Due nuove specie di Mathildae sono andate ad aggiungersi recentemente ai cinque rappresentanti del genere già conosciuti per il Mar Mediterraneo: Mathilda letei Prkic & Smriglio, 2007 e Mathilda bieleri Smriglio & Mariottini, 2007; di una terza specie ne è stata descritta solo la morfologia, in quanto il ritrovamento di un singolo esemplare, benché diverso dalle altre specie conosciute, non costituiva materiale sufficiente alla creazione di un ulteriore nuovo taxon.
Il genere Mathilda Semper, 1865 infatti era rappresentato da poche specie distribuite nel bacino mediterraneo: Mathilda cochlaeformis Brugnone, 1873, Mathilda coronata Monterosato, 1875, Mathilda gemmulata Semper, 1865, Mathilda quadricarinata (Brocchi, 1814), e Mathilda retusa Brugnone, 1873, tutte entità piuttosto rare, legate ai fondi coralligeni.
I due nuovi taxa sono stati inizialmente comparati anche con Mathilda barbadensis (Dall, 1889), specie amfiatlantica, recentemente segnalata in Mediterraneo per le coste toscane e Siciliane, ma una attenta analisi ha consentito di escluderne l’attribuzione, permettendo inoltre di ben caratterizzare quest’ultima specie, dubitandone infine della presenza in Mediterraneo. Infatti le segnalazioni di M. barbadensis per questo mare sembra siano da attribuire ad errate identificazioni, causate dalla difficoltà di interpretazione della scultura particolarmente elaborata degli appartenenti al genere.
Didascalie
Fig. 1 - Mathilda bieleri Smriglio & Mariottini, 2007. Olotipo, MZB27748.
Fig. 2 - Mathilda letei Prkic & Smriglio, 2007. Olotipo, MZB27749.
Fig. 3 - Mathilda sp. Collezione privata Smriglio-Mariottini (Rome, Italy).
SISTEMATICA
Famiglia Mathildidae Dall, 1889
Genere Mathilda Semper, 1865
Specie tipo (da seguente designazione di De Boury, 1883: 112): Turbo quadricarinatus Brocchi, 1814; Pliocene, Italia.
Mathilda bieleri Smriglio & Mariottini, 2007.
Il taxon è stato descritto sulla base del ritrovamento di 4 esemplari, tutti reperiti privi di parti molli, ma piuttosto freschi, provenienti da sedimenti dragati al largo delle coste laziali, Mar Tirreno centrale (41°51'N 11°28'E), e prelevati su un fondale adiacenti delle biocenosi a coralli bianchi (biocenosi CB, sensu Pérès & Picard, 1964) ad una profondità di 450-600 m., che quindi ne rappresentano il Locus typicus. L'analisi del sedimento ha fruttato numerosi frammenti di colonie di Desmophyllum cristagalli Milne Edwards & Haime, 1848 e Dendrophyllia cornigera (Lamarck, 1816), madreporari tipici di substrati duri dello stadio batiale. L’olotipo (6.1 x 2.9 mm) è depositato nella collezione del Laboratorio di Malacologia del Museo di Zoologia di Bologna al n. MZB29748; i restanti tre paratipi sono conservati nella collezione privata Smriglio-Mariottini (Rome, Italy). La specie è conosciuta solo dalla località tipo.
Mathilda letei Prkic & Smriglio, 2007
La specie è stata descritta analizzando un buon gruppo di esemplari, fra i quali alcuni provvisti di parti molli; 10 provenienti dall’Isola di Mljet, Croatia, 42°41'N 17°30'E, Mare di Adriatico Meridionale, 60-90 m di profondità, fondali a Corallium rubrum (Linnaeus, 1758), che quindi ne rappresentano l’habitat.
Un individuo proveniente dal Mar Tirreno Centrale (41°51'N 11°28'E, costa laziale), trovato in un campione di sedimento dragato su un banco coralli bianchi (biocenosi CB, sensu Pérès & Picard, 1964) ad una profondità compresa fra 450 e 600 m; un altro esemplare è stato ritrovato in sedimenti provenienti dal Mar Tirreno Settentrionale, nei pressi dell’Isola di Gorgona (Arcipelago toscano), prelevati ad una profondità di 300-450 m.
L’olotipo (6.4 x 2.6 mm) è conservato nel Laboratorio di Malacologia del Museo di Zoologia di Bologna al n. MZB29749; i restanti paratipi sono conservati in varie collezioni private europee.
Mathilda sp.
Un unico esemplare (9.9 x 4.6 mm) di una specie sconosciuta di Mathildidae è stato rinvenuto nello stesso sedimento nel quale è stato reperito il materiale tipico di M. bieleri; Mar Tirreno Centrale, coste laziali (41°51'N 11°28'E), banchi di coralli bianchi (biocenosi CB, sensu Pérès & Picard, 1964) alla stessa profondità di 450-600 m. Il nicchio, benché privo di parti molli era in buono stato di freschezza, ma, benché la scultura mostrasse una totale difformità sia con le due specie da poco descritte, sia con le altre specie conosciute per il bacino mediterraneo, non è stato possibile nominarlo in quanto reputato materiale insufficiente per la creazione di un nuovo taxon.
Tuttavia Mathilda sp. si considera specie simpatrica di M. bieleri, in quanto proveniente da un fondale con le stesse caratteristiche di reperimento di quest’ultima.
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