Capire le alterazioni della fisiologia umana è fondamentale per garantire la salute degli astronauti in vista delle ormai imminenti missioni sulla Luna e su Marte. Inoltre, poiché il decondizionamento nel volo spaziale ha caratteristiche simili all'invecchiamento accelerato, la fisiologia gravitazionale può avere importanti ricadute in ambito clinico-medico a Terra, per ritardare o prevenire disturbi legati alla crescente aspettativa di vita.
Lo studio proposto ha confrontato la risposta cardiovascolare in condizioni di microgravità (0G) con quanto accade sulla Terra: diversi parametri emodinamici - tra i quali il lavoro e la contrattilità cardiaca, il consumo di ossigeno e la pressione arteriosa - si riducono notevolmente. La tolleranza all'esercizio fisico di un astronauta risulta paragonabile a quella di una persona non allenata con uno stile di vita sedentario. Si sono osservate significative alterazioni della forma d'onda a livello capillare, che possono modificare la regolare perfusione e l'apporto medio di nutrienti a livello cellulare.
“Questi risultati - commenta la professoressa Scarsoglio “sono utili per progettare futuri voli spaziali di lungo termine, per adottare contromisure al fine di ridurre il decondizionamento e per comprendere lo stato di salute degli astronauti quando sarà loro richiesta una capacità fisica immediata al momento del ripristino parziale della gravità come ad esempio all’atterraggio sulla Luna o su Marte”.