L'80% dei malati oncologici sviluppa problemi pelle
Sono uno dei principali problemi per i pazienti oncologi, nonostante la maggiore efficacia, le terapie come chemio, radio e i nuovi farmaci biologici presentano un alto costo da pagare per circa l'80% dei pazienti: l'insorgenza di effetti collaterali e danni a livello cutaneo. In particolare i nuovi biologici che hanno modificato la prognosi, agiscono attraverso l'inibizione dei fattori di crescita che sono molto espressi a livello cutaneo. Le manifestazioni sono di vari livelli di gravita' e comprendono un ampio spettro di condizioni: dermatiti, xerosi ossia la secchezza cutanea, mucositi, fissurazioni e vere e proprie ragadi, rash cutanei, infiammazione dei follicoli piliferi, granulomi, alterazioni delle unghie.
"Prevenire questi effetti collaterali non solo e' possibile ma comporta un drastico miglioramento della qualita' di vita dei malati e si affianca ad una maggiore aderenza alle cure. E' necessario quindi una maggiore consapevolezza da parte degli oncologi della necessita' di essere affiancati dai dermatologi gia' prima dell'inizio delle terapie con un protocollo di 'accudimento cutaneo' che prepari la pelle allo stress estremo che la attende. Il principio base e' quello di impedire la rottura della barriera cornea e degli effetti a cascata che ne derivano", spiega la dottoressa Maria Concetta Pucci Romano, Specialista in Dermatologia e presidente del Board Il Corpo Ritrovato, responsabile ambulatorio dedicato all'ospedale S. Camillo di Roma. Mentre durante e successivamente e' possibile minimizzare gli effetti con prodotti topici arricchiti di grassi come unguenti e pomate che aiutano l'idratazione, una detersione corretta, l'uso di acque termali per lenire e diminuire l'infiammazione, antibiotici locali (per l'aumentata incidenza di infezioni) e sostanze antiossidanti come la vitamina E.
"Prevenire questi effetti collaterali non solo e' possibile ma comporta un drastico miglioramento della qualita' di vita dei malati e si affianca ad una maggiore aderenza alle cure. E' necessario quindi una maggiore consapevolezza da parte degli oncologi della necessita' di essere affiancati dai dermatologi gia' prima dell'inizio delle terapie con un protocollo di 'accudimento cutaneo' che prepari la pelle allo stress estremo che la attende. Il principio base e' quello di impedire la rottura della barriera cornea e degli effetti a cascata che ne derivano", spiega la dottoressa Maria Concetta Pucci Romano, Specialista in Dermatologia e presidente del Board Il Corpo Ritrovato, responsabile ambulatorio dedicato all'ospedale S. Camillo di Roma. Mentre durante e successivamente e' possibile minimizzare gli effetti con prodotti topici arricchiti di grassi come unguenti e pomate che aiutano l'idratazione, una detersione corretta, l'uso di acque termali per lenire e diminuire l'infiammazione, antibiotici locali (per l'aumentata incidenza di infezioni) e sostanze antiossidanti come la vitamina E.
RADIOTERAPIA - La tossicita' cutanea e' un effetto frequente della radioterapia che si verifica entro sei settimane della fine del trattamento (reazione precoce) o comunque entro sei mesi (reazione tardiva). A volte anche durante. Tra i danni acuti di quella che viene definita 'radiodermite' si contano eritemi, iperpigmentazione della zona trattata, desquamazione e perdita della peluria. Preparare la pelle e sorvegliarla nel corso del trattamento, riduce e spesso annulla qualunque effetto collaterale.
TERAPIA CON FARMACI ANTI EGFR - L'effetto tossico cutaneo di questo tipo di farmaci colpisce in prevalenza le zone seborroiche del volto, cuoio capelluto e torace, con meno frequenza le estremita' e il dorso e si presenta come una eruzione acneiforme. Compare durante le prime due settimane di trattamento, si accompagna a prurito molto fastidioso e puo' essere complicata da ulteriori infezioni batteriche. In queste zone infatti, la cute e' ricca di fattore di crescita che viene inibito dal farmaco in questione. La secchezza cutanea e delle mucose ha un'incidenza variabile dal 12% al 35% nei clinical trials, e, spesso, rappresenta uno dei parametri cutanei che influenza in modo costante la qualita' di vita del paziente. Le patologie delle unghie, onicopatie, sono presenti in circa il 10-20% dei pazienti, durano a lungo e quindi risultano fortemente invalidanti.
