Marzo 2025


Nel 2024 230 nuove diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) e 2.500 day hospital. L’Ospedale presenta i dati in occasione della settimana del Fiocchetto Lilla
Dal 2019, ultimo anno prima della pandemia di Covid 19, al Bambino Gesù le diagnosi annuali di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) sono aumentate del 64% circa. In Italia secondo i dati del ministero l’aumento è stato di circa il 35%. In occasione della Settimana del Fiocchetto Lilla (10/15 marzo), l'Ospedale presenta i dati aggiornati sulla presa in carico dei pazienti e le strategie terapeutiche adottate per affrontare questa crescente emergenza. «I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell'incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale» spiega la dottoressa Valeria Zanna responsabile dell'Unità operativa semplice di Anoressia e Disturbi Alimentari dell’Ospedale.


I DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE

Anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, disturbo evitanterestrittivo dell'assunzione di cibo (ARFID), disturbi alimentari non altrimenti specificati (NAS). In Italia circa 3,5 milioni di persone, pari al 6% della popolazione, soffrono di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione: il 90% sono donne, anche se sempre più numerosi sono gli uomini che manifestano questi sintomi e si rivolgono a strutture specializzate (sono il 20% nella fascia di età 12- 17 anni). L'esordio di questi disturbi è sempre più precoce. Negli ultimi anni si è infatti registrato un abbassamento dell'età fino agli 8/9 anni. Ciò è verosimilmente dovuto sia all'abbassamento dell'età puberale nelle bambine che al sempre più diffuso impiego dei social network che facilitano confronti con modelli di bellezza irraggiungibili.
Per la loro complessità, si tratta di disturbi che richiedono la maggiore collaborazione possibile tra figure professionali con differenti specializzazioni (psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti, specialisti in medicina interna etc.). Sia l'anoressia che la bulimia possono essere causa di complicanze mediche gravi se non trattate tempestivamente e adeguatamente. I disturbi alimentari nell'ambito delle patologie psichiatriche presentano il più alto indice di mortalità, in particolare, nel caso dell'anoressia nervosa il rischio di morte è 5-10 volte maggiore di quello di persone sane della stessa età e sesso. In Italia, i DNA causano ogni anno circa 4.000 morti.

I DATI DEL BAMBINO GESÙ: ANORESSIA NERVOSA, ARFID E ABBASSAMENTO DELL’ETÀ

Dal 2020, l'Unità operativa semplice di Anoressia e disturbi alimentari del Bambino Gesù ha registrato un incremento del 38% nell'attività clinica: i day hospital sono infatti passati da 1.820 a 2.420 del 2024. I dati raccolti negli ultimi anni evidenziano un aumento dell'incidenza dei disturbi alimentari in età pediatrica e adolescenziale. L'andamento annuale per età e diagnosi dimostra un incremento significativo dei nuovi accessi tra le fasce d'età più giovani (<10 anni e 11-13 anni) che sono passati dai 59 del 2019 agli 89 del 2024 (+50%).
Inoltre, la distribuzione delle diagnosi mostra un'incidenza rilevante di anoressia nervosa (AN-R, AN-BP e AN-A) e ARFID che dal 2019 sono rispettivamente aumentate del 68% e del 65%, confermando la necessità di protocolli di intervento sempre più mirati. Nel complesso, le nuove diagnosi di DNA sono aumentate del 64%, passando dalle 138 del 2019 alle 226 del 2024.


IL MODELLO TERAPEUTICO DEL BAMBINO GESÙ

Le principali linee guida nazionali e internazionali sul trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione in età evolutiva (quali le linee guida della Society for Adolescent Health and Medicine, del National Institute for Health and Care Excellence - NICE, e della Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza - SINPIA) sottolineano l'importanza del coinvolgimento familiare per un buon esito del trattamento. Il modello terapeutico adottato dal Bambino Gesù si basa su un lavoro multidisciplinare che coinvolge professionisti delle aree psicologica, nutrizionale, psichiatrica, endocrinologica e cardiologica, al fine di garantire un approccio integrato ed efficace.
«Un recente studio condotto dalla nostra equipe, attualmente in fase di revisione, ha messo in luce una preoccupante evoluzione dei disturbi alimentari – spiega la dottoressa Valeria Zanna - Negli ultimi anni, i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più gravi, sia per la sintomatologia alimentare che per le caratteristiche psicologiche associate. Inoltre, i nuclei familiari di questi pazienti risultano più sofferenti, con difficoltà comunicative, una maggiore fragilità emotiva e un funzionamento complessivo compromesso».
Per far fronte a questa sfida, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù adotta un trattamento calibrato su diversi livelli di intensità e frequenza, garantendo una presa in carico tempestiva e personalizzata. Il programma di Alta Assistenza, in particolare, prevede accessi in day hospital con pasto assistito, monitoraggio psichiatrico e nutrizionale, psicoterapia di gruppo per genitori e pazienti e incontri di psicoterapia familiare. Con il miglioramento clinico, l’intensità della frequenza si riduce e il trattamento si concentra sul potenziamento delle risorse individuali e genitoriali.

