I Tesori Nascosti della Namibia: Le Incisioni Rupestri di Peet Alberts

Guido Donati* 07 Ago 2025


Quando si parla di arte rupestre in Namibia, la mente vola quasi inevitabilmente a Twyfelfontein, un sito Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Eppure, vicino alla città di Kamanjab, si nasconde un altro tesoro archeologico di inestimabile valore, meno noto ma ugualmente affascinante: le incisioni rupestri di Peet Alberts [1, 2]. Questo sito, noto anche come Peet Alberts Koppie, dista appena 6,9 km da Kamanjab e circa 229 km a sud-ovest del Parco Etosha [2]. Con oltre 1.500 incisioni [2], è considerato il secondo per grandezza in Namibia per numero e qualità delle opere [2].

Il sito si trova su una serie di formazioni rocciose di granito [4] e prende il nome dall'agricoltore che le scoprì negli anni '50, quando la sua fattoria si estendeva sull'area. Le opere d'arte rimasero un segreto quasi privato per decenni, note solo agli abitanti del luogo e agli studiosi, prima di attirare l'attenzione del mondo accademico e della comunità del patrimonio culturale [2].

Le incisioni, realizzate su una superficie che si estende per centinaia di metri, rappresentano una vera e propria galleria d'arte a cielo aperto. Il repertorio iconografico è vastissimo e testimonia la ricchezza della vita animale e culturale della regione in epoche remote. Le opere risalgono a un vasto arco di tempo, che si stima tra 25.000 e 400 anni fa. In particolare, è possibile distinguere due stili principali, attribuibili alle due culture che si sono alternate nel sito [3]:

Incisioni figurative dei San: Le opere più antiche, attribuite ai cacciatori-raccoglitori San, sono prevalentemente figurative. Si possono riconoscere con chiarezza figure di rinoceronti, elefanti, giraffe e antilopi, spesso raffigurati in movimento e con un'attenzione notevole per i dettagli [1]. Per il popolo San, queste incisioni non erano semplici rappresentazioni della fauna locale, ma erano strettamente connesse a pratiche sciamaniche. Il Grande Dio Gauwa risiedeva sotto la superficie della roccia, e la sua potenza era infusa nei grandi animali, specialmente nel loro grasso. Consumare il grasso di questi animali era un rituale per infondere lo spirito del mondo in sé stessi. Il sito stesso era considerato un ingresso al mondo spirituale e le incisioni servivano come tramite per interagire con esso.

 

Incisioni astratte dei Khoikhoi: In un secondo momento, con l'arrivo dei pastori Khoikhoi, si osserva un cambiamento nello stile. Le loro incisioni tendono a essere più astratte e geometriche, come cerchi, linee puntinate e simboli stilizzati [1]. Questi disegni, risalenti a un'epoca più recente (si pensa a circa 2.500-400 anni fa), sono considerati un segno distintivo della cultura Khoikhoi, che utilizzava l'arte rupestre per scopi diversi, forse legati alla gestione del bestiame o a una spiritualità differente.

Gli archeologi hanno notato che alcune delle incisioni più antiche e figurative dei San vengono spesso sovrapposte da opere più recenti, dimostrando l'alternanza e la successione culturale sul sito. Non si tratta semplicemente di disegni, ma di documenti storici che raccontano della vita, delle credenze e dell'ambiente circostante dei popoli che le hanno create [3].

A differenza di Twyfelfontein, il sito di Peet Alberts non è formalmente protetto e non è gestito come un'attrazione turistica [1]. Questa mancanza di protezione lo rende particolarmente vulnerabile all'erosione naturale e ad atti di vandalismo. Il suo stato attuale sottolinea l'urgenza della conservazione e la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica sul valore inestimabile di questo patrimonio. Il sito è stato designato come monumento nazionale della Namibia [4].

Le incisioni rupestri di Peet Alberts sono molto più che semplici segni sulla pietra: sono un ponte con il passato, una finestra su un mondo dimenticato e un'importante testimonianza della ricca storia culturale della Namibia. La loro esistenza ci ricorda la profonda connessione tra l'uomo e la natura e la necessità di proteggere questi tesori affinché possano continuare a raccontare le loro storie alle generazioni future.

 

Bibliografia


"Rock Engravings At Farm Kamanjab", Namibian.org

"Discover the Ancient Art of Peet Alberts Rock Engravings", Evendo

"Rock art | Namibia", Namibweb, url: https://www.namibweb.com/rockart.htm

"Category:Rock Engravings at Peet Alberts Koppie", Wikimedia Commons

Breunig, P., "Humans, megafauna and landscape structure – Rock engravings from Namibia encourage a comparative approach to central Europe and southern Africa", Vertebrate Zoology, 2014.

Scherz, E. R., "Rock paintings and engravings of prehistoric Southwest Africa: An investigation into their origin and significance", The Journal of the SWA Scientific Society, 1975.

"Rock Art in North-Western Central Namibia - its Age and Cultural Background", in C. Limprecht, M. Biesele (a cura di), Heritage and Cultures in Modern Namibia - In-depth Views of the Country, Klaus Hess Publishers, 2014.

Gwasira, G., Basinyi, S. e Lenssen-Erz, T., "The relevance of prehistoric rock art in the present", Journal of the University of Namibia, 2018.

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