I cebi dai cornetti, come gli esseri umani, rimpiangono le decisioni sbagliate e sono in grado, grazie all’esperienza acquisita, di modificare il loro processo decisionale. Lo evidenzia uno studio Cnr-Istc e Università Newcastle, pubblicato su ‘Animal Behaviour’.

 I cebi dai cornetti (Sapajus spp.), primati nativi del Sudamerica, possono provare emozioni di delusione e rimpianto, tipiche della specie umana. È il risultato di uno studio, frutto di una collaborazione tra l’Istituto di scienze e tecnologie della cognizione del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Istc) di Roma e la Scuola di Psicologia della Newcastle University (Regno Unito), ora pubblicato sulla rivista Animal Behaviour.


Il progetto dell’Università di Pisa unico italiano fra i 24 finanziati dalla Leakey Foundation.


La nostra specie è capace degli atti più violenti mai registrati in natura. Tuttavia, siamo anche in grado di risolvere i nostri conflitti e di ripristinare relazioni pacifiche, e questo ci permette di vivere in società complesse. Per esplorare le radici evolutive di tale capacità, un team italo-etiope guidato dalla professoressa Elisabetta Palagi dell’Università di Pisa studierà le scimmie gelada come specie modello per la risoluzione dei conflitti, un argomento mai esplorato prima. Il progetto intitolato “Science for reconciliation: What an Ethiopian monkey tells us about peace-making” è l’unico italiano i 24 finanziati dalla Leakey Foundation, istituzione nata nel 1968 con l’obiettivo di aumentare conoscenza e comprensione delle origini umane, dell'evoluzione, del comportamento e della sopravvivenza.

 

Un nuovo studio coordinato dalla Sapienza sull'orso bruno marsicano svela le caratteristiche che rendono possibile la coesistenza e le riflessioni per migliorare le azioni future

Le comunità locali dell'Appennino centrale coabitano da millenni con una preziosissima quanto unica popolazione di orso bruno marsicano.

Studi precedenti avevano già messo in luce come i residenti del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (PNALM), la storica roccaforte di questa unica popolazione di orso, mostrino un atteggiamento molto positivo nei confronti del plantigrado e una tolleranza nei suoi confronti che non ha pari, né in Italia né altrove in Europa.

Una nuova ricerca condotta da Sapienza Università di Roma in collaborazione con l'Istituto spagnolo di studi sociali avanzati e con il Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise (PNALM) e pubblicata sulla rivista scientifica Journal for Nature Conservation, ha analizzato gli elementi che rendono possibile la coesistenza funzionale di uomini e orsi per la realizzazione sostenibile delle necessità di entrambe le parti.


Due studi dell’Università di Pisa su carne e ortaggi conservati grazie a due tipi di chitosano, uno commerciale estratto da crostacei e poi addizionato di olio essenziale di pepe nero, l’altro, sperimentato per la prima volta, ricavato dagli insetti.


Del tutto naturale, edibile e biodegradabile, il chitosano è al centro di due studi dell’Università di Pisa pubblicati sulle riviste Foods e Scientific Reports che indagano le potenzialità di questo biopolimero per conservare gli alimenti freschi e ridurre lo spreco alimentare.

Nel caso dello studio su Foods, la sperimentazione ha riguardato dei piccoli hamburger di carne bovina che sono stati rivestiti con una soluzione di chitosano commerciale, ricavato da crostacei, alla quale sono stati aggiunti diversi oli essenziali. Dopo sette giorni di conservazione, è emerso che il chitosano arricchito con olio essenziale di pepe nero (Piper nigrum) è riuscito meglio degli altri a mantenere le caratteristiche organolettiche della carne e un aspetto brillante e fresco degli hamburger.


Pubblicato sulla rivista Nutrients uno studio coordinato da Maria Digiacomo, professoressa al Dipartimento di Farmacia dell’Università di Pisa


Componente centrale della dieta mediterranea, l’olio extra vergine di oliva è considerato un alimento ad alte proprietà nutraceutiche, ricco di principi che hanno effetti benefici sulla salute. Una ricerca dell’Università di Pisa, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nutrients, dimostra che anche le foglie di olivo, considerate un prodotto di scarto derivante dal processo di produzione dell’olio d’oliva, possiedono proprietà nutraceutiche utili per la prevenzione di molte malattie croniche.


Pubblicato su «Science Advances» lo studio congiunto dei ricercatori delle università di Padova e Barcellona che rivela come i bambini siano in grado di iniziare a imparare la grammatica della lingua molto prima di quanto si pensasse finora.


Lo fanno prestando attenzione alla sonorità del linguaggio Il linguaggio umano ha un’incredibile forza espressiva. Ciò è dovuto alla nostra abilità di pronunciare frasi lunghe e complesse in cui le parole che sono correlate insieme possono essere talvolta molto distanti tra loro. Ad esempio comprendiamo benissimo che nella frase “Lei dorme bene”, “Lei” è il soggetto di “dorme”, ma è altrettanto vero che capiamo lo stesso legame nella frase “Lei, che non beve caffè, dorme bene” in cui le parole “Lei” e “dorme” sono separate da altre.
Gli adulti sono esperti con la lingua perciò non ci sorprende affatto che possano facilmente capire e produrre frasi come queste. Ma come funziona per i bambini molto piccoli, quelli che stanno appena imparando la lingua? Come fa il loro cervello a trovare le regolarità tra parole che sono separate da altre in una frase? Dato che ci sono infinite possibili parole che potrebbero star bene insieme, sembra un compito davvero arduo quello di tenere traccia di tutte le possibilità.

