Il business della sabbia: il tesoro invisibile che sta modellando il nostro futuro

Matteo Gizzi 17 Ott 2025

 

Comprata, venduta e consumata ogni secondo, la sabbia è diventata una risorsa strategica centrale per il nostro modo di vivere e costruire. Dopo l’acqua, è il materiale più richiesto al mondo, strettamente legato a economie, infrastrutture e sviluppo urbano, ma spesso sottovalutata nelle sue implicazioni sociali e ambientali.​

L’oro del 21° secolo tra cemento, vetro e microchip

Nel settore dell’edilizia la sabbia è indispensabile per la produzione di cemento e calcestruzzo, costituisce la base solida degli asfalti e, in forme più elaborate, entra nei processi di lavorazione del vetro e della tecnologia digitale: i microchip. Secondo analisi di mercato, ogni anno nel mondo vengono consumate oltre 50 miliardi di tonnellate di sabbia e ghiaia, e si prevede che la domanda globale di sabbia silicea raggiungerà circa 478 milioni di tonnellate entro il 2030, con l’Asia-Pacifico in testa per crescita e consumo.​

Questa enorme richiesta è trainata dall’espansione impressionante delle aree urbane, dagli investimenti infrastrutturali massicci e dalla crescente richiesta di abitazioni, strade e reti tecnologiche.

Estrazione selvaggia e conseguenze irreversibili
La sabbia non è infinita. Il suo ciclo naturale è lento: i granelli depositati nei letti dei fiumi o nelle spiagge impiegano decenni o secoli a rinnovarsi. Spesso l’estrazione supera abbondantemente la sua capacità di rigenerarsi portando all’erosione incontrollata e alla trasformazione radicale degli ecosistemi costieri e fluviali.​

Tra gli effetti più rilevanti:

- Erosione costiera e fluviale: le spiagge si ritirano, gli argini franano e le coste diventano più vulnerabili alle mareggiate e alle inondazioni. Il grido d’allarme arriva dagli abitanti di regioni come il Bangladesh e le isole del Pacifico, dove la sabbia è alla base della vita e della protezione naturale.​

- Deterioramento degli habitat: la fauna terrestre e marina, in particolare pesci migratori e uccelli, perde luoghi vitali per la riproduzione e la nutrizione, con conseguenze drammatiche per la biodiversità.​

- Abbassamento delle falde acquifere: in molte zone, soprattutto rurali, il prelievo di sabbia dai letti fluviali provoca il calo delle falde idriche, privando le comunità dell’acqua potabile e dell’irrigazione.​

Mercato illegale e conflitti sociali, laddove mancano controlli, il commercio illegale di sabbia è fiorente, generando spesso tensioni e violenze. Paesi come India, Cambogia, Vietnam e Madagascar assistono a veri e propri “sabbionauti” dediti all’estrazione selvaggia.​
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la sabbia del deserto, abbondantissima, è quasi inutilizzabile in edilizia a causa dei suoi granelli arrotondati dal vento che non si legano efficacemente al cemento. La soluzione è l’estrazione di sabbia fluviale e marina ma quest’ultima ha effetti strutturali critici.​
Le sabbie marine contengono sali e cloruri che se non rimossi adeguatamente possono causare corrosione delle armature di ferro nei calcestruzzi, portando a fragilità e crolli strutturali nel tempo. La forma tonda dei granelli, inoltre, riduce l’adesione e la resistenza del cemento armato rispetto a quella della sabbia angolata fluviale.​

Numerosi disastri sono stati attribuiti a questi problemi:

- Nel terremoto dell’Aquila (2009), le indagini evidenziarono la presenza di sabbia marina non trattata in alcuni pilastri che cedettero, contribuendo al crollo irreparabile della “Casa dello Studente”.​

- A Torre Annunziata (2017), il crollo di una palazzina fu collegato alla scarsa qualità dei materiali, con l’uso abbondante di sabbia salmastra rispetto al cemento.​

- Nel 2013 la Cina bloccò in via precauzionale 15 grattacieli di Shenzhen, incluso il Ping An Finance Center, per uso di sabbia marina non trattata che minacciava la stabilità delle strutture.​

Per contrastare questa crisi, l’edilizia rivoluziona i materiali. Tra le strategie emergenti si individuano:​

- Sabbia artificiale: derivata dalla frantumazione di rocce controllata o da scarti industriali, questa sabbia riciclata ha proprietà equivalenti a quella naturale.

- Calcestruzzo riciclato: recupero e riuso di materiali da demolizioni che riducono la domanda di sabbia naturale.

- Innovazioni nella progettazione: uso di tecnologie per ottimizzare consumi, minimizzare sprechi e massimizzare l’efficienza dei materiali.

Normative e controlli più stringenti: legislazioni che limitano l’estrazione illegale, proteggono gli ecosistemi e incentivano le alternative, le campagne internazionali come il Marine Sand Watch, promosso dall’UNEP, monitorano il prelievo globale e chiedono l’adozione di protocolli condivisi per un’estrazione responsabile.​

Note bibliografiche:

- Vociglobali.it. Ambiente: estrazione della sabbia, grido d’allarme per gli ecosistemi. 2021 Jun 3.

- Ilmanifesto.it. Sabbia, l’impatto delle estrazioni è devastante. 2025 Oct 14.

- Caseinpaglia.it. Il problema della sabbia: un’emergenza che l’edilizia deve riconoscere. 2025 Aug 4.

- MarineSandWatch, UNEP. Monitoraggio estrazione sabbia marina. 2023.

- Giulianogroup.eu. Estrazione massiva di sabbia: perché è rischioso. 2023 Jun 27.

- Ediltecnico.it. Disastri ambientali: calcestruzzo, quanta sabbia ci costa? 2024 Jan 14.



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