Un esperimento evidenzia la ridotta capacità delle persone autistiche di adattare il proprio comportamento in un compito cooperativo motorio

Sapienza Università di Roma 23 Ago 2017

Il deficit di comunicazione e di interazione sociale sono considerati elementi distintivi delle condizioni dello spettro autistico (ASC); nessuno studio aveva però dimostrato finora sperimentalmente la sussistenza di queste caratteristiche nelle persone autistiche impegnate in attività di cooperazione e azione congiunta. 
Un team del Laboratorio di Neuroscienze sociali e cognitive della Sapienza, in collaborazione con l’ IRCCS Fondazione Santa Lucia e l’Università di Milano Bicocca, ha condotto per la prima volta un esperimento su un campione di 16 coppie composte da una persona autistica e da una priva di disturbi dello spettro autistico (cosiddetta neurotipica), entrambi senza disabilità cognitiva.
Alle coppie è stato chiesto di afferrare un oggetto il più contemporaneamente possibile. In particolare ad un partecipante veniva detto dove afferrare l’oggetto mentre all’altro di imitare il movimento del compagno o di compiere un gesto opposto. Inoltre, come compito di controllo, i partecipanti dovevano sincronizzarsi con uno stimolo non umano.

I risultati mostrano che in un compito di cooperazione, maggiore è il numero di tratti autistici minore è l'abilità di modulare la propria azione congiunta in base al proprio ruolo ricoperto nell'interazione.
Nel compito non sociale invece, i tratti autistici non determinano differenze nella preparazione e nella pianificazione del movimento ma le persone con un alto numero di tratti autistici venivano maggiormente distratte dallo stimolo non umano.
“Il nostro studio - spiega Ilaria Minio Paluello ricercatrice del team della Sapienza - mostra per la prima volta che un alto numero di tratti autistici predice uno stile interattivo stereotipato nelle condizioni in cui, per potersi coordinare con il proprio compagno, sarebbe più utile saper modulare i propri movimenti in base al proprio ruolo nell'interazione”.
Tale risultato, che evidenzia la ridotta capacità delle persone autistiche di adattare il proprio comportamento in un compito cooperativo motorio, aiuta a chiarire le numerose difficoltà quotidiane che esse incontrano nell'interazione sociale non verbale.
Le persone autistiche hanno difficoltà a comprendere la prospettiva altrui, utilizzano pochi segnali verbali e non verbali per regolare l’interazione sociale, mostrano un ridotto utilizzo e comprensione dei gesti comunicativi e del linguaggio corporeo, hanno difficoltà nel gioco sociale reciproco e cooperativo e nel coordinare le proprie azioni con un’altra persona per fare funzionare un oggetto.

 

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