“Il nostro ruolo sarà di identificare nuove potenzialità dei sottoprodotti della lavorazione intermedia, nonché degli scarti veri e propri e per ottenere molecole base per successivi processi chimici e formulazioni di alimenti e prodotti cosmetici” spiega Giancarlo Fabrizi coordinatore scientifico del Progetto e docente di Chimica organica.
Si punta così a combinare la chimica, la biologia, l’ingegneria e biotecnologie per sviluppare e validare tecnologie sostenibili di estrazione, purificazione e concentrazione applicabili alle bioraffinerie in modo da estrarre proteine e altri composti bioattivi (peptidi, polifenoli, aminoacidi, fibre ecc.) per un futuro uso quali ingredienti di alimenti, prodotti chimici e cosmetici.
“È la cosiddetta terza generazione delle bioraffinerie, quella che non si accontenta di utilizzare biomasse, ma declina la sostenibilità soprattutto nell’estrema varietà di output e nella messa a frutto dei sottoprodotti intermedi e dei residui della lavorazione industriale” continua Fabrizi “In quest’ottica il progetto EXCornsEED, finanziato nel quadro del programma europeo Horizon 2020, si pone in linea con la strategia della bioeconomia perseguita e ribadita dall'Unione europea, nonché con il nuovo concetto di economia circolare”.
Il meeting di lancio di “EXCornsEED - Separation, fractionation and isolation of biologically active natural substances from corn oil and other side stream” si è svolto a Roma, alla presenza di rappresentanti degli 8 paesi coinvolti (Italia, Slovacchia, Romania, Spagna, Belgio, Svizzera, Germania e Paesi Bassi). Per la Sapienza saranno tre i dipartimenti in campo, quello di Ingegneria chimica materiali ambiente, di Chimica e tecnologie del farmaco e Scienze biochimiche "Alessandro Rossi Fanelli".