Ernesto Nassi si è soffermato sugli elementi di affinità tra la lotta per la libertà in Argentina e la lotta dei partigiani in Italia al termine della seconda guerra. Il vice Presidente dell'ANPI ha sollevato la questione del mancato contributo, da parte dei cittadini italiani, alla causa argentina.
Gli esuli argentini scelsero di trasferirsi in Italia sia perchè le origini di molti di loro erano nel Belpaese ma soprattutto perchè confidavano nella solidarietà e sostegno materiale e morale da parte di un popolo che, come stava avvenendo per loro, pochi decenni prima aveva dovuto lottare per riaffermare la propria libertà.
Una grave responsabilità dunque da parte del popolo italiano.
Responsabiltà che invece Fabio Sebastiani fa ricadere sulla Chiesa Cattolica, colpevole, secondo il giornalista, di aver taciuto sugli avvenimenti che si susseguivano in Sud-America.
Assoluta è la convinzione di Carlos Cherniak nel riconoscere alcune responsabilità italiane relativamente alla vicenda argentina. Queste, secondo il diplomatico, sono innegabili in base a due questioni. La prima di natura economica, in quella fase storica l'Italia era il primo partner economico con l'Argentina. La seconda di natura politica: la comprovata partecipazione da parte della loggia massonica "P2" alla organizzazione del regime argentino.
In particolare il regime avrebbe trovato nella persona di Licio Gelli non solo un referente della politica e della finanza italiana ma anche un affidabile collaboratore per pianificare gli aspetti di natura civile di un regime che non si esauriva esclusivamente in manifestazioni di carattere militare.
Il coinvolgimento italiano sarebbe ulteriormente dimostrato dalla scelta compiuta dalle nostre istituzioni di non riconoscere agli esuli argentini lo status di rifugiati.
Ignoto resta il destino di molti di loro a causa del cambiamento di identità attuato dagli esuli per sfuggire ad eventuali ritorsioni da parte del regime.
Questo aspetto, peraltro, secondo Carlos Cherniak, sarebbe in via di soluzione grazie ad un accordo tra la Diplomazia italiana e quella argentina che prevede l'apertura degli archivi dell'Ambasciata italiana a Buenos Aires.
Un accordo a cui il popolo argentino tiene molto, che determinerà delle crepe nel muro di omertà che si è costruito intorno alle vicende storiche avvenute in Argentina tra il 1972 al 1983.
Al contempo un accordo a cui anche i cittadini italiani dovrebbero essere interessati perchè potrebbe fare luce non solo sulla questione dei "desaparesidos" argentini ma anche sull'eventuale coinvolgimento del nostro Paese in una triste pagina nella storia della democrazia e della tutela dei diritti umani.
Fabrizio Giangrande
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