La ricerca si basa sulle voci degli stessi Himba, che offrono una visione sfaccettata e a volte contraddittoria. Molti intervistati riconoscono che la loro cultura è cambiata. Un aspetto cruciale dello studio è l'emersione di due sentimenti contrastanti: da un lato, c'è chi esprime un profondo rimpianto per la perdita delle tradizioni, temendo che la loro identità si dissolva. Dall'altro, ci sono coloro che accettano questi cambiamenti come inevitabili e, in certi casi, addirittura necessari per la sopravvivenza in un mondo che evolve.
In questo contesto, il commento dell'autrice è che la resilienza del popolo Himba non va cercata nella rigida conservazione di un passato immutabile, ma nella sua capacità di adattarsi. L'idea che non esistano "veri Himba" non è una condanna, ma piuttosto la constatazione che la loro cultura è un'entità viva e dinamica. L'articolo suggerisce che la loro capacità di negoziare con le nuove realtà, integrando elementi moderni senza perdere completamente la propria essenza, è l'unica vera strategia per garantire la sostenibilità della loro cultura nel futuro.
In definitiva, lo studio di Inman ci invita a superare il concetto statico di "purezza culturale" e a comprendere che le culture indigene non sono reperti da museo, ma comunità in costante evoluzione, la cui forza sta proprio nella loro capacità di adattarsi e rinnovarsi.
*Board Member, SRSN (Roman Society of Natural Science)