Sarà l’occasione per approfondire le principali tematiche in materia, come le sfide diagnostiche (legate in particolare alla diagnosi precoce) e quelle terapeutiche. Grande attenzione sarà dedicata ai giovani con relazioni sulle nuove tecniche di neuromodulazione. I Corsi di Formazione e le Conferenze Didattiche affronteranno argomenti di particolare rilievo clinico e traslazionale come le demenze, le alterazioni psichiche e comportamentali nel Parkinson, i disturbi del movimento nelle malattie internistiche. Una
sessione sarà dedicata all’approccio olistico alla gestione della malattia di Parkinson: l’esercizio fisico (dalle evidenze scientifiche alla pratica clinica), il ruolo dei probiotici e della dieta, mindfulness ed approccio psicologico.
La diagnosi precoce: gli indicatori “SOS” (Sonno - Olfatto - Stipsi)
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità il Parkinson è una malattia in crescita esponenziale non solo nel mondo occidentale ma in tutto il Pianeta. Non sono ancora conosciute le cause anche se probabilmente hanno un ruolo determinante l’ambiente e lo stile di vita. Nasce da qui la necessità della diagnosi precoce, che cioè possa essere effettuata molto prima della comparsa di sintomi come la rigidità e il rallentamento motorio oppure il tremore: <<Quando questo accade, abbiamo già perso più della metà delle cellule della dopamina e probabilmente è troppo tardi per poter produrre un significativo cambiamento del decorso della malattia - spiega il Prof. Angelo Antonini, presidente del Congresso e responsabile del Centro Studi per la Neurodegenerazione (CESNE) Dipartimento di Neuro- scienze dell’Università di Padova e dell’Unità per la malattia di Parkinson e per i Disturbi del Movimento dell’Azienda Ospedale Università di Padova. - Oggi noi abbiamo gli strumenti per cogliere le alterazioni legate a questa malattia molto precocemente. Per questo stiamo lanciando la campagna “Prevenire il Parkinson si può” che si basa essenzialmente su un messaggio semplice: S.O.S. L’acronimo sta per Sonno- Olfatto - Stipsi. Il disturbo del sonno è un primo sintomo altamente predittivo. Lo è anche la perdita della capacità di distinguere gli odori, che compare addirittura 10- 15 anni prima dei disturbi motori. Infine la stipsi è un sintomo molto comune ma, se associato agli altri due e se compare intorno ai 40-50 anni in persone che avevano una normale funzione intestinale, può predire il rischio di Parkinson in maniera piuttosto precisa. Oggi è possibile identificare alterazioni legate alla malattia con strumenti molto semplici di laboratorio come il pre- lievo ematico e un miniprelievo della cute, fino alla gastroscopia. Riusciamo così a documentare le prime alterazioni a carico della proteina coinvolta, l’alfa sinucleina. Proprio noi qui a Padova, con il nostro Centro
Studi e grazie al supporto di finanziamenti importanti ottenuti dal PNRR nazionale, stiamo sviluppando e incrementando questistrumenti diagnostici precoci. Sappiamo che gli stili di vita, il cambiamento delle abitudini alimentari, l’attività fisica, possono essere efficaci. Ne abbiamo le prove con molti pazienti che seguiamo>>
Non solo riabilitazione. L’importanza dell’attività sportiva nella gestione della malattia
La malattia di Parkinson si caratterizza non solo per la presenza di sintomi motori in particolare lentezza e rigidità ma anche per sintomi non motori quali fatica, umore, sonno ed è proprio su questo piano che la medicina si concentra per migliorare la qualità di vita del paziente, come spiega il Prof. Michele Tinazzi, Presidente della Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento/LIMPE-DISMOV ETS e Responsabile Centro Parkinson e Disordini Movimento Az. Ospedaliera Universitaria Verona:
In questi ultimi 15-20 anni la gestione della malattia di Parkinson è nettamente migliorata non solo grazie all’introduzione di nuovi farmaci e ad un miglior uso di questi nella fase iniziale, intermedia e avanzata di malattia, ma anche grazie all’associazione precoce dell’esercizio fisico al tratta- mento farmacologico. Occorre, quindi, riformulare il glossario dell’attività motoria. Non parliamo solo di “riabilitazione motoria” per ripristinare alcune funzioni, come nel caso di instabilità posturale e di freezing. Parliamo anche di esercizio fisico fino ad una vera e propria attività sportiva, preferibilmente aerobica e con esercizi di allungamento muscolare. Questa è la strada per migliorare la storia naturale della malattia e la qualità di vita del paziente anche in una fase intermedia e avanzata. Il Congresso sarà arricchito da Corsi di Formazione dedicati ad Infermieri, Psicologi, Fisioterapisti e Logopedisti.