Un software velocizza l'individuazione delle malattie genetiche
Un team di ricercatori dell’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Cnr di Bari, dell’Università di Bari e dell’Università Statale di Milano ha sviluppato uno strumento in grado di facilitare la diagnosi genetica delle patologie e la scoperta di nuove mutazioni nel genoma associate a condizioni patologiche. Lo studio è pubblicato su Bioinformatics
Il nuovo software denominato VINYL (Variant prIoritizatioN bY survival anaLysis) - sviluppato da un team di ricercatori dell’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibiom) di Bari, dell’Università "Aldo Moro" di Bari e dell’Università Statale di Milano - riproduce e ottimizza i principali criteri utilizzati in diagnostica molecolare per individuare mutazioni nel nostro genoma potenzialmente collegate con l’insorgenza di patologie genetiche, facilitando le applicazioni della genomica, che si occupa di capire i meccanismi di funzionamento del nostro patrimonio genetico tramite il confronto delle sequenze dei genomi. Lo studio è pubblicato su Bioinformatics.
Il segnale UV e ottico che sfida i modelli delle pulsar
Osservati, per la prima volta da una pulsar al millisecondo in fase “esplosiva”, lampi in banda ottica e ultravioletta oltre alle pulsazioni nei raggi X tipiche di questi corpi celesti. La scoperta, guidata da ricercatrici e ricercatori dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e basata anche su osservazioni effettuate con il Telescopio Nazionale Galileo, mette alla prova i modelli teorici che descrivono il comportamento delle pulsar in sistemi binari.
Si chiama SAX J1808.4-3658 ed è una pulsar, ovvero una stella di neutroni – quel che resta di stelle più massicce del Sole – che emette radiazione attraverso due coni di luce e ruota molto rapidamente, facendo sì che l'emissione appaia pulsante, come quella un faro. Ma non finisce qui. È una pulsar “al millisecondo”, cioè ruota ancora più veloce della maggior parte delle pulsar, completando ben 401 giri su sé stessa in un solo secondo, e per di più si trova in un sistema binario, orbitando insieme a un’altra stella alla quale sottrae regolarmente materia. Ma è anche un oggetto celeste decisamente incostante. Alterna infatti fasi di “quiescenza” a periodi più attivi o “esplosivi” ogni 3–4 anni: l’esplosione più recente, la nona dalla sua scoperta nel 1996, è stata registrata tra agosto e settembre 2019.
New therapeutic approach may help treat age-related macular degeneration effectively
Inhibiting a gene involved in the abnormal growth of blood vessels in certain ocular disorders may reduce retinal neovascularization, researchers report in The American Journal of Pathology
Philadelphia, February 22, 2021 – Runt-related transcription factor 1 (RUNX1) has been linked to retinal neovascularization and the development of abnormal blood vessels, which result in vision loss in diabetic retinopathy. Now, scientists have found that RUNX1 inhibition presents a new therapeutic approach in the treatment of age-related macular degeneration (AMD), which is the leading cause of blindness in the elderly worldwide. Their results are reported in The American Journal of Pathology, published by Elsevier.
Abnormal growth of blood vessels, or aberrant angiogenesis, arises from the choroid, a part of the eye located behind the retina. This condition, known as choroidal neovascularization (CNV), is present in several ocular diseases that lead to blindness such as AMD. This study is the first to implicate RUNX1 in CNV and to test RUNX1 inhibition therapy for treating CNV. Researchers found that application of a RUNX1 inhibitor, alone or in combination with a standard treatment for AMD, may represent an important therapeutic advance.
LIMITE DI VELOCITÀ: ESISTE ANCHE NEL MONDO QUANTISTICO
Uno studio dell'Università di Bonn, in collaborazione con l’Università di Padova, pubblicato sulla rivista «Physical Review X» determina il tempo minimo per operazioni quantistiche complesse: i risultati della ricerca hanno una ricaduta importante per il calcolo quantistico.
Il “limite di velocità” scoperto servirà per raggiungere il numero massimo di operazioni che possono essere eseguite dai computer quantistici
Anche nel mondo delle particelle più piccole, con le loro regole speciali, le cose non possono correre con velocità infinita. I fisici dell'Università di Bonn hanno dimostrato
qual è il limite di velocità per le operazioni quantistiche complesse. Nello studio sono stati coinvolti anche scienziati del MIT americano, delle università di Amburgo, Colonia, Padova e del centro di ricerca Jülich e la ricerca è stata selezionata per una mrecensione sulla rivista «Physics» della American Physical Society. Immaginiamoci di essere nella notte di capodanno a pochi minuti dalla mezzanotte (il lockdown è già storia) e di osservare un cameriere che si affretta a servire un intero vassoio ricolmo di calici di spumante. Corre da un ospite all'altro a tutta velocità. Grazie alla sua tecnica, perfezionata in molti anni di lavoro, gli riesce di non versare alcuna goccia del prezioso liquido.
