Come i coralli senza occhi vedono la luce

Alessia Di Gioacchino 09 Set 2025


I coralli non hanno occhi, ma sono tutt'altro che ciechi. Questi delicati animali marini riescono a percepire la luce in modi che continuano a sorprendere la comunità scientifica.

Un gruppo di ricercatori dell'Università Metropolitana di Osaka ha scoperto un meccanismo unico di percezione della luce nei coralli che costruiscono le barriere coralline. Hanno scoperto che alcune proteine sensibili alla luce, chiamate opsine, usano gli ioni cloruro per passare dalla sensibilità alla luce UV a quella visibile a seconda del pH dell'ambiente circostante. Questa scoperta espande notevolmente la nostra comprensione di come funziona la visione nel regno animale.

La visione animale si basa sulle opsine, proteine che rilevano la luce grazie a una piccola molecola chiamata retinale. Il retinale da solo assorbe solo la luce UV. Per poter "vedere" anche la luce visibile, che ha una lunghezza d'onda maggiore, il retinale si lega all'opsina attraverso un legame chimico speciale chiamato base di Schiff. Questo legame ha una carica positiva che di solito viene stabilizzata da un aminoacido vicino con carica negativa.

I coralli appartengono al gruppo degli antozoi, che hanno un tipo di opsina di recente scoperta, le opsine ASO-II. A differenza delle opsine dei mammiferi, alcune di queste opsine non hanno l'aminoacido stabilizzatore.

Un ruolo inaspettato per gli ioni cloruro
Come fanno queste opsine a vedere la luce visibile senza il solito aminoacido? Per rispondere a questa domanda, il team di ricerca ha studiato le opsine ASO-II del corallo Acropora tenuis. Attraverso esperimenti di mutazione, spettroscopia e simulazioni avanzate, gli scienziati hanno scoperto che le opsine usano gli ioni cloruro (Cl⁻) presenti nell'ambiente come stabilizzatori, al posto degli aminoacidi. È la prima volta che viene osservata un'opsina che utilizza ioni inorganici in questo modo.

"Abbiamo scoperto che gli ioni cloruro stabilizzano la base di Schiff in modo più debole rispetto agli aminoacidi", ha spiegato Yusuke Sakai, primo autore dello studio. "Questo permette all'opsina di cambiare reversibilmente la sua sensibilità tra luce visibile e UV a seconda del pH."

Questo meccanismo di "interruttore" dipendente dal pH potrebbe avere un'importante rilevanza ecologica. I coralli vivono in simbiosi con le alghe, le quali producono nutrienti attraverso la fotosintesi. Dato che la fotosintesi altera il pH all'interno delle cellule del corallo, è possibile che questa variazione sposti la sensibilità dell'opsina tra la luce visibile e quella UV. Ciò suggerisce un legame profondo e finora sconosciuto tra la fotosintesi delle alghe e la percezione della luce del corallo.

La scoperta non solo migliora la nostra conoscenza della biologia dei coralli, ma apre anche nuove strade per la biotecnologia. Come ha sottolineato il professor Mitsumasa Koyanagi, l'opsina ASO-II di Acropora tenuis si è dimostrata in grado di regolare gli ioni di calcio in modo dipendente dalla luce, suggerendo possibili applicazioni come strumento optogenetico la cui sensibilità alla lunghezza d'onda cambia a seconda del pH.

Bibliografia

Journal: eLife
Title: Coral anthozoan-specific opsins employ a novel chloride counterion for spectral tuning
Authors: Yusuke Sakai, Saumik Sen, Tomohiro Sugihara, Yukiya Kakeyama, Makoto Iwasaki, Gebhard F.X. Schertler, Xavier Deupi, Mitsumasa Koyanagi, Akihisa Terakita
Publication date: 1 September 2025

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