Pubblicato in Medicina

 

Un team congiunto dell’Istituto di biofisica del Cnr e della Scuola Normale Superiore ha indagato le primissime fasi dello sviluppo cerebrale e analizzato, in particolare, i complessi processi molecolari che portano alla formazione delle  distinte regioni cerebrali cognitive, ognuna deputata a una specifica funzione. Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports

Comprendere i processi attraverso i quali si formano, all’interno del cervello, le varie regioni cognitive è una sfida fondamentale nelle neuroscienze: il tema è al centro di uno studio condotto dall’Istituto di biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibf) di Pisa e dalla Scuola Normale Superiore con il supporto del Center for Human Technologies dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova: sono stati indagati i meccanismi molecolari e cellulari che portano alla formazione delle onde di attività  delle  delle distinte aree cognitive dell’encefalo durante lo sviluppo embrionale.

Pubblicato in Fisica


Team di ricerca del BioAging Lab dell’Università di Padova pubblica uno studio che indica in un estratto naturale la via sostenibile per contrastare l’invecchiamento biologico.
Rallentare l’invecchiamento biologico migliorando la qualità della vita e promuovendo un approccio green e sostenibile alla salute si può, grazie all’estratto naturale di Monarda didyma L. È quanto emerge da uno studio innovativo condotto dai ricercatori del BioAgingLab dell’Università di Padova diretto dalla prof.ssa Sofia Pavanello, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica «GeroScience».

Pubblicato in Medicina


Secondo lo studio coordinato dalla Sapienza e pubblicato sulla rivista Cell Reports, questi frammenti di cellule presenti nel sangue condizionano l’apprendimento e la memoria della paura
Accanto al ruolo cardine che le piastrine svolgono nella coagulazione del sangue e nel processo di emostasi, recenti studi hanno dimostrato che questi piccoli frammenti di cellule presenti nel sangue assolvono ad altre importanti funzioni. Se il ruolo delle piastrine nel sistema immunitario è noto, come esse agiscano nella modulazione delle interazioni neurologiche è un aspetto ancora poco indagato.

Le piastrine influenzano in qualche misura il comportamento? È questa la domanda di partenza dello studio, coordinato da Cristina Limatola del Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza e recentemente pubblicato sulla rivista “Cell Reports”. La risposta sembra essere positiva: la ricerca, infatti, identifica le piastrine come un elemento chiave nella comunicazione cervello-corpo, in grado di attivare meccanismi che influenzano la memoria e il comportamento.

Pubblicato in Medicina


I ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno collaborato a un lavoro che ha scoperto come due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer risultino significativamente incrementati anche nella Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). I risultati sono stati pubblicati su Nature Communications.

Nature Communications pubblica in questi giorni un rilevante lavoro che ulteriormente contribuisce a sottolineare quanto le patologie neurodegenerative confluiscano in comuni momenti patogenetici caratterizzati anche da comuni biomarcatori. In uno sforzo congiunto con diversi Centri in Germania, i ricercatori dell’IRCCS Istituto Auxologico Italiano e del “Centro Dino Ferrari” dell’Università degli Studi di Milano hanno largamente contribuito allo studio che rivela come, inaspettatamente, due biomarcatori nel sangue considerati specifici per la Malattia di Alzheimer (p-tau 181 e p-tau-217) risultino significativamente incrementati anche nella Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA).

Pubblicato in Medicina


Pubblicato su Current Biology uno studio condotto da ricercatori delle Università di Pisa, di Sydney, di Firenze e del Salento


In uno studio appena pubblicato sulla rivista Current Biology, i ricercatori delle Università di Pisa, di Sydney, di Firenze e del Salento hanno dimostrato che l’apprendimento statistico – cioè quello in cui acquisiamo informazioni in modo del tutto automatico e inconsapevole – si può rintracciare persino in una delle nostre reazioni più semplici e inconsapevoli: la costrizione o dilatazione della pupilla dei nostri occhi, evocata dalla vista di un’immagine.

“Questo studio dimostra che il nostro sistema visivo è sensibile alle regolarità statistiche del nostro ambiente anche quando non siamo in grado di percepirle in modo consapevole – commenta Paola Binda, professoressa dell’Università di Pisa e prima autrice del lavoro – Il diametro pupillare si conferma una ricca fonte di informazioni sul funzionamento dei nostri sistemi sensoriali e cognitivi: una vera e propria finestra sulla mente e sulle sue capacità di apprendimento”.

