I metodi alternativi ai test di tossicità sugli animali sono più validi e convenienti

"Niente è così forte come una idea il cui tempo è venuto" Victor Ugo

Si è tenuto a Milano, il 26/11/2010, presso il Centro Congressi FAS un convegno scientifico internazionale sui test di tossicità del XXI secolo ed i metodi alternativi. Il convegno ha riunito ricercatori di grande rilievo e ha fatto il punto, dopo molto tempo, delle possibilità di impiego di metodi alternativi all'uso degli animali.

Il fatto scientifico fondamentale è stato la valutazione dell'efficacia di questi metodi. Non si può sottovalutare il fatto che i cittadini siano sottoposti a un cocktail di sostanze tossiche che pongono la società di fronte al problema di difendere la salute, ma anche di ridurre i costi, i tempi di ricerca e le sofferenze degli animali impiegati nella ricerca.

Le moderne tecnologie (proteomica, metabolomica, culture, ecc...) sono fondamentali e riguardano sia il mondo scientifico, le industrie, coloro che devono prendere le decisioni; riguardano la società nel suo insieme.

Il fatto generale, emerso dal convegno, è la necessità, più che l'utilità, di sostituire i test con animali, con metodi alternativi. E' molto significativa e riassuntiva una frase di M. P. Whelan: “anticipare il passaggio ad un approccio alternativo integrato, basato principalmente su prove in vitro, integrato da metodi computazionali”.

L'oratore marca anche la necessità di comprendere le modalità con cui si manifesta la tossicità, dai primi eventi significativi molecolari osservati in vitro.

Ma il più significativo degli interventi è sicuramente quello di T. Hartung, il quale ricorda l'altissimo numero di animali usati nei test, significativamente in crescita del 15% in un periodo misurato; ricorda l'enorme quantità di sostanze prodotte, molte delle quali fornite di mutagenicità.

Per la prima volta, dopo molti anni, possiamo ascoltare un professore di una prestigiosa università americana, il quale dichiara, in un congresso, che il problema vero è la riproduttività dei risultati. La frase di Hartung: “There is no alternative to reach, but there is no reach without alternative”, può essere assunta come simbolo di questo convegno.

Lo stesso ricercatore, sottolinea che non c'è alcuna ragione per cui gli altri animali debbano dare informazioni predittive valide per l'uomo. Sottolinea l'importanza delle differenze genetiche fra le varie specie, anzi addirittura nella stessa specie. Mostra risultati diversi in pecore che si differenziano per avere mantello bianco, oppure nero. Le differenze sono particolarmente evidenti per quel che riguarda i falsi positivi e falsi negativi.

Come se non bastasse, dichiara che il metodo delle 3R non è la soluzione del problema. Ovviamente, sono importanti le condizioni in cui avvengono le colture: la temperatura, la tensione di O2 , i cambiamenti del metabolismo e delle capacità di difesa, la composizione delle colture, il PH, ecc...

Sottolinea che possiamo far molto, per raffinare, ridurre, ecc..., ma possiamo fare molto anche per valutare e validare metodi alternativi. L'autore della comunicazione termina, affermando che bisogna supportare i metodi alternativi e esercitare pressioni dal punto di vista legislativo, per ottenere risultati più veloci, con costi più bassi e soprattutto con un minor numero di animali impiegati, per ottenere una scienza migliore.

Molti altri autori delle comunicazioni si muovono sulla stessa linea. H. Keun, sottolinea il potenziale della metabolonica, nel contribuire allo sviluppo e a l successo di alternative ai test su animali. A. H. Piersma, dichiara che si dovrebbero impiegare, ogni volta che si può, cellule staminali, per facilitare l'estrapolazione dei risultati. G. P. Rossini sottolinea l'importanza della proteomica, nella caratterizzazione dell'azione dei tossici e nella predizione di tossicità. J. Borlak parla della incapacità dei modelli animali a scoprire e predire gli effetti di farmaci, a causa delle differenze tra le specie e sottolinea l'importanza delle colture, con epatociti umani, per predire il meccanismo della tossicità. E. Corsini, dichiara che una batteria, una serie di prove in vitro, sembra oggi il metodo più appropriato per proseguire negli approcci alternativi. Molti ricercatori sottolineano il risparmio di tempo, i costi più bassi, la trasferibilità dei risultati dei metodi alternativi, anche se alcuni limiti vengono evidenziati.

La serie delle comunicazioni ascoltate fornisce la somma dei dati imparati da sviluppo, accettazione, validazione, di metodi alternativi discordanti.

E' la voce di D. Mastrostefano, rappresentate del Ministero della Salute, ricorda la circolare del 27/1/92, sottolineando che secondo la legge italiana gli animali vengono usati solo quando non si può fare altrimenti. La legge italiana impone... ...ai ricercatori di dimostrare anche l'inevitabilità dell'uso degli animali.

Sembrerebbe dunque che le dichiarazioni di Mastrostefano illustrassero una situazione ottimale, ma egli non dichiara ciò che egli stesso ammise, in un precedente incontro: cioè che le cose, concretamente, non avvengono come prescrive la legge. La conclusione del convegno vede ancora protagonista Hartung, il quale dichiara che ci vuole un approccio critico al problema; che c'è l'opportunità di nuovi concetti e nuovi metodi per una migliore predittività.

La mia personale opinione è che si sia compiuto un fondamentale passo avanti. Ricercatori altamente qualificati, provenienti da tutto il mondo, evidenziano, con le loro ricerche, l'utilità e la validità dei metodi alternativi. Quanto dichiarato, dai ricercatori italiani, fin dall'audizione del Parlamento di Strasburgo del 1980, viene confermato pienamente. Viene anche confermata la maggior velocità ed il minor costo dei metodi alternativi: in buona sostanza la minore complessità della ricerca, (dunque la possibilità  di coinvolgere altri paesi, anzi interi continenti nella ricerca biometica) come dichiarai io stesso nel corso della discussione, alla Camera dei Deputati, nell'ultimo tentativo di riforma della legge 116, pochi anni or sono.

 

Bruno Fedi

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