Un “diamante” per ROSETTA

Appena se lo sono trovato di fronte, sugli schermi del centro ESTEC dell’Agenzia Spaziale Europea di Darmstadt, lo hanno subito definito un “diamante”. Qualcun altro, meno poetico, ci ha visto solo un grosso sasso di forma vagamente triangolare. Ma sono comunque immagini storiche quelle che la sonda ESA Rosetta (partita nel 2004 per esplorare i confini del sistema solare) ci ha mandato il 5 settembre, dopo uno storico incontro ravvicinato con l’asteroide (2867) Steins.

Situato nella fascia principale (la regione del Sistema solare compresa tra le orbite di Marte e Giove che contiene la maggiore concentrazione di asteroidi del sistema) questo asteroide è un corpo di circa 5 km di diametro, scoperto nel 1969 e ancora poco conosciuto. Appartiene alla classe degli asteroidi di Tipo E, relativamente rari all’interno della fascia principale: di piccole dimensioni e caratterizzati da un alto albedo (la capacità di riflettere la luce solare), si pensa abbiano avuto origine staccandosi dalla superficie di corpi più grandi.

La sonda ROSETTA è arrivata a meno di 800 km di distanza dall’asteroide, dirigendo verso di esso tutti i suoi strumenti scientifici (che in estate erano stati “risvegliati” dopo un lungo sonno seguito al lancio della missione nel 2004). Oltre alle immagini che si possono vedere qui a fianco, la sonda ha anche raccolto una gran mole di dati sulla composizione chimica e mineralogica di Steins o sulla presenza di polveri nei suoi immediati dintorni. E vale la pena di notare che gran parte di questi dati sono stati ottenuti grazie agli strumenti che l’Italia, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana, ha fornito a questa missione europea. È stata infatti la WAC (Wide Angle Camera), che è la parte italiana dello strumento OSIRIS, a scattare le immagini di Steins che gli sono valse il titolo di “diamante”. Una “macchina fotografica” il cui responsabile scientifico è Cesare Barbieri del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova. Nel frattempo lo spettrometro VIRTIS, guidato da Angioletta Coradini (CNR/IFSI- Roma) raccoglieva dati sulla composizione dell’asteroide che sono tutt’ora in corso di analisi, mentre Giada (strumento che ha a capo Luigi Colangeli, INAF - Osservatorio Astronomico di Capodimonte) controllava l'assenza di grani di polveri nei suoi dintorni.

 

 



Il passaggio su Steins (che è stato preceduto da due fly-by della Terra nel 2005 e nel 2007 e uno di Marte nel 2007) è il primo grande impegno scientifico della sonda ROSETTA lungo il suo tragitto, la cui destinazione finale è la cometa Churyumov-Gerasimenko, che verrà raggiunta nel 2014 e su cui la sonda invierà il lander Philae per prelevare e analizzare campioni. Dopo Steins e prima della cometa, ROSETTA studierà da vicino anche un altro asteroide molto più grande, Lutetia, che verrà raggiunto nel 2010.

Studiare gli asteroidi (la loro composizione chimica e mineralogica, le proprietà della superficie, le tracce di impatti con altri copri) può dare preziose informazioni sull’ “infanzia” del Sistema solare. La comunità scientifica italiana è fortemente impegnata in questo campo, come testimonia la partecipazione di assoluto rilievo alla missione DAWN della NASA, partita lo scorso anno alla volta di Cerere e Vesta.

“Steins sembra un oggetto molto interessante” spiega Sylvie Espinasse dell’ASI. “In particolare vediamo un cratere di quasi 2 km su un asteroide di appena 5 km di diametro, testimonianza di un impatto molto violento. Poi una serie di altri crateri più piccoli perfettamente allineati che farebbero pensare all’impatto con una cometa frammentata. Dovremo studiare attentamente questi dati nelle prossime settimane, e una volta elaborate le immagini di VIRTIS avremo anche più informazioni sulla composizione. Il dato affascinante è che ogni volta che studiamo un asteroide ci rendiamo conto che sono tutti oggetti unici, completamente diversi l‘uno dall’altro”.

Nicola Nosengo
Agenzia Spaziale Italiana

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Settembre 2009 10:26
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