Pubblicato in Scienza generale


Un team di ricercatori della Sapienza ha sviluppato un innovativo protocollo per la ricostruzione digitale 3D di crani complessi, offrendo nuove opportunità per la ricerca e per l’insegnamento. La procedura è stata pubblicata sulla rivista “STAR Protocols”
Un team di ricercatori della Sapienza Università di Roma ha sviluppato un innovativo protocollo finalizzato alla digitalizzazione morfologica di crani. La procedura, pubblicata sulla rivista “STAR Protocols” del gruppo “CellPress”, permette di creare modelli tridimensionali altamente accurati, e di superare le sfide legate alla ricostruzione digitale di strutture complesse come corna, zanne e palchi.

La pubblicazione di questo protocollo e il suo approccio innovativo forniscono una guida pratica e dettagliata per i ricercatori e aprono nuove prospettive nel campo della paleontologia, della zoologia e della conservazione museale.

Pubblicato in Archeologia

Lo scheletro del guardiano nel suo letto di legno presso Collegium Augustalium, nel Parco Archeologico di Ercolano. (particolare). Foto di P.P. Petrone

 

 

È un caso unico nel suo genere la vetrificazione di materiale organico cerebrale, trovato nel cranio di un antico ercolanese vittima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. A dare una risposta su come sia potuto accadere un team italo-tedesco di ricercatori guidato dal vulcanologo Guido Giordano del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre.

Lo studio è stato appena pubblicato su Scientific Reports con il titolo “Unique formation of organic glass from a human brain in the Vesuvius eruption of 79 CE” 

È un caso unico nel suo genere la formazione di materiale organico vetrificato, trovato nel cranio di un giovane adulto maschio, sepolto dall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C e trovato disteso nel suo letto nel Collegium Augustalium, nel Parco Archeologico di Ercolano.
In natura il vetro è una materiale poco comune perché la sua formazione richiede un rapido raffreddamento dallo stato liquido, tale da non permetterne la cristallizzazione quando diventa solido. Estremamente più difficile che si formi e si conservi un vetro da materiale organico poiché essendo composto per gran parte da acqua - che è liquida a temperatura ambiente - si può trasformare in vetro solo abbassando rapidamente la temperatura molto al di sotto dello zero e conservare come tale a quelle temperature.
Il ritrovamento di materiale cerebrale vetrificato a Ercolano richiede dunque condizioni molto specifiche che sono state svelate da un team italo-tedesco di ricercatori guidato dal vulcanologo Guido Giordano del Dipartimento di Scienze dell’Università Roma Tre e appena pubblicate su Scientific Reports dal titolo “Link identifier #identifier__47012-2Unique formation of organic glass from a human brain in the Vesuvius eruption of 79 CE” ( DOI: 10.1038/s41598-025-88894-5).

Pubblicato in Paleontologia


La ricerca pubblicata sulla rivista New Phytologist

Uno studio dell’Università di Pisa ha tracciato l’evoluzione dei semi negli ultimi 150 milioni di anni evidenziando una relazione diretta tra radiazione evolutiva, cambiamento del clima terrestre e comparsa di innovazioni riproduttive nelle angiosperme, le piante a fiore maggiormente diffuse sul nostro pianeta. La ricerca condotta dal professore Angelino Carta dell’Ateneo pisano e da Filip Vandelook del Meise Botanic Garden in Belgio è stata pubblicata sulla rivista New Phytologist.

Non sappiamo se i nuovi tipi di semi hanno favorito tale diversificazione oppure se i nuovi tipi di semi son comparsi in conseguenza di essa. Certamente però, ed è la cosa più affascinante – aggiunge Carta – l’innovazione evolutiva dei semi, coincide con la comparsa dei principali modelli strutturali dei fiori contribuendo a spingere la biodiversità moderna verso cambiamenti epocali denominati Rivoluzione Terrestre delle Angiosperme”.

Pubblicato in Ambiente


I ricercatori del laboratorio Global Mammal Assessment (GMA) del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie Charles Darwin della Sapienza hanno sviluppato il primo set di narrative per supportare il miglioramento dell’integrità ecologica in Europa. Lo studio, condotto nell’ambito del progetto Horizon "NaturaConnect", è pubblicato sulla rivista “Environmental Management”
Le prime narrative sul futuro della conservazione della natura in Europa esplorano come la natura potrebbe essere protetta e ripristinata tenendo in considerazione gli obiettivi della strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030 e i possibili percorsi di sviluppo socio-ecologico. Oltre a ciò, contribuiscono a costruire modelli di scenari positivi con lo scopo di indirizzare le decisioni politiche finalizzate alla tutela della natura.

Pubblicato in Ambiente
Pagina 1 di 2

 

Scienzaonline con sottotitolo Sciencenew  - Periodico
Autorizzazioni del Tribunale di Roma – diffusioni:
telematica quotidiana 229/2006 del 08/06/2006
mensile per mezzo stampa 293/2003 del 07/07/2003
Scienceonline, Autorizzazione del Tribunale di Roma 228/2006 del 29/05/06
Pubblicato a Roma – Via A. De Viti de Marco, 50 – Direttore Responsabile Guido Donati

Photo Gallery