“Le cellule del nostro cuore contengono una fitta rete di micro-tubi chiamata rete tubulare, che oltre a propagare i segnali elettrici fanno giungere la soluzione extra-cellulare fino alle regioni più interne della cellula. La diffusione della soluzione all’interno di questa rete è però molto lenta, sollevando numerose questioni su come viene mantenuta la giusta concentrazione di ioni durante i continui scambi con lo spazio intra-cellulare”, spiega Marina Scardigli del Lens. “Il nostro studio mostra che l'attività meccanica delle cellule cardiache assiste lo scambio dei contenuti all’interno di questa rete, comprimendoli ritmicamente ad ogni battito cardiaco.
Questo spinge il contenuto usato fuori dai tubi (proprio come facciamo con il dentifricio), che dopo il rilassamento cellulare viene sostituito con della soluzione fresca, risucchiando soluzione extracellulare al loro interno”, prosegue Leonardo Sacconi del Cnr-Ino e Università di Friburgo. “In sostanza, le cellule del muscolo cardiaco ventilano il loro sistema di tubi proprio come fanno gli insetti nei loro sistemi di respirazione tracheale. Finora, si pensava che il mantenimento del contenuto dei tubuli avvenisse solo per diffusione passiva. La bellezza di questa diffusione assistita è che, con l'aumentare della domanda, aumenta anche il numero di cicli di ventilazione: è quindi un sistema che si autocontrolla”.