Gardnerella vaginalis

Guido Donati* 12 Set 2025



Spesso, quando si parla di disturbi intimi femminili, l'attenzione si concentra sulle infezioni da lieviti come la candida. Meno conosciuta è la vaginosi batterica, una condizione che coinvolge un batterio specifico: la Gardnerella vaginalis (H.L. Gardner 1955). La Gardnerella è un batterio anaerobio facoltativo, ciò vuol dire che pur preferendo ambienti con poco o nessun ossigeno, ha la capacità di crescere anche in presenza di ossigeno. A differenza di un'infezione classica, la vaginosi è uno squilibrio ecologico, un'alterazione del delicato microbiota vaginale che merita un'analisi più approfondita.

L'ecosistema vaginale: un delicato equilibrio
L'ambiente vaginale ospita una comunità complessa di microrganismi, dominata in condizioni di salute da batteri utili del genere Lactobacillus. Questi batteri sono i guardiani dell'ecosistema: producono acido lattico, mantenendo il pH vaginale acido (generalmente tra 3,8 e 4,5), un ambiente che inibisce la crescita di patogeni indesiderati. La Gardnerella vaginalis fa parte di questa flora, ma la sua presenza è solitamente mantenuta sotto controllo dall’acidità vaginale.
Quando l'equilibrio si rompe, il pH si alza raggiungendo valori eguali o superiori a 5 (diventando meno acido) e i lattobacilli diminuiscono drasticamente avviene la proliferazione della Gardnerella e di altri batteri anaerobi (che vivono in assenza di ossigeno) come Mycoplasma hominis e Prevotella. L'aumento esponenziale di questi microrganismi è il cuore della vaginosi batterica.

Sintomi, rischio e complicazioni
I sintomi classici della vaginosi batterica sono un'abbondante secrezione grigio-biancastra e omogenea, e un caratteristico odore sgradevole di "pesce avariato". Questo odore è causato dalla produzione di ammine (putrescina, cadaverina) da parte dei batteri anaerobi. Tuttavia, è cruciale sottolineare che circa il 50% delle donne con vaginosi batterica è asintomatica.
La vaginosi è spesso legata all’uso di antibiotici sistemici che hanno distrutto parte dei lactobacilli, allo stress, lavande vaginali interne e pur non essendo una malattia a trasmissione sessuale, può risentire dell'attività sessuale soprattutto con partner multipli e non protetta in quanto il liquido spermatico avendo un pH alcalino 7,2 - 8,0 può alterare il pH vaginale, aumentando il rischio.
Il pH alcalino del liquido spermatico alza il pH vaginale in modo da creare un ambiente più favorevole alla sopravvivenza e alla motilità degli spermatozoi.
Se non trattata, la vaginosi batterica può avere complicazioni più serie. Aumenta il rischio di contrarre altre infezioni sessualmente trasmissibili, come la clamidia. Inoltre, in gravidanza, è associata a un aumentato rischio di parto pretermine e basso peso alla nascita.

 


Diagnosi e Principi di Trattamento
La diagnosi si basa su criteri clinici e di laboratorio. I criteri di Amsel, ad esempio, richiedono la presenza di almeno tre dei seguenti elementi:
1. Secrezioni omogenee grigio-biancastre che rivestono le pareti vaginali.
2. pH vaginale superiore a 4,5.
3. "Whiff test" positivo: l'aggiunta di idrossido di potassio a un campione di secrezione produce un forte odore di ammina.
4. Presenza di "clue cells" al microscopio: cellule epiteliali vaginali ricoperte da un tappeto di batteri, che rendono i bordi cellulari indistinti.
La terapia standard prevede l'uso di antibiotici specifici, come il metronidazolo o la clindamicina, somministrati per via orale o, preferibilmente, in formulazione topica (creme o gel vaginali). Il trattamento topico è spesso preferibile per ridurre gli effetti collaterali sistemici e agire direttamente sul sito dell'infezione.

Strategie di Prevenzione e la Sfida delle Recidive
Il vero problema della vaginosi batterica è l'elevato tasso di recidiva, che si verifica in circa il 30% delle donne entro tre mesi dal trattamento. Questo è dovuto al fatto che gli antibiotici, pur eliminando i batteri patogeni, non sempre riescono a ripristinare completamente la flora di lattobacilli.
Per prevenire le recidive, è fondamentale agire sul ripristino dell'equilibrio vaginale. Questo include:
Utilizzo di probiotici vaginali: L'applicazione di ceppi di Lactobacillus specifici (es. Lactobacillus crispatus, Lactobacillus rhamnosus) può aiutare a ristabilire il pH acido.
Evitare i fattori di rischio: Smettere di usare lavande interne, preferire biancheria in cotone, e usare detergenti intimi con un pH adeguato.
La vaginosi batterica è un'alterazione complessa del microbiota vaginale, che richiede una comprensione approfondita per una diagnosi accurata e un trattamento efficace, mirato non solo a eliminare i batteri in eccesso, ma anche a ripristinare il delicato equilibrio ecologico che protegge la salute della donna.


Bibliografia
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*Board Member, SRSN (Roman Society of Natural Science)
Past Editor-in-Chief Italian Journal of Dermosurgery

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