Lo studio, pubblicato su Nature Communications, è basato sull'analisi di campioni prelevati da 108 pazienti operati presso l'Ospedale Universitario Karolinska. In quasi tutti i casi di cancro analizzati, le cellule tumorali sono state riscontrate nel tessuto che produce gli enzimi digestivi, ma che risulta danneggiato dall'espansione del tumore.
«Osserviamo che le cellule tumorali si adattano all'ambiente in cui si trovano. Nelle aree danneggiate del tessuto pancreatico normale, esse mostrano caratteristiche diverse rispetto a quelle presenti nella parte del tumore ricca di tessuto connettivo», spiega Marco Gerling, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Cliniche, Interventistiche e Tecnologiche del Karolinska Institutet, che ha diretto la ricerca insieme al patologo Carlos Fernández Moro.
Implicazioni per la Risposta alle Terapie
I ricercatori hanno anche notato che le cellule tumorali nelle aree danneggiate presentavano più spesso un profilo tumorale di tipo "classico", mentre le cellule localizzate nel tessuto connettivo circostante mostravano un profilo più aggressivo. È stato inoltre rilevato che le aree danneggiate contenevano cellule di supporto che esprimono una proteina specifica, la NGFR, già nota per il suo ruolo nei processi di guarigione dei tessuti lesi.
«Questo particolare tipo di tessuto danneggiato potrebbe giocare un ruolo cruciale nello sviluppo del tumore e nella sua risposta ai trattamenti», conclude Marco Gerling.
Lo studio è stato frutto di una collaborazione tra medici dell'Ospedale Universitario Karolinska e ricercatori dell'Università di Uppsala, SciLifeLab e l'Università di Bergen, ed è stato finanziato, tra gli altri, dal Consiglio Svedese per la Ricerca, dalla Società Svedese per il Cancro e da Region Stockholm.