Un piccolo trucco lo aiuta: mentre il cameriere accelera i suoi passi, inclina un po' il vassoio così da evitare che lo spumante fuoriesca dai bicchieri. A metà strada, verso il tavolo, lo inclina nella direzione opposta e rallenta. Solo quando si è fermato completamente riporta il vassoio in posizione orizzontale. m«Sotto certi aspetti gli atomi nel loro mondo microscopico sono simili allo spumante. Conviene infatti pensarli come onde di materia: non si comportano come palle da biliardo, bensì come un mliquido speciale. Se si vogliono trasportare gli atomi da un posto all'altro il più velocemente possibile occorre essere destri come il cameriere di capodanno. E persino allora esiste un limite di velocità che questo trasporto non può superare - spiega il dottor Andrea Alberti mdell'Istituto di Fisica Applicata all'Università di Bonn e leader dello studio».
High fructose diets could cause immune system damage
New research by Swansea scientists in collaboration with researchers at the University of Bristol and the Francis Crick Institute in London has indicated that consuming a diet high in the sugar fructose might prevent the proper functioning of peoples’ immune systems in ways that has, until now, largely been unknown.
Fructose is commonly found in sugary drinks, sweets and processed foods and is used widely in food production. It is associated with obesity, type 2 diabetes and non-alcoholic fatty liver disease and its intake has increased substantially throughout the developed world in recent years. However, understanding the impact of fructose on the immune system of people who consume it in high levels, has been limited until now.
The new study published in the journal Nature Communications shows that fructose causes the immune system to become inflamed and that process produces more reactive molecules which are associated with inflammation. Inflammation of this kind can go on to damage cells and tissues and contribute to organs and body systems not working as they should and could lead to disease.
Discovery of a mechanism by which epithelial tumours cause developmental delays
Drosophila's brain exhibiting the ring gland, the equivalent to the human's prothoracic gland, responsible for steroidal hormone production.
Conducted on the fly Drosophila, the study shows that tumours caused by chromosomal instability delay entry into the adult phase.
The tumours produce the Upd3 protein (equivalent to human Interleukin-6) to block the production of developmental steroid hormones. The work of IRB Barcelona's Growth Control and Development laboratory has been published in the journal Current Biology.
The systemic balance that coordinates the growth of an organism and its progress through the different stages of development occurs across the animal world and is regulated by internal and external signals. Examples of this balance are puberty in humans and metamorphosis in flies. These are transitions characterised by the production of steroid hormones and they mark the turning point that will determine the halting of growth and entry into the adult state. Certain human diseases, such as cancer and inflammatory bowel diseases (IBDs), cause a delay in this transition.
Led by Dr. Marco Milán, scientists at IRB Barcelona have discovered the mechanism by which malignant epithelial tumours affect the production of steroid hormones. Specifically, these researchers have found that the Drosophila Upd3 protein (equivalent to human Interleukin-6) is the main signal produced by tumour cells to influence hormone production and activate signalling pathways that block the transition to adulthood.
Il Consiglio Nazionale dei Geologi: fiduciosi sull'accoglimento delle modifiche al PNRR da noi richieste alla Commissione Ambiente della Camera dopo il discorso di Draghi al Senato
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che caratterizza l'Agenda di Governo nell'ambito del Recovery Fund, costituisce per l'Italia una notevole opportunità di sviluppo e di rilancio delle politiche ambientali. Sull'argomento, il Consiglio Nazionale dei Geologi, su richiesta del Presidente della Commissione VIII (Ambiente) della Camera dei Deputati, ha trasmesso una propria memoria contenente proposte puntuali e spunti di natura programmatica e progettuale di interesse della categoria.
Il documento si pone in perfetta aderenza con le dichiarazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, nel discorso programmatico con cui ieri ha chiesto la fiducia al Senato, che in vari passaggi ha posto l'attenzione su tematiche di natura ambientale, collocando al centro delle proposte progettuali la tutela del territorio in tutte le sue componenti.
In particolare, tra le priorità per ripartire, il Premier ha mostrato preoccupazione per i cambiamenti climatici e le relative implicazioni sulla vita dell'uomo, ritenendo imprescindibile "proteggere il futuro dell'ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale".