FARMACI BIOLOGICI - "Una delle strategie piu' moderne in oncologia e' quella di bloccare alcuni recettori cellulari delle cellule neoplastiche per bloccarne le attivita' di replicazione. Uno dei piu' comuni e' l'Egfr, acronimo di Epidermal Growth Factor diventato un target di molti dei moderni farmaci biologici (gli anticorpi monoclonali)- illustra la professoressa Gabriella Fabbrocini Docente di Der5matologia all'Universita' Federico II di Napoli e membro del Board Il Corpo Ritrovato- Purtroppo si tratta di un recettore espresso anche nelle cellule cutanee che quindi risultano danneggiate dai trattamenti: succede al 60-80% dei pazienti con casi piu' gravi, pari al 5-20% che possono comportare una riduzione del dosaggio o addirittura la sospensione delle cure. Uno studio pubblicato su Oncology nel 2007 aveva gia' dimostrato un allarmante numero di casi di riduzione del dosaggio dei farmaci e di sospensione dei trattamenti a causa delle reazioni cutanee".
L'azione dei farmaci inibitori dell'Egfr e' diretta ai cheratinociti basali: ne arresta la crescita, ne induce il suicidio cellulare, aumenta la differenziazione l'infiammazione. "Anche l'uso di farmaci biologici che hanno come target alcune molecole di superficie cellulare implicate nell'inibizione del sistema immunitario (ad esempio PD-1, PDL-1). Il farmaco stimola la risposta immunitaria del paziente nei confronti del tumore, agendo quindi indirettamente e attiva le cellule T del sistema immunitario con effetti negativi sulla cute. Piu' del 40% dei soggetti con melanoma in terapia con biologici fa i conti con reazioni cutanee con rush e prurito, a cui seguono dermatiti, psoriasi, vitiligine e manifestazioni a carico delle mucose come quella della bocca", come spiega il professor Vincent Sibaud del Dipartimento di Oncoematologia dell'Istituto dei Tumori di Tolosa.
"Per evitare la secchezza cutanea e' necessario fare molta attenzione alla detersione e all'idratazione. I detergenti non devono contenere tensioattivi aggressivi e eccessivamente schiumogeni (sodiolauril-solfato, sodiolauriletere-solfato), e va privilegiata una detersione per 'affinita''- suggerisce la dottoressa Romano- Vanno bene emulsioni Acqua/Olio in cui la componente lipidica e' costituita da grassi vegetali di derivazione naturale ( come il burro di karite', e l'olio di germe di grano, di jojoba, di avocado) o di sintesi (caprilyc capric triglyceride); mentre vanno evitati prodotti che contengono troppi derivati dagli idrocarburi (petrolatum, paraffina, vaselina) o di siliconi (cyclomethicone, dimethicone, cyclopentasiloxane, cyclohexasiloxane). Per ripristinare l'idratazione e contrastare l'effetto ossidativo della terapia farmacologica, l'idratante per eccellenza dovra' essere formulato con principi attivi selezionati e mirati: insaponificabili (karite', jojoba, oliva, palma), aloe, niacinamide (vit. B3), tocoferoli e tocotrienoli, ceramidi, gamma orizanolo. Da evitare creme a base di sostanze esfolianti e irritanti come acido glicolico, alfa-idrossiacidi. Nel caso di prurito si puo' ricorrere all'uso di antistaminici indicati dal medico". Quando la secchezza e' cosi' impegnativa da produrre fissurazioni e ragadi, si puo' consigliare l'uso di eosina acquosa al 2% per toccature locali, associata a creme o paste a base di vit. E e ossido di zinco. La scelta di una formulazione in unguento (realizzata con urea e non con i petrolati) compresa quella relativa a topici antibiotici, va sempre privilegiata. Il rash cutaneo e' l'evento avverso piu' frequente (78-87%); esso compare mediamente entro due settimane dall'inizio della terapia e scompare dopo la fine del trattamento. Si e' creduto che la sua severita' fosse indicatore di efficacia del farmaco, ma gli studi successivi non hanno confermato questo dato. Un'altra buona ragione per prevenirlo. La xerosi e' il secondo sintomo per frequenza (36-44%) e si localizza prevalentemente a livello degli arti. La cute si presenta secca e con desquamazioni a piccole scaglie e puo' essere presente prurito nelle aree colpite dall'eruzione acneiforme. Questa manifestazione cutanea e' trattata con i cosiddetti "non saponi" o con oli detergenti, cui si associa una terapia topica idratante-relipidante per non aggravare la sintomatologia pruriginosa.
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