La conferma scientifica arriva da una ricerca condotta da Università di Pisa, Cnr e Infn e pubblicata in “Scientific Reports”.

Anche gli scribi antichi che esercitavano la loro arte sui papiri di Ercolano utilizzavano diversi tipi di griglie per delimitare lo specchio di scrittura. La prima conferma scientifica di questa consuetudine, di cui gli autori classici ci avevano tramandato notizia, si deve ai risultati del gruppo di lavoro del Progetto ERC Advanced Grant 885222-GreekSchools (https://greekschools.eu/), coordinato dal professor Graziano Ranocchia del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Pisa, e dedicato all’analisi con tecniche avanzate dei papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi presso la Biblioteca Nazionale “Vittorio Emanuele III” di Napoli. Lo studio che ha portato a questa importante scoperta è presentato sulla rivista “Scientific Reports”, pubblicata da “Nature portfolio”.

 

Le principali proprietà

Gli oli essenziali, miscele molto complesse e profumate estratte dalle piante, sono sostanze ricchissime di proprietà per il benessere di mente e corpo.
Utilizzati dall'uomo da almeno 2000 anni, sono famosi per le infinite virtù. Per citarne qualcuna, gli oli essenziali agiscono attraverso le vie respiratorie rinforzando il sistema immunitario, hanno un alto potere antimicrobico, agiscono a livello del sistema nervoso influenzando in modo benefico le funzioni psichiche, le emozioni e l'umore. Hanno inoltre proprietà mucolitiche ed espettoranti, come l'eucalipto, il pino, l'incenso e il ginepro, antinfiammatorie, come la lavanda e la camomilla, digestive, come il finocchio, la menta e l'arancio amaro, rilassanti, come la melissa, la verbena, la lavanda e il sandalo. Insomma, le proprietà sono veramente moltissime.


Nel XVI secolo l’esigenza di difendersi e mantenere il predominio sui territori dell’Italia del Nord, spinse il Governo della Serenissima a trasformare l’imbarcazione in un mezzo di difesa agile, munito di due rostri per affondare le navi nemiche. Sono poche le fonti documentarie che rivelano questo processo di adattamento bellico, sottoposto per tutto il secolo ad un vero e proprio segreto di stato. A rivelarlo è uno studio del Cnr-Isac pubblicato sulla rivista ‘Méditerranée - Journal of Mediterranean geography’

La gondola non è sempre stata l’imbarcazione leggera e decorata, adatta alle passeggiate romantiche, come quella che siamo abituati ad osservare nei canali veneziani. Nel XVI secolo da semplice mezzo di trasporto fu adattata ad esigenze di difesa militare. A rivelarlo è uno studio di carattere storico a cura di Dario Camuffo dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche e pubblicato sulla rivista Méditerranée - Journal of Mediterranean geography.


Secondo un ordine caro all’Autore, si contano 19 pubblicazioni di Morfologia (6 dedicate ai denti, 5 al tegumento, 6 allo scheletro delle estremità, 2 all’organo copulatore), 81 di Etologia, Faunistica, Sistematica (1 su Ctenofori, 2 su Molluschi, 4 su Crostacei, 9 su Insetti, 37 su Uccelli, 3 su Mammiferi, 5 sulla Fauna della Libia, 4 sulla Fauna del Dodecaneso, 16 su altre regioni), 67 di Genetica, 10 di Biologia generale, 73 di Zoologia applicata (2 su questioni generali, 6 di ornitologia agraria, 16 sulla caccia, 5 di pesca e idrobiologia, 44 di avicoltura), 26 libri e trattati, 84 scritti vari,
didattica, bibliografia, protezione della natura, 15 commemorazioni; per un totale di 375 titoli.

Bibliografia


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Fig. 1. Alessandro Ghigi nella piena maturità.
Fig. 2. Copertina del N. 1 del Bollettino di Zoologia (1930).
Fig. 3. La lettera circolare di A. Ghigi alle scuole rinvenuta nel N. 1 del Bollettino di Zoologia.
Fig. 4. Copertina de “La Caccia” di A. Ghigi e P. Cerati (1963) per i tipi della UTET.
Fig. 5. Copertina de “La Pesca” di A. Ghigi (1965) per i tipi della UTET.

 

Alessandro Ghigi - A cinquanta anni dalla scomparsa

Alessandro Ghigi morfologo e zoogeografo

Alessandro Ghigi genetista 

Alessandro Ghigi, ecologo: la scuola , la caccia e la difesa della natura

Alessandro Ghigi, le leggi razziali ed il fascismo 

 

 

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