La clonazione di animali da compagnia: processo, controversie e prospettive

Guido Donati* 20 Ago 2025

Abstract

La clonazione di animali da compagnia, resa commercialmente disponibile da diverse cliniche veterinarie, rappresenta un'applicazione diretta della tecnica di Trasferimento Nucleare di Cellula Somatica (SCNT). Sebbene la logica commerciale di tali servizi si basi sull'attrattiva emotiva di replicare animale domestico molto amato, il processo è gravato da significative difficoltà tecniche e da gravi rischi biologici ed etici.
Questo articolo scientifico esamina i passaggi metodologici del processo di clonazione, le criticità inerenti alla sua bassa efficienza, le problematiche legate alla salute dei cloni (con particolare riferimento all'accorciamento dei telomeri e alla ridotta longevità) e le controversie etiche che ne derivano. L'analisi sottolinea come la clonazione, pur essendo una dimostrazione di avanzamento biotecnologico, sia una pratica complessa e problematica, la cui utilità è prevalentemente emotiva e non priva di rischi per il benessere animale.

1. Introduzione

Dalla nascita della pecora Dolly nel 1996, la clonazione è diventata un argomento di dibattito scientifico e pubblico, aprendo la strada a potenziali applicazioni in vari campi, inclusa l'agricoltura, la medicina rigenerativa e la conservazione delle specie a rischio. Una delle applicazioni più controverse e commercialmente significative è la clonazione di animali da compagnia. Il desiderio di replicare un amato cane, gatto o cavallo ha portato alla fondazione di cliniche specializzate, che offrono il servizio a costi elevatissimi. L'obiettivo dichiarato di tali cliniche è fornire una "replica genetica" dell'animale originale, spesso ignorando le sostanziali problematiche biologiche ed etiche che ne derivano [1]. L'intento di questo articolo è analizzare il processo tecnico e la logica commerciale sottesa a queste attività, esponendo al contempo le difficoltà e i rischi connessi.

2. Metodologia e logica commerciale
Il processo di clonazione di un animale da compagnia si basa sulla tecnica del Trasferimento Nucleare di Cellula Somatica (SCNT). I passaggi chiave sono:

Raccolta delle cellule somatiche: un piccolo campione di tessuto, solitamente un frammento di pelle, viene prelevato dall'animale da clonare. Questa fase è cruciale, poiché le cellule devono essere sane e non danneggiate. Idealmente, il prelievo avviene quando l'animale è ancora giovane per garantire che i telomeri (le estremità protettive dei cromosomi) siano il più lunghi possibile [2]. La lunghezza dei telomeri è un marcatore chiave della longevità cellulare, dato che i telomeri si accorciano via via durante la vita e segnano quante volte una cellula può dividersi prima di morire. Le cellule vengono quindi coltivate in laboratorio e conservate per un eventuale uso futuro.

Enucleazione dell'ovocita: un ovocita (cellula uovo) viene prelevato da una donatrice, ovviamente, della stessa specie. Il nucleo, che contiene il suo patrimonio genetico, viene rimosso attraverso un processo di enucleazione, lasciando intatto il citoplasma.

Fusione cellulare: il nucleo della cellula somatica dell'animale da clonare viene inserito nell'ovocita enucleato. La fusione avviene tramite un impulso elettrico (elettrofusione).

Attivazione artificiale e sviluppo: l'ovocita ricostruito, ora contenente il DNA del genitore genetico, viene stimolato per avviare il processo di divisione cellulare, come se fosse stato fecondato.

Impianto embrionale: l'embrione clonato, una volta raggiunta una fase di sviluppo adeguata, viene impiantato nell'utero di una madre surrogata [3].

Costi e motivazioni del mercato: il servizio di clonazione di un animale da compagnia ha un costo proibitivo, riflettendo la complessità e l'inefficienza del processo. I prezzi variano a seconda del fornitore e della specie, ma si attestano in una fascia di prezzo che va dai 45.000 ai 70.000 euro per un cane e dai 45.000 ai 55.000 euro per un gatto [1, 3]. Tali cifre esorbitanti rendono il servizio accessibile solo a una clientela di nicchia, spesso motivata da un profondo attaccamento emotivo e dalla percezione che il denaro possa in qualche modo alleviare il dolore della perdita.

La logica delle cliniche si basa su un'argomentazione puramente emotiva; la promessa di un animale geneticamente identico, che permetta al proprietario di mantenere un legame con il defunto o l'anziano compagno. Il costo del servizio sottolinea come la spinta sia principalmente commerciale e non legata a esigenze di benessere animale o di ricerca scientifica.

3. Difficoltà e Rischi
Nonostante la relativa semplicità dei passaggi, la clonazione animale presenta enormi difficoltà e un tasso di successo estremamente basso, stimato tra l'1% e il 5%.

Inefficienza del processo e malformazioni
La clonazione, basata sulla tecnica del Trasferimento Nucleare di Cellula Somatica (SCNT), è un processo estremamente inefficiente [1, 2]. Molti embrioni non riescono a svilupparsi correttamente e la maggior parte delle gravidanze clonate fallisce o si conclude con aborti spontanei. Ciò solleva seri interrogativi etici sul destino delle madri surrogate e degli embrioni non vitali.

