Lo studio Sexual selection and the ascent of women: Mate choice research since Darwin pubblicato su «Science» e condotto dai ricercatori Gil G. Rosenthal dell’Università di Padova e da Michael J. Ryan dell’Università del Texas, mostra come Darwin avesse condotto i suoi studi sui meccanismi dell’accoppiamento viziato da una certa misoginia. «La misoginia di Darwin fu tale da precludere molta analisi di questo “gusto per la bellezza” – spiega il prof. Gil Rosenthal -. Una crescente attenzione ai meccanismi delle scelte sessuali – prima, durante, e dopo l’accoppiamento – e le influenze socioambientali su queste, rivela che questi meccanismi spesso evolvono per motivi che hanno poco che fare con la selezione sessuale basata sui cosiddetti ornamenti.
Il nostro studio mostra che la selezione del partner sessuale può derivare da fattori che non hanno nulla a che fare con gli ornamenti, e le preferenze di accoppiamento variano tra individui e specie
contemplando più dimensioni: la scelta del compagno potrebbe orientarsi non tanto verso il “migliore” in assoluto, quanto piuttosto verso il partner più compatibile in base a criteri non solo estetico-ornamentali ma sociali e sensoriali.
Questa gamma di conseguenze per le scelte sessuali determina come esse vadano ad influire processi su ampia scala come la formazione di nuove specie e le risposte ai cambiamenti ambientali.»
Questo studio, se da un lato conferma l’intuizione di Darwin che la scelta del compagno dà un contributo primario alla selezione sessuale, dall’altro suggerisce che la selezione sessuale è spesso trasversale alla scelta dell’accoppiamento. I meccanismi di scelta del compagno sono la chiave per comprendere come le decisioni sessuali siano alla base della speciazione e dell’adattamento ali cambiamenti ambientali. «Questi studi ci permettono di collegare esplicitamente i meccanismi dei processi decisionali con le loro conseguenze evolutive – conclude Rosenthal -. Un secolo e mezzo dopo Darwin possiamo considerare maschi e femmine entrambe come selezionatori, e concentrarsi un po' più su di loro invece che sul ruolo fino a oggi sopravvalutato degli ornamenti maschili».