Il WWF lancia la campagna ReNature Italy
Salute, prosperità, lotta ai cambiamenti climatici: senza Natura non c’è futuro, nella decade proposta dall’ONU sulla restoration degli ambienti naturali
Abbiamo 10 anni per ricomporre il grande mosaico naturale italiano che, una volta ricostruito, manterrà in sicurezza il nostro capitale naturale garantendo prosperità e salute per tutti noi. Nell’avvio della decade promossa dall’ONU alla restoration dei sistemi naturali, il WWF con la sua nuova campagna ReNature Italy lancia una sfida di un grande progetto di rigenerazione della natura del nostro Paese che sposa la visione ambiziosa su come dovremo trasformare l’Italia entro il 2030, a partire da oggi. 4 le parole chiave: connessione, ripristino, protezione e rewild, cioè il ritorno in natura di specie importanti.
ReNature Italy è la risposta concreta agli allarmi sulla perdita di biodiversità a livello globale e nazionale: 1 specie su 2 di vertebrati in Italia è minacciata d’estinzione, l’86% degli habitat europei è in cattivo stato di conservazione, perdiamo ogni giorno 16 ettari di territorio naturale sotto la pressione di cemento e degrado. Suolo fertile, ecosistemi con i loro servizi, piccoli e grandi habitat vengono trasformati e distrutti: centinaia di tessere naturali si perdono quotidianamente, e silenziosamente, in ogni angolo del paese, e si erodono poco per volta le connessioni vitali di un ecosistema sempre più fragile e il nostro capitale di natura. Per questo la prima richiesta alle istituzioni del WWF è quella di riportare al centro della politica il ruolo della natura, dedicando fondi significativi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) alla conservazione e ripristino della natura, cogliendo la sfida della Strategia Europea per la Biodiversità e avviando la Nuova Strategia Nazionale per la Biodiversità al 2030 per recuperare la natura che abbiamo perso.
Scoperte emissioni di composti pericolosi per il buco dell'ozono
Un articolo pubblicato su PNAS rileva per la prima volta tre composti ozono-distruttori proibiti dal Protocollo di Montreal, grazie ai dati prodotti da una rete globale di 15 stazioni di cui fa parte l'Osservatorio climatico O. Vittori sul Monte Cimone, gestito dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Cnr. L'aumento delle concentrazioni è dovuto a emissioni industriali in Asia orientale di tipo non intenzionale, ancora non regolamentate.
A poco più di trent’anni dalla sua entrata in vigore, il Protocollo di Montreal per la protezione dell’ozono stratosferico, che limita la produzione e l’uso di gas ozono-distruttori, è considerato uno dei maggiori successi della cooperazione internazionale, data l’ampia adesione. Ben 197 paesi hanno ratificato il trattato, impegnandosi a drastiche limitazioni nella produzione e nell’uso di questi composti. Tuttavia, risulta fondamentale riuscire a controllare il rispetto degli accordi. Misurare in continuo i livelli di questi gas in atmosfera è uno degli strumenti disponibili per questo controllo, implementato attraverso la messa in rete di osservatori che, sotto l’egida del WMO (l’Organizzazione mondiale della meteorologia), misurano in tutto il mondo e da molti anni i livelli atmosferici dei composti dannosi per l’ozono.
Tra le stazioni che fanno parte delle reti di misura globali c’è l’Osservatorio climatico Ottavio Vittori, posto sulla vetta del Monte Cimone e gestito dall’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) in collaborazione con l’Aeronautica militare. Sul Cimone, grazie alla collaborazione con l’Università di Urbino, da 20 anni si misurano, tra gli altri, i gas responsabili del “buco” nell’ozono stratosferico.
Covid-19, Magi: "Senza 'furbetti', vaccino Pfizer a tutti i medici. Astrazeneca forse non ottimale per alcune categorie professionali"
"Con le dosi distribuite ai 'furbetti' oggi avremmo gia' vaccinato e coperto tutto il personale sanitario con il vaccino Pfizer". Cosi' Antonio Magi, presidente dell'Ordine dei medici di Roma, intervenendo oggi in diretta alla trasmissione 'Gli inascoltabili' su Nsl radio.
"Credo sarebbe stato opportuno vaccinare insieme operatori sanitari e ultra 80enni, compresi quelli che sono nelle Rsa.
Tutti hanno ovviamente necessita' di vaccinarsi, ma il problema e' che molti non sanitari sono stati vaccinati prima dei sanitari e addirittura prima degli anziani". Magi ha fatto quindi sapere che "non ci aspettiamo la gratitudine in quanto medici, perche' anche senza quella continueremo a fare il nostro lavoro, ma a volte siamo ignorati dalle istituzioni e ci troviamo nella posizione di non essere ascoltati. Troppo facilmente- ha concluso- siamo passati da 'eroi e angeli' a 'imputati'".
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