"They say the sea is cold, but the sea contains the hottest blood of all,
and the wildest, the most urgent."
"Whales Weep Not!" D.H. Lawrence (1885-1930)

Gli abissi marini sono stati spesso comparati con un deserto in cui solo occasionalmente si trovano delle oasi - campi idrotermali in cui sorgenti di acqua bollente offrono abbastanza energia da alimentare un ecosistema, oppure le carcasse in decomposizione di grandi animali marini.
I processi tafonomici in mare aperto differiscono notevolmente da quelli osservabili vicino alla costa o in acque poco profonde - anche se purtroppo ancora poco si conosce sui fattori che li influenzano - soprattutto se si tratta di gigantesche carcasse, come ad esempio quelle di balena. Si presume che la decomposizione di un corpo cosi grande è influenzata in una prima fase dalla profondità della colonna d´acqua e dalla pressione idrostatica, due fattori che influenzano il tempo in cui la carcassa galleggia sull´acqua. Una volta raggiunto il fondo, la decomposizione della balena segue una sequenza generale con diverse ondate di animali spazzini e saprofagi. La carne è rapidamente rimossa da grandi animali, come ad esempio gli squali. I resti, come tessuto adiposo e cartilagine, sono colonizzati più lentamente da organismi che si cibano sia dei resti organici che dal denso tappeto di batteri che si sviluppa su di essi. Dopo alcuni mesi rimangono solo le ossa, anch´esse sono colonizzate da una comunità di specie molto interessanti e adattate all'ambiente estremo composto principalmente da batteri, molluschi e policheti.

Il titolo lasciava presagire un confronto infuocato. Ma a voler pensar male, a volte si sbaglia. “L'evoluzione biologica: fatti e teorie. Una valutazione critica 150 anni dopo ‘L'origine delle specie’”, ovvero il convegno internazionale organizzato a Roma dal 3 al 7 marzo dalla Pontificia Università Gregoriana, non ha lasciato spazio a dubbi. La Chiesa cattolica ha respinto in maniera categorica il creazionismo e l’intelligent design come alternative scientifiche all’evoluzione.

Con  intervista a Rosaria Conte, Presidente AISC e Cesare Bianchi, Ricercatore AISC
(a cura di Luisa Sisti)


Il Darwin Year 2009 si avvia alla sua conclusione: darwinismo e complessità cerebrale, robotica evolutiva e apprendimento, processi e-learning e non da ultimo, il sudoku quale opportunità di testare la “Teoria dei modelli mentali” negli ambiti quotidiani (M. Carnesecchi, 2009), sono stati alcuni tra gli argomenti affrontati nel corso del VI Convegno Annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Cognitive (AISC, www.aisc-net.it) svoltosi a Napoli il 25 e 26 novembre scorso, in concomitanza con il VI  Workshop italiano di Vita Artificiale e Computazione evolutiva (WIVACE 2009) e la manifestazione “FuturoRemoto: un viaggio tra scienza e fantascienza”. Nell’ambito di quest’ultima iniziativa, organizzata presso la “Città della Scienza” di Bagnoli, si è tenuto peraltro l’VIII Convegno Nazionale sulla Comunicazione della Scienza (3-5 dicembre). Un contesto, dunque, innovativo e “tecnologico” per studiare le modalità della conoscenza, ambientato in una città, Napoli, che lotta contro un corrosivo degrado sociale per riaffermare la sua storica importanza nel mondo scientifico.

Un viaggio leggendario

18 Feb 2009 Scritto da

A duecento anni dalla nascita dello scienziato inglese, si ripercorrono alcuni momenti di un percorso che avrebbe rivoluzionato la cultura occidentale
(Luisa Sisti)

Darwin, Darwin e ancora Darwin...uno dei compleanni più celebrati in Italia e nel mondo, in questi giorni, con mostre (a Roma, al Palazzo delle Esposizioni fino al 3 maggio 2009), convegni e “brindisi”  culturali  in onore del “papà” dell’evoluzionismo.
La storia del viaggio di Charles Darwin (1809 – 1882) a bordo del brigantino Beagle è nota, ma il “viaggio” può intendersi anche storicamente, nella ricostruzione di un percorso che seguì molte tracce lasciate dai predecessori dello scienziato inglese.

