Il cuore di Edvard Grieg

Il compositore Edvard Grieg nacque a Bergen, in Norvegia, il 15 Giugno 1843. Mostrando già da piccolo una grande attitudine alla musica fu mandato a studiare in Germania, a Lipsia, ma rimase sempre molto legato alla sua terra nordica, tanto che una volta completati gli studi egli tornò stabilirsi nel suo paese, dove compose tanta musica che la sua persona divenne il simbolo stesso dell’arte musicale norvegese della fine dell’800.
La sua fama si basa su composizioni delicate di gran richiamo, come i brevi “Lyriske stikker” op.38, delle vere miniature musicali, ed anche lavori più lunghi dal fascino squisito, pieni di delicatezza e di straordinari spunti lirici che Grieg traeva dallo studio della musica popolare norvegese, come il famoso “Peer Gynt”, la sua opera più celebre.

Grieg aveva una corporatura esile, un tipico aspetto nordico piuttosto delicato con capelli chiari ed occhi sognanti, ed un carattere tranquillo ed introverso, egocentrico e laborioso.
Il calvario della sua malattia cominciò nel 1860 con un attacco di pleurite – quando era ancora studente a Lipsia - contrassegnato da febbre, dolori al torace, difficoltà di respirazione e fiato corto. Anche da adulto quest’affezione lo tormentò, un insufficienza cardiaca probabilmente congenita inoltre gli provocava una lenta distruzione del sistema vascolare, che necrotizzava i vasi sanguigni dei polmoni, per cui il cuore si affaticava sempre più finendo per cedere.
Nel 1907 Grieg era molto malato, con il respiro veloce ed affannato, e nella notte del 3 Settembre si addormentò, calmo come un bambino, per non svegliarsi più.
Questo “cur pulmonale” – così come si definisce la malattia – e l’insufficienza respiratoria avanzata furono le cause della morte del compositore.

Naturalmente sul suo corpo fu eseguita un’accurata autopsia, ed il resoconto del medico confermò il fatto del cedimento del cuore, che risultò molto ingrossato ed affaticato, per cui la diagnosi finale fu ipertensione polmonare.

Il cuore di Grieg fu senz’altro sofferente per la malattia, ma sappiamo anche che esso fu sempre e totalmente dedicato alla musica della sua terra, e la testimonianza di questo è chiaramente espressa nelle pagine delle opere che ci ha lasciato.
E nella sua musica egli mise davvero tutto il palpito del suo cuore, quel cuore che lo fece soffrire per la malattia che lo finì e che patì del dolore interiore per la profonda depressione che egli provò in diversi momenti della sua vita.

 

 

Marina Pinto

Ultima modifica il Mercoledì, 20 Luglio 2011 15:14
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