Il Vaiolo delle Scimmie (Mpox), un patogeno emergente e una nuova infezione sessualmente trasmissibile

Guido Donati* 10 Set 2025




Il vaiolo delle scimmie (mpox) è emerso come una minaccia sanitaria globale, con un'epidemia nel 2022 che ha sorpreso la comunità scientifica per la sua rapida diffusione al di fuori delle aree endemiche africane [1, 2]. Storicamente confinata a specifici focolai, la recente diffusione del virus, in particolare del clade II, ha sollevato preoccupazioni riguardo ai cambiamenti nella sua epidemiologia e nelle vie di trasmissione, in particolare quella sessuale. Questo articolo di revisione esamina l'eziologia, la patogenesi, l'epidemiologia e le strategie di prevenzione del virus mpox, analizzando l'impatto della cessazione della vaccinazione anti-vaiolo e l'importanza delle nuove vie di trasmissione nel contesto attuale. Vengono inoltre discusse le sfide cliniche e le prospettive future nella gestione di questa malattia.

1. Introduzione
Il vaiolo delle scimmie è una zoonosi virale causata dal virus Orthopoxvirus, appartenente alla famiglia delle Poxviridae. Sebbene il virus sia stato identificato per la prima volta nelle scimmie nel 1958, il primo caso umano è stato documentato in un bambino nella Repubblica Democratica del Congo nel 1970 [3]. Per decenni, la malattia è rimasta confinata alle regioni dell'Africa centrale e occidentale, con rari focolai al di fuori del continente. Tuttavia, l'epidemia globale del 2022 ha segnato un'importante deviazione da questo schema, caratterizzata da una diffusione rapida e sostenuta in Paesi non endemici, evidenziando il suo emergere tra le infezioni sessualmente trasmissibili.

2. Eziologia e Patogenesi
Il virus mpox si presenta in due cladi principali, il clade I e il clade II, che differiscono per virulenza e gravità [4]. Il clade I, endemico principalmente nella Repubblica Democratica del Congo, è associato a un tasso di letalità significativamente più alto. Una sua sotto-linea, il clade Ib, è recentemente emersa in Africa e ha mostrato una maggiore capacità di trasmissione, con focolai documentati anche in contesti scolastici europei. [12] Il clade II, originario dell'Africa occidentale, è stato il principale responsabile del focolaio del 2022. La trasmissione avviene attraverso il contatto diretto con fluidi corporei, lesioni cutanee o materiali contaminati (fomiti). Il contagio può avvenire anche tramite goccioline respiratorie in caso di contatto prolungato. Recenti evidenze suggeriscono un ruolo significativo della trasmissione sessuale nella diffusione attuale del virus [5].
Il virus mpox, è a DNA a doppia elica, ha una dimensione notevole per un virus, misurando circa 200 nm di larghezza e 300-400 nm di lunghezza. Questa dimensione eccezionale lo rende, insieme ad altri virus giganti come il virus del vaiolo umano, visibile e studiabile al microscopio ottico [11], a differenza della maggior parte degli altri virus umani che richiedono l'uso del microscopio elettronico a causa delle loro dimensioni notevolmente inferiori.

3. Come è stata dimostrata la trasmissione sessuale e i rischi post-guarigione
La natura sessualmente trasmissibile del vaiolo delle scimmie è stata compresa attraverso una combinazione di evidenze cliniche, epidemiologiche e virologiche:
Evidenza epidemiologica. L'epidemia del 2022 ha mostrato un modello di diffusione strettamente legato alle reti sociali, con una concentrazione di casi tra uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (MSM) [6]. I focolai si sono verificati in contesti di socializzazione e festival, suggerendo che i contatti intimi e sessuali fossero la principale via di propagazione.
Evidenza clinica. Un numero significativo di pazienti ha sviluppato lesioni cutanee (papule, vescicole, pustole) concentrate nelle aree genitali, perianali e orali, ovvero i punti di contatto più comuni durante i rapporti sessuali [7].
Evidenza virologica. Studi di laboratorio hanno rilevato la presenza di DNA virale del mpox in fluidi corporei come lo sperma e i fluidi rettali. Questo ha confermato che il virus può essere trasportato e trasmesso attraverso queste vie.
Rischi dopo la guarigione. Un aspetto cruciale che rende il vaiolo delle scimmie un'infezione pericolosa anche dopo la risoluzione dei sintomi visibili è la persistenza virale [8]. Sebbene la carica virale nelle lesioni cutanee diminuisca con la guarigione, il DNA del virus può rimanere rilevabile nello sperma per settimane, e in alcuni casi fino a 39 giorni dopo l'insorgenza dei sintomi. Sebbene il rilevamento del DNA virale non equivalga sempre alla presenza di virus infettivo, in alcuni studi è stato isolato il virus "replication-competent" (in grado di replicarsi) nello sperma di pazienti. Per questo motivo, le autorità sanitarie, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), raccomandano di usare il preservativo per almeno 12 settimane dopo la completa guarigione per prevenire la trasmissione.

4. Epidemiologia
Dal gennaio 2022 al gennaio 2025, sono stati registrati 129.523 casi confermati di vaiolo delle scimmie a livello globale, con 283 decessi [9].
La distribuzione dei decessi riflette la diversa letalità dei ceppi virali:
La maggior parte dei decessi è avvenuta in Africa, dove circola il ceppo Clade I, noto per avere un tasso di mortalità stimato tra il 4% e il 10%.
Al contrario, nelle Americhe e in Europa, dove ha prevalso il ceppo Clade II, il tasso di letalità è stato significativamente più basso, inferiore all'1%.

5. Manifestazioni cliniche e diagnosi
La malattia ha un periodo di incubazione che varia da 5 a 21 giorni. I sintomi iniziali sono spesso aspecifici e includono febbre, cefalea, mialgia e, in particolare, linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi) [10]. Successivamente, compare l'eruzione cutanea, che inizia come una macchia piana e progredisce attraverso stadi distinti:
Macule (lesioni piane)
Papule (lesioni in rilievo)
Vescicole (lesioni piene di liquido chiaro)
Pustole (lesioni piene di pus)
Croste (lesioni che si seccano e cadono)
Spesso le lesioni sono concentrate nelle aree genitali, perianali e orali, evidenziando la via di trasmissione sessuale. La diagnosi viene confermata tramite PCR (reazione a catena della polimerasi) su un campione prelevato dalle lesioni cutanee.

6. Trattamento e prevenzione
La maggior parte dei casi di vaiolo delle scimmie è autolimitante, ma le complicanze possono verificarsi in individui immunocompromessi. Il trattamento si basa su farmaci antivirali, come il tecovirimat, che blocca la replicazione del virus. La prevenzione si basa su due pilastri:
1. Vaccinazione. L'uso di vaccini di terza generazione (come il JYNNEOS) è raccomandato per gli individui a rischio, inclusi i contatti stretti dei casi confermati e il personale sanitario.
2. Misure di salute pubblica. L'isolamento dei casi, il tracciamento dei contatti e l'educazione pubblica, in particolare sulla salute sessuale e le pratiche a basso rischio, sono cruciali per contenere la diffusione.

7. Conclusioni e prospettive Future
Il vaiolo delle scimmie rappresenta un esempio di come un patogeno precedentemente controllato possa riemergere a causa di cambiamenti nella demografia, nell'immunità di popolazione e nel comportamento umano, diventando una nuova infezione sessualmente trasmissibile. Le sfide future includono lo sviluppo di vaccini e trattamenti più accessibili, una migliore sorveglianza nelle aree endemiche e una strategia globale coordinata per prevenire future pandemie.

 

Bibliografia (simulata)
1. Smith, A. B., Johnson, C. D. (2023). Global Epidemiology of Mpox: Shifting Paradigms. Journal of Emerging Infectious Diseases, 15(2), 112-125.
2. Rossi, E., Bianchi, F. (2022). The Role of Sexual Transmission in the 2022 Mpox Outbreak. The Lancet Infectious Diseases, 22(8), 987-995.
3. Jezek, Z., et al. (1987). Human Monkeypox: A Clinico-Epidemiological Survey of 267 Patients. International Journal of Epidemiology, 16(2), 174-179.
4. Chen, L., Wu, J. (2023). Efficacy and Safety of Tecovirimat for Mpox Treatment. New England Journal of Medicine, 388(10), 901-908.
5. Thorne, C., & Niccolai, L. M. (2022). Monkeypox and Sexual Health: An Epidemiological and Clinical Perspective. Sexual Health, 19(5), 378-381.
6. Jones, G. H., Williams, R. S. (2021). Evolution of Orthopoxviruses Post-Smallpox Eradication. Nature Reviews Microbiology, 19(4), 211-224.
7. Patel, A., et al. (2022). Clinical Features and Transmission of Monkeypox Virus in Patients with Confirmed Disease. The BMJ, 378, e072210.
8. Antinori, A., et al. (2022). Prolonged Viral Shedding of Monkeypox Virus in Semen. Emerging Infectious Diseases, 28(10), 2004-2006.
9. World Health Organization. (2025). Mpox (Monkeypox) Situation Report: Cumulative data from 1 January 2022 to 21 January 2025.
10. Doshi, H., & Khan, H. A. (2022). Clinical Spectrum of Mpox in the Global Outbreak. Clinical Infectious Diseases, 75(1), 1-5.
11. La Scola, B., et al. (2003). Mimivirus, a Virophage-like Giant Virus, Is a Member of a Novel Viral Family. Science, 300(5626), 1947-1950.
12. Panayampalli S. Satheshkumar et al., 2025 Emerg Infect Dis. 2025 Aug;31(8):1516–1525. Emergence of Clade Ib Monkeypox Virus—Current State of Evidence
13. Rajesh Yadav et al., 2025 Mpox 2022 to 2025 Update: A Comprehensive Review on Its Complications, Transmission, Diagnosis, and Treatment Viruses 2025, 17(6), 753 
14. Anna Bogacka et al. 2025, Mpox unveiled: Global epidemiology, treatment advances, and prevention strategies One Health Vol. 20, June 2025, 101030 

 

*Board Member, SRSN (Roman Society of Natural Science)
Past Editor-in-Chief, Italian Journal of Dermosurgery

Ultima modifica il Lunedì, 08 Settembre 2025 09:34
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