Vi siete mai chiesti perché esiste la musica e a che cosa serve? La domanda può sembrare strana, ma forse tutti coloro che la amano se la sono posta almeno una volta, ed una risposta, anche se non facile, possiamo provare a cercarla.
La nascita della musica non ha ovviamente una data precisa, ma secondo le teorie evoluzioniste essa è considerata un fenomeno biologico al pari di tanti altri, come per esempio il linguaggio. A riprova di ciò prendiamo in considerazione quanto scritto da Darwin più di cento anni fa sull’origine del linguaggio attraverso degli studi di carattere genetico e linguistico eseguiti sui fringuelli e sull’uomo.

La storia dell'antagonismo, in America, tra evoluzionisti e anti-evoluzionisti ha conosciuto a luglio 2008 un nuovo "successo" di questi ultimi. Il governatore repubblicano della Louisiana, il giovane Piyush Jindal (che, si mormora, potrebbe essere arruolato da John McCain quale candidato vicepresidente nella corsa per la Casa Bianca), ha emanato una legge che conferisce ai docenti delle scuole di quello Stato la "libertà" di insegnare una serie di questioni, tra le quali l'evoluzionismo e l'origine della vita, avvicinando alle versioni scientifiche tradizionali le posizioni critiche da loro ritenute più valide. Si riaprono così di fatto le porte all'ingresso dell'irrazionalismo creazionista, che camuffatosi da dottrina a-religiosa (Intelligent Design, ID) ambisce, come sempre, a trovar posto accanto alla teoria scientifica al solo scopo di dichiararne l'insufficienza, nella (vana) speranza di vederla abbattersi al suolo.

Nel precedente articolo si è parlato di un “pensiero creativo” che si sviluppò in Europa a seguito dell’affermarsi delle teorie darwiniste. Questa seconda parte è dedicata ai post darwinisti in Germania, paese in cui la gestazione del pensiero ecologico (strettamente connesso agli assunti evoluzionisti) corrispose all’avanzamento della tecnologia, allo sviluppo economico e al diffondersi dell’istruzione tecnica mirata alla formazione dei nuovi dirigenti d’industria. Lo scenario era di grande espansione per le università tedesche ed era coerente all’ondata di finanziamenti per le imprese: dai 12.374 iscritti del 1848 il numero era aumentato, nel 1908, fino a 46.632, tra cui numerose donne. I politecnici rappresentavano le nuove energie del XIX secolo: nel 1872 fu fondata l’università di Strasburgo, ai primi del ‘900 la Westfalische Wilhelm Universität, l’Accademia di Poznan fu istituita nel 1903 e quella di Francoforte nel 1914.

Spenta l’ondata romantica, spente le prime eco che avevano accompagnato la scoperta di Darwin, rimaneva una perplessità di fondo che avrebbe accompagnato la coscienza di una transizione generazionale e l’avvio di un nuovo secolo, il ‘900, carico di promesse quanto di tragedie storiche. Dopo lo sgomento provocato dalla teoria darwinista nella società ottocentesca, si affermò un “pensiero creativo” che, affiancando lo studio sistematico degli oggetti nei laboratori a un nuovo modo di interpretare la conoscenza scientifica, portò anche all’allestimento dei primi nuclei museali.

Abbiamo lasciato per un momento i cinque giovani ricercatori ritratti ad Helgoland nella foto della “parte prima” (tra cui E. Haeckel ed A.Dohrn) per dedicarci alla particolare “evoluzione” delle teorie darwiniste nella Germania del ‘900 (“parte seconda”) e tornare, nel presente capitolo, alle storie che coinvolsero alcune importanti figure di scienziati dell’Italia unita.
Il periodo dopo il 1870 fu segnato dalla volontà di riorganizzazione legislativa e sviluppo industriale in un Paese che aveva necessità di adeguarsi rapidamente agli standard delle grandi potenze dell’Europa centrale: impresa non da poco, in considerazione delle profonde diversità che dividevano la penisola a causa delle recenti dominazioni straniere.

Il convegno «Biological Evolution – Facts and Theories. A critical appraisal 150 years after ‘The Origin of Species’» alla Pontificia Università Gregoriana (Roma, 3-7 marzo 2009): riflessioni di un paleo-antropologo

E’ stato un incontro fra scienza, filosofia e teologia, organizzato nell’ambito del programma STOQ (Science, Theology, and the Ontological Quest) con il patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura. L’impostazione del convegno è stata indicata da Mons. Gianfranco Ravasi (presidente dello stesso Consiglio), intervenuto nella sessione inaugurale, quando ha parlato di un dialogo da intraprendere “incrociando gli sguardi”.

 

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