Il Ruolo del Metabolismo Lipidico nella Progressione del Cancro al Seno e nella Resistenza al Trattamento

Redazione 22 Apr 2025

 

Il metabolismo dei lipidi si configura come un elemento chiave nella progressione e nell'insorgenza di resistenza ai trattamenti nel carcinoma mammario, specialmente nella forma aggressiva nota come tumore al seno triplo negativo (TNBC). Questo articolo di revisione pone in risalto come alterazioni nella regolazione dei lipidi possano influenzare in modo significativo il comportamento delle cellule tumorali mammarie, con ripercussioni su crescita, metastasi e risposta alle terapie.

Variazioni nel metabolismo di acidi grassi, colesterolo, sfingolipidi e glicolipidi sono profondamente connesse alla sopravvivenza e alla capacità invasiva delle cellule del cancro al seno. L'assorbimento e la produzione di acidi grassi risultano marcatamente incrementati nelle cellule neoplastiche, fornendo non solo l'energia necessaria per le funzioni cellulari, ma supportando anche la sintesi delle membrane e la segnalazione intracellulare. Enzimi e trasportatori cruciali, come CD36, FASN e FABP4, giocano un ruolo fondamentale nel promuovere questo cambiamento metabolico, potenziando di conseguenza la proliferazione del tumore e il potenziale di diffusione metastatica.

Nell'ambito del metabolismo del colesterolo, l'attenzione è focalizzata su come un'aumentata sintesi di colesterolo e il suo metabolita attivo 27-idrossicolesterolo (27HC) accelerino l'evoluzione del tumore e ostacolino le risposte immunitarie. Proteine quali SREBP2, NSDHL e STARD4 contribuiscono ulteriormente a questa disregolazione, rafforzando la sopravvivenza delle cellule cancerose e la loro capacità di disseminazione. L'interazione del 27HC con i recettori per gli estrogeni e le vie di modulazione immunitaria complica ulteriormente le strategie terapeutiche, in particolare nei tumori sensibili agli ormoni e in quelli resistenti.

La doppia natura del metabolismo degli sfingolipidi, in particolare i ruoli opposti della ceramide e dei suoi derivati glicosilati, evidenzia un complesso paradosso metabolico. Mentre l'accumulo di ceramide manifesta effetti di soppressione tumorale, inclusi un aumento dell'apoptosi e una maggiore sensibilità alla chemioterapia, le forme glicosilate come la Globo-H ceramide e il GD2 sono associate a tumorigenesi, angiogenesi e mantenimento delle cellule staminali cancerose.

Un esito fondamentale della riprogrammazione lipidica è il suo coinvolgimento nella promozione della transizione epitelio-mesenchimale (EMT), un processo correlato a una maggiore capacità migratoria e alla resistenza ai farmaci. Fattori come ELOVL2, SGMS2 e CXCL8 modulano l'EMT attraverso intricate sequenze di segnalazione, che comprendono gli assi TGF-β, PI3K/AKT e SREBP1/2.

Oltre al metabolismo intrinseco delle cellule tumorali, anche il microambiente immunitario del tumore (TIME) circostante si adatta in risposta ai segnali lipidici. I macrofagi M2, i fibroblasti associati al cancro e le cellule T CD8+ presentano cambiamenti fenotipici indotti dai lipidi che favoriscono l'elusione del tumore dal sistema immunitario e l'insuccesso delle terapie.

La resistenza ai trattamenti convenzionali – inclusi chemioterapia, terapia endocrina, terapia mirata all'HER2 e inibitori dei checkpoint immunitari – è strettamente connessa al rimodellamento del metabolismo lipidico. L'aumento dell'espressione di CD36, FASN, CPT1 e GPR120 è un esempio di come le cellule tumorali sfruttino le vie metaboliche dei lipidi per evitare l'apoptosi, ridurre l'accumulo di farmaco e preservare la staminalità.

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