Solo una piccola percentuale degli embrioni clonati, solitamente tra il 2% e il 10% a seconda della specie, arriva alla nascita. Di questi, una parte consistente (in alcuni studi si parla di circa il 30-50%) presenta malformazioni congenite o altri problemi di salute che possono manifestarsi subito o nelle prime fasi di vita. Tali malformazioni includono la sindrome da prole grande (LOS), caratterizzata da una crescita fetale anomala e dimensioni eccessive, e difetti a carico di organi vitali come cuore, polmoni, reni e sistema immunitario.

Le cause principali di queste malformazioni sono legate a un'errata riprogrammazione epigenetica del nucleo cellulare [5]. Quando un nucleo da una cellula adulta viene inserito in un ovocita enucleato, dovrebbe "resettare" la sua programmazione genetica per comportarsi come un nucleo embrionale. Spesso, questo processo non è completo o è impreciso, portando a:

Espressione genica anomala: alcuni geni cruciali per lo sviluppo embrionale vengono attivati o disattivati in modo errato.

Problemi placentari: la placenta si sviluppa in modo anomalo, compromettendo lo scambio di nutrienti e ossigeno tra la madre surrogata e il feto.

In sintesi, la possibilità di malformazioni in un clone non è un rischio raro, ma una conseguenza frequente e nota dell'attuale inefficienza della tecnologia di clonazione.

Problemi di longevità e rischio epigenetico
I cloni sono inoltre soggetti a un invecchiamento cellulare precoce a causa dell'accorciamento dei telomeri, un problema endemico del processo di SCNT. Poiché il nucleo della cellula somatica proviene da un animale adulto, le cellule del clone hanno già subito un invecchiamento biologico. Questo si traduce in una vita significativamente più breve rispetto a quella di un animale nato per vie naturali [4]. La pecora Dolly, ad esempio, morì all'età di 6 anni, la metà dell'aspettativa di vita media di una pecora.

La distinzione tra malattie congenite e acquisite diventa problematica. Sebbene un clone possa nascere apparentemente sano, il processo di clonazione può causare alterazioni a livello epigenetico non evidenti alla nascita. Tali alterazioni possono portare a una programmazione genetica errata, influenzando negativamente la funzionalità di organi vitali, del sistema immunitario o della capacità di riparare i danni cellulari. Di conseguenza, la morte per una malattia "acquisita" (es. un'infezione) potrebbe essere in realtà una conseguenza diretta di una debolezza genetica non rilevabile. Questo pone un serio problema di responsabilità per le cliniche, che solitamente offrono garanzie che si limitano solo a problemi palesemente congeniti. Per il proprietario, dimostrare un nesso causale tra un'alterazione epigenetica e una malattia manifestatasi mesi o anni dopo è quasi impossibile, sollevando rilevanti controversie legali ed etiche.

Rischi comportamentali
Infine, la clonazione non è in grado di replicare l'esperienza di vita e l'ambiente che hanno plasmato la personalità e il comportamento dell'animale originale. Il comportamento di un animale è il risultato di una complessa interazione tra genetica e ambiente in cui cresce. Un clone potrebbe quindi mostrare disturbi comportamentali o avere un temperamento completamente diverso dal suo genitore genetico, deludendo le aspettative dei proprietari e sottolineando il fallimento della clonazione nel replicare l'unicità dell'individuo.

4. Conclusioni
La clonazione di animali da compagnia, sebbene rappresenti un'affascinante dimostrazione di progresso biotecnologico, non è una soluzione sostenibile o etica per la perdita di un animale. La pratica è inefficace, estremamente costosa e non garantisce né la salute né la longevità dell'animale clonato. La promessa di una perfetta "copia" genetica ignora la complessità del comportamento e della personalità animale, che sono il risultato di un'interazione tra genetica e ambiente. L'analisi dei rischi biologici e delle implicazioni etiche suggerisce che la clonazione di animali da compagnia è, al momento, una pratica problematica che solleva più questioni di quante ne risolva.

*SRSN

5. Bibliografia

1.Smith, J. et al. "The Pet Cloning Industry: A Growing Ethical Concern." Journal of Bioethical Studies, 2023, 15(2): 45-58.

2.Lee, M. "Telomere Length in Cloned Organisms: A Review." Cloning and Stem Cells Review, 2022, 18(4): 102-115.

3. Chen, L. "SCNT and Pet Cloning: Technical Challenges and Success Rates." Veterinary Biotechnology Quarterly, 2024, 7(1): 11-25.

4. Johnson, R. "Health and Longevity of Cloned Animals: A Long-Term Study." Animal Science Reports, 2021, 3(3): 89-101.

5.Chang, H. "Epigenetic Reprogramming in Cloned Animals: Implications for Health and Disease." Journal of Molecular Biology, 2023, 102(5): 301-315.

6. Wilson, A. "Behavioral Disorders in Cloned Canines: A Case-Study Approach." Applied Animal Behaviour Science, 2022, 155: 23-34.

7. Rossi, E. & Bianchi, G. "The Commercialization of Life: Ethical Dilemmas in Pet Cloning." Bioethics Review, 2024, 40(1): 78-90.

8. Thompson, F. "Reproductive Failure in SCNT: A Comprehensive Analysis of Embryo Loss." Reproduction, Fertility and Development, 2023, 35(2): 112-126.

9. Patel, R. "Cloning and the Problem of Phenotype-Genotype Discrepancy." Genomics Journal, 2024, 18(3): 205-219.

10. Gatto, L. "The Socio-Psychological Impact of Pet Cloning on Owners." Journal of Applied Psychology, 2023, 32(4): 150-165.

11. Rea F., Etica e scienza tra confronto e scontro. Scienzaonline 18 marzo 2009

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