensi di colpa, le rivalità prendono il posto dell’amore; quando si perde il proprio “baricentro” e lo si sposta sul partner; quando il proprio partner diventa l’unica ragione di vita, il centro del proprio universo; quando si perde la propria capacità di critica e di giudizio e ci si aggancia alla lettura erronea che viene propinata dal partner come un mantra; quando confondiamo il vero ruolo che un partner dovrebbe avere all’intero di una coppia e lo si investe di magici poteri che dovrebbero sciogliere, come d’incanto, le catene che ognuno di noi si trascina dentro e dietro; quando ci si sminuisce e ci si annulla troppo idealizzando invece il partner. Certo spesso non è facile riconoscere di trovarsi in una di queste situazioni critiche: è per questo che nel libro si trova un test che offre un aiuto, un’occasione per capire e riflettere su quanto si potrebbe essere a rischio di diventare troppo dipendenti da un partner a discapito della propria autonomia e quindi probabili vittime di un aggancio nevrotico.

 

E quali sono i tratti di personalità o le nevrosi che più facilmente predispongono a rimanere intrappolati nella coppia?

Chi si lascia intrappolare è una persona con una bassa autostima, considerazione e consapevolezza di sé; generalmente è perfezionista e molto esigente con se stessa; è rigida e soprattutto non ammette di aver sbagliato (ma non per presunzione, semplicemente perché si sente sempre in errore); infine è abituata a compiere scelte che finiscono per sabotare la propria felicità e realizzazione. Ho sintetizzato ciò che in gergo psicologico corrisponde a un orientamento di personalità dipendente, ossessivo-compulsivo e auto-frustrante. Chi in genere cerca di intrappolare è un individuo che recita fino in fondo la parte del sicuro di sé che non mette mai in discussione le proprie idee; che ha bisogno continuamente di mettere alla prova chi ha di fronte stressandolo più del necessario e comunque mai abbastanza per rassicurarsi circa la propria scelta. Anche qui ho sintetizzato ciò che in gergo psicologico corrisponde a un orientamento di personalità narcisistico e paranoide. La nevrosi che intrappola è semplicemente il comportamento di voler perseverare in questa coppia così strutturata e caratterizzata non certo da un amore autentico, ma dal soddisfacimento di bisogni individuali non sani per un’unione felice.

Nel libro è riportata un’ampia casistica ricavata dalla sua esperienza di psicoterapeuta: quali tra questi le sembrano i più significativi?
Sono i tre casi che descrivo in modo dettagliato perché dimostrano la dinamica di questo aggancio nevrotico, evidenziando come esso non sia una peculiarità di un sesso rispetto all’altro, non dipende da una scelta sessuale, né dall’età; sono proprio gli orientamenti di personalità, le strutture di personalità che si agganciano.

Una volta delineato il problema, la domanda fondamentale è: come se ne esce? Quali sono i percorsi terapeutici che, nella sua esperienza, offrono la migliore prospettiva di risoluzione?
Ho dedicato tantissimi anni della mia professione nel mettere a punto una griglia di lavoro per uscire da un aggancio nevrotico: si trova nell’ultima parte del libro ed è utile sia alle persone che hanno questo problema, che possono rendersi conto di quale sia il percorso necessario per potersi sentire nuovamente liberi e più consapevoli, sia a tutti gli addetti ai lavori che possono utilizzare questa griglia di lavoro come un protocollo con una propria scientificità testata. Si tratta di una pianificazione terapeutica a impostazione cognitivo-comportamentale che include un elenco degli obiettivi terapeutici principali, formulati tenendo presenti i sintomi caratteristici dell’aggancio nevrotico.

Fabrizio Zucchini

Ultima modifica il Martedì, 16 Aprile 2013 16:39
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