Diabete di tipo 2: interazione tra dieta, microbiota intestinale e infiammazione sistemica nelle malattie metaboliche
Scoperto il loro legame da un team dell’Università di Padova e VIMM
Il diabete di tipo 2 è una delle principali emergenze sanitarie globali, con oltre mezzo miliardo di persone affette in tutto il mondo e circa 4 milioni in Italia. L'obesità è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo del diabete e di altre patologie metaboliche, come la steatosi epatica, una condizione caratterizzata dall'accumulo di grasso nel fegato che può evolvere in malattie più gravi come la cirrosi e il carcinoma del fegato.
Bambino Gesù: un nuovo passo avanti per la cura del neuroblastoma refrattario o recidivante
Pubblicato su Nature Medicine uno studio che dimostra sicurezza ed efficacia dell’uso delle cellule CAR-T da donatore in pazienti che non hanno risposto alle terapie.
Un’ulteriore nuova speranza di cura per i bambini affetti da forme di neuroblastoma refrattarie ai trattamenti o recidivanti grazie all’uso di cellule CAR-T derivate da donatori (allogeniche). Il neuroblastoma è il tumore solido extracranico più frequente dell’età pediatrica e rappresenta una sfida significativa per l’oncologia. Cinque bambini che non avevano risposto alle terapie a cui erano stati precedentemente sottoposti, sono stati trattati con cellule CAR-T allogeniche. Di questi, 3 hanno raggiunto la remissione completa dalla malattia e 1 ha mostrato miglioramenti significativi.
Ne dà notizia l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in vista della giornata mondiale contro il cancro infantile del 15 febbraio. «Questo studio è un ulteriore passo avanti nella lotta contro il neuroblastoma», commenta il professor Franco Locatelli, responsabile del Centro studi clinici oncoematologici e terapie cellulari del Bambino Gesù. «I risultati ottenuti confermano il nostro impegno nel perseguire soluzioni terapeutiche sempre più innovative e mirate alle necessità specifiche di ciascun bambino, in linea con i principi della medicina personalizzata» aggiunge il Presidente dell’Ospedale, Tiziano Onesti. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista Nature Medicine.
KM3NeT rivela il neutrino più energetico mai osservato
Uno straordinario evento, compatibile con un neutrino dell’energia stimata di circa 220 PeV (220 x 1015 elettronvolt o 220 milioni di miliardi di elettronvolt), è stato rivelato il 13 febbraio 2023 dal rivelatore ARCA del telescopio sottomarino per neutrini KM3NeT.
Questo evento, denominato KM3-230213A, è il neutrino più energetico mai osservato e fornisce la prima prova che nell’universo vengono prodotti neutrini di energie così elevate.
Dopo un lungo e accurato lavoro di analisi e interpretazione dei dati sperimentali, oggi, 12 febbraio 2025, la Collaborazione scientifica internazionale KM3NeT riporta i dettagli di questa fantastica scoperta in un articolo pubblicato su Nature, e nel corso di un evento trasmesso in diretta dalle sedi dell’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, tra i fondatori e principali contributori del progetto, a Roma, del CNRS Centre National de la Recherche Scientifique a Parigi e di Nikhef National Institute for Subatomic Physics ad Amsterdam.
Darwin Day: i benefici invisibili e gratuiti della natura
L’analisi di questi straordinari e affascinanti contributi è contenuta nel recente report del WWF “I TECNICI DELLA NATURA”
Il 12 Febbraio si celebra il Darwin Day in onore del padre dell’evoluzionismo e il WWF coglie l’occasione per segnalare che il nostro cammino evolutivo è ormai arrivato ad un bivio: possiamo scegliere di continuare ad aggravare la crisi di biodiversità, causata dalle nostre attività e minare la nostra sopravvivenza, oppure di intraprendere con consapevolezza un cammino ‘evolutivo’ diverso, proteggendo gli ecosistemi e i loro servizi gratuiti come aria e acque pulite, suoli fertili, cibo, sicurezza climatica.
Dal plancton alle linci, dalle api alle balene, le specie di animali selvatiche mantengono il nostro mondo con azioni quotidiane in cui modellano gli ecosistemi e li mantengono in salute. L’analisi di questi straordinari e affascinanti contributi è contenuta nel recente report del WWF “I TECNICI DELLA NATURA” in cui si elencano i ruoli vitali che le popolazioni selvatiche sane svolgono in una serie di servizi cruciali per la nostra esistenza, dalla dispersione dei semi, all’impollinazione, al controllo dei parassiti, alla manutenzione del suolo, al ciclo dei nutrienti e alla mitigazione delle inondazioni, mostrando come essi siano gli elementi costitutivi essenziali di ecosistemi funzionali che sono parte integrante del benessere delle società umane.
Un batterio intestinale alleato contro l’obesità e il diabete
Uno studio internazionale a cui ha partecipato il Cnr-Ispaam ha dimostrato che un batterio normalmente presente nell’intestino, Intestinimonas butyriciproducens, potrebbe essere utilizzato per sviluppare nuove terapie per la prevenzione e la cura di alcune malattie metaboliche nell’uomo. La ricerca è pubblicata sulla rivista Microbiome.
Tra le centinaia di specie di batteri diverse presenti nell’intestino, Intestinimonas butyriciproducens svolge un ruolo chiave nel migliorare la salute metabolica. Secondo uno studio internazionale a cui ha partecipato l’Istituto per il sistema produzione animale in ambiente mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche di Portici, in provincia di Napoli (Cnr-Ispaam), tale batterio - già noto per la sua capacità di produrre acido butirrico, un acido grasso a catena corta con importanti benefici per la salute intestinale - è in grado di trasformare in butirrato anche un composto alimentare specifico ampiamente presente nella dieta umana, la Nε-fruttosil-lisina. Lo studio, coordinato dall’Amsterdam University Medical Center e dalla Wageningen University (Paesi Bassi), è stato pubblicato sulla rivista Microbiome.
L’AI per la diagnosi di Alzheimer e Parkinson svela le differenze tra donne e uomini
Una ricerca coordinata dal Cnr-Istc ha utilizzato, per la prima volta, un algoritmo di machine learning per analizzare l’esito di test neuropsicologici, neurofisiologici e genetici volti a predire l’insorgenza delle due patologie tenendo conto del sesso. Lo studio si pone come base per implementare nella pratica clinica approcci diagnostici specifici basati sul genere. I risultati sono pubblicati in due distinti articoli del Journal of the Neurological Sciences.
Che ruolo ha il sesso nello sviluppo di patologie neurodegenerative come la malattia di Alzheimer e il morbo di Parkinson? Alla domanda prova a rispondere uno studio coordinato dall’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma (Cnr-Istc), che per la prima volta ha utilizzato lo strumento dell’Intelligenza Artificiale (IA) per individuare i fattori più importanti per la diagnosi precoce, differenziando uomini e donne. In particolare, sono stati sottoposti a un algoritmo di AI l’esito di una serie di test neuropsicologici, dati neurofisiologici e genetici condotti su un campione misto - composto da uomini e donne sia sani/e che malati/e, con l’obiettivo di identificare e differenziare in base al sesso i principali fattori predittivi associati all’insorgenza delle due malattie.
Just a few hours of yoga can greatly reduce stress
“It was surprising how significant the stress reduction people experienced and reported was,” said Ingunn Hagen, a professor at the Department of Psychology at the Norwegian University of Science and Technology (NTNU). In two articles from 2023 and 2024, Hagen and her co-researchers investigated how teenagers and active professionals experience practicing yoga.
Her research shows that yoga contributes to reduced stress in the workplace and at school.
Rapid effect
“The young people in the 2023 study attended yoga classes only 8 times. It was fascinating that so few hours made a difference. I knew on a general basis that yoga helps a lot with relaxation, but I was surprised that it was so pronounced, that they felt it so clearly," Hagen said.
The research on young people and yoga was part of a major European project that focused on intervention research in lower and upper secondary schools. The aim of the project was to promote mental health through yoga, with a particular focus on reaching disadvantaged young people.
Cambiamento climatico: se aumentano le temperature le piante assorbono più nanoplastiche
La ricerca dell’Università di Pisa sulla rivista Plant Physiology and Biochemistry.
Le alte temperature aumentano l’assorbimento delle nanoplastiche da parte delle piante. La notizia arriva da uno studio dell’Università di Pisa pubblicato sulla rivista Plant Physiology and Biochemistry che per la prima volta ha analizzato l’effetto amplificatore dei cambiamenti climatici sull’inquinamento da nanoplastiche. La ricerca è stata condotta dal gruppo di Botanica della professoressa Monica Ruffini Castiglione, e da quello di Fisiologia Vegetale della dottoressa Carmelina Spanò, in collaborazione con le colleghe Stefania Bottega e Debora Fontanini. La sperimentazione nei laboratori dell’Università di Pisa ha impiegato come pianta modello Azolla filiculoides Lam, una piccola felce acquatica galleggiante con radici fluttuanti e sottili che assorbono le sostanze disciolte nell’acqua. Come inquinante sono state utilizzate nanoplastiche di polistirene, una delle materie plastiche più comuni e diffuse con cui si realizzano ad esempio posate e piatti usa e getta, imballaggi, contenitori da asporto e seminiere per l’ortoflorovivaismo.
Testosterone increases damage following a heart attack
Åsa Tivesten, Sahlgrenska Academy at the University of Gothenburg (photo: Johan Wingborg)
Testosterone worsens the damage caused by a heart attack by increasing the number of white blood cells released from the bone marrow. This is shown in a study from the University of Gothenburg, Sweden. The findings may have implications for the treatment of heart attacks in both men and women.
The study is published in Nature Communications and may explain why damage to the heart muscle after a heart attack is more extensive in men than women. The research was conducted in animal models and by using patient data from a clinical trial. The results highlight the damage to the heart caused by inflammation and are relevant for ongoing studies of anti-inflammatory drugs to treat heart attacks.
Conchiglie fossili: testimoni che raccontano i cambiamenti climatici del tempo profondo
Un team di ricercatori dell’Università Statale di Milano ha analizzato dal punto di vista geochimico conchiglie fossili di brachiopodi provenienti dall’Iran, che si sono dimostrate preziosi archivi di dati per aiutare a ricostruire le temperature delle acque marine nel Paleozoico. Questo studio, pubblicato su Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology, ci può fornire importanti strumenti per comprendere gli attuali cambiamenti climatici e le loro conseguenze.
Com’era il clima nel passato remoto? Quali cambiamenti si sono verificati e con quali conseguenze ambientali?
Le risposte a queste domande sono state trovate in quelli che si possono definire veri e propri bioarchivi fossili: le conchiglie dei brachiopodi. A dimostrarne l’efficacia come strumento per
comprendere le variazioni climatiche del passato è uno studio multidisciplinare condotto da un team di ricercatori dell’Università Statale di Milano, dell’Università degli Studi di Ferrara, dell’Università di St. Andrews in Scozia e dell’Università Ludwig Maximilian di Monaco pubblicato su “Palaeogeography, Palaeoclimatology, Palaeoecology”.