World Press Photo 2012

 

Una versione della "Pietà" di Michelangelo in chiave moderna. Nel soggetto della foto scattata dallo spagnolo Samuel Aranda, vincitrice del primo premio del "World Press Photo 2012", appare la composta drammaticità e la struggente plasticità della celeberrima scultura del Buonarroti.

La foto, che ritrae una donna che tiene tra le sue braccia il figlio ferito, è stata scattata in una moschea di Sanaa, capitale dello Yemen, nell'ottobre del 2011 durante gli scontri tra oppositori e milizie del regime del Presidente Ali Abdul Saleh ed è stata presentata al pubblico italiano, insieme alle altre 160 fotografie vincitrici del prestigioso riconoscimento, il giorno 28 aprile presso il Museo di Roma in Trastevere.

L'esposizione del World Press Photo 2012, giunta alla 55ª edizione e considerato il più importante e famoso premio internazionale di foto-giornalismo, è stata promossa dall'Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico-Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale in collaborazione con l'Agenzia fotografica "Contrasto", la World Press Photo Foundation di Amsterdam e la Zètema Progetto Cultura.

 

 

Nove le categorie nelle quali sono stati suddivisi gli scatti fotografici vincitori: Vita Quotidiana, Protagonisti dell'Attualità, Spot News, Notizie generali, Natura, Storie d'attualità, Arte e spettacolo, Ritratti, Sport.

Per questa edizione del concorso, la scrupolosa giuria presieduta da Aidan Sullivan ha operato una selezione tra 101.254 foto, eseguite da 5247 fotografi professionisti provenienti da 124 Paesi.

Tra i 57 artisti premiati, di 24 nazionalità differenti, anche sette italiani: Alex Majoli, Paolo Pellegrin, Eduardo Castaldo, Simona Ghizzoni, Pietro Paolini, Emiliano Larizza e Francesco Zizola.

La partecipazione al World Press Photo di foto-giornalisti provenienti da ogni parte del mondo e le centinaia di migliaia di persone che ogni anno visitano la mostra sono la dimostrazione del carattere internazionale della competizione e della capacità comunicativa delle immagini fotografiche di superare le differenze culturali e linguistiche.

Anche coloro che non possono definirsi esperti di fotografia o giornalismo possono infatti apprezzare gli altissimi livelli tecnici degli scatti esposti, l'immediatezza comunicativa delle immagini e l'enorme varietà di contesti e soggetti che hanno catturato la fantasia dei partecipanti al Concorso.

Le fotografie esposte ritraggono, infatti, sanguinosi teatri di guerra, incantevoli scenari naturali, comunità di fedeli di differenti credi riuniti in preghiera durante le cerimonie religiose, sportivi durante le proprie imprese, personaggi noti del mondo della politica, comuni individui che lavorano, animali della savana e delle jungla e pesci nelle profondità degli oceani.

Il World Press Photo è dunque in grado, grazie alla forza evocativa delle immagini, di rapire lo spettatore, di farlo viaggiare con la mente e di favorirne una riflessione rispetto a problematiche di carattere politico, sociale o ambientale rammentando i fatti più significativi accaduti durante l'anno precedente. Allo stesso modo il Concorso è in grado di mostrare le infinite bellezze del nostro Pianeta e di scuotere le coscienze dei visitatori con immagini dalla potenza di un colpo di cannone, immortalate in un istante che ha la durata del battito di una farfalla.

 

Fabrizio Giangrande

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Ultima modifica il Mercoledì, 17 Ottobre 2012 15:54
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