Il dipinto, conservato alla Tate Britain di Londra, è stato messo a confronto con il paesaggio reale, identificando sorprendenti corrispondenze morfologiche. Gli autori dello studio hanno rilevato analogie dettagliate, dalla particolare conformazione a 'W' delle valli alla posizione del ponte e del sentiero, fino alla prospettiva utilizzata dal pittore.
La Plausibilità Storica
Turner (1775-1851), noto come il "pittore della luce" per il suo uso innovativo del colore, anticipando l'Impressionismo, visitò più volte l'Italia in cerca di ispirazione.
Nel 1828, anno in cui realizzò il dipinto, Turner era effettivamente in Tuscia. I suoi quaderni di schizzi di quel periodo raffigurano località vicine a Blera come Viterbo, Nepi e Caprarola. Inoltre, il Ponte del Diavolo, probabilmente di epoca romana e situato lungo l'antica Via Clodia, era una tappa fondamentale del Grand Tour per i viaggiatori diretti a Roma, rendendo estremamente plausibile una sua visita.
Utilizzando un approccio che ha combinato analisi geomorfologica, studio di immagini storiche e riferimenti topografici, i ricercatori hanno potuto ricostruire l'ambiente di Blera com'era all'inizio dell'Ottocento, confermando l'ipotesi.
Valore della Scoperta
Questa scoperta non solo aggiunge un importante tassello alla conoscenza dell'opera di Turner, chiarendo la mappa dei suoi luoghi d'ispirazione italiani, ma offre anche una straordinaria opportunità per la promozione e la valorizzazione del patrimonio storico e naturale